Capitolo 50

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Apro lentamente gli occhi ancora confusa a causa del sonno.
Sento una mano che ripetutamente si muove sulla mia testa.
Sbatto le palpebre più volte e quando riesco ad aprire completamente gli occhi vedo Alberico accanto a me.

《Buongiorno amore》sussurra.

Era sveglio da chissà quando tempo e si divertiva a giocare con i miei capelli. Lo faceva sempre, e a me piaceva.

《Buongiorno, che ore sono?》sussurro a mia volta.
《Le 10》
《Bhe potevi lasciarmi dormire un'altro po》mi lamento mettendo il viso sul cuscino.
《In effetti avrei potuto perché sei molto carina quando dormi, ma abbiamo delle cose da fare》
《Che dobbiamo fare?》dico voltandomi verso di lui.
《È una sorpresa》
《Sai sto iniziando a odiare le sorprese, specialmente se sono tue》
《Non è vero, le ami!》

Si avvicina a me e delicatamente inizia a baciarmi.
Le sue morbide labbra si muovevano lentamente sulle mie.
Metto le braccia intorno al suo collo per approfondire quel bacio.
Lui era sopra di me, si teneva con un gomito per non darmi troppo peso mentre l'altra mano si trovava sul mio fianco.
Le nostre lingue iniziarono a giocare.
Si cercavano a vicenda ed era come se ballassero insieme.
Sento la sua mano scendere lentamente e arrivare sulla mia gamba scoperta a causa della maglietta troppo corta.
Inizia a fare piccoli cerchietti con le dita, provocandomi un sorriso dovuto al leggero solletico.
Si stacca dalle mie labbra e si fionda sul mio collo dove inizia a lasciare una scia di baci.
Lo fermo prima che sia troppo tardi.

《Ma sbaglio o fino a 5 minuti fa avevamo da fare?!》

Alza gli occhi al cielo ma subito dopo si alza notando l'ora.

《Vuoi fare colazione?》dice prendendo un vassoio dal tavolo che avevamo in camera e mettendolo sul letto.
《La colazione a letto?》
《Non ti piace?》
《Nono al contrario, l'adoro grazie》

Gli sorrido e lui ricambia.
Facciamo colazione e subito dopo ci prepariamo.
Decido di mettere dei jeans sul blu, una canottiera di seta bianca con dei petali rosa, il mio amato giacchetto di pelle nero sopra e le superstar.
Al solito trucco aggiungo un rossetto rosa, uno di quelli che non si attaccano.
Una volta fatto usciamo dalla camera e raggiungiamo l'ascensore.
Alberico prende il telefono e inizia a fare delle foto contro lo specchio.
Scoppio a ridere tutte le volte che si irrita perché dice di essere venuto male nelle foto.
Arriviamo al piano terra e ci dirigiamo fuori l'hotel.

《Per caso hai intenzione di dirmi dove stiamo andando?》

Lui sorride e scuote la testa, forse perché tutte le volte gli facevo questa domanda.

《Diciamo che nonostante siamo qui da 3 giorni, non hai ancora avuto l'opportunità di vedere Bari quindi... piacere, io sono la tua guida turistica!》dice porgendomi la mano.

Sorrido e l'afferro.
In effetti a causa dei preparati per la festa e la partenza dei nostri amici non avevo ancora visto Bari.
Ero davvero felice di poterla finalmente vedere con lui.

《E da dove iniziamo?》chiedo curiosa.
《Tu non devi preoccuparti di niente, ho già pensato a tutto. Solo una cosa...》
《Cosa?》
《Promettimi che la pianterai con le domande. Siamo qui per divertirci quindi non devi preoccuparti di niente, ma devi solamente seguire me》

Mi guarda attentamente notando che la mia risposta non arrivava.
Volevo creare un po di sospance.

《Vabbene, lo prometto》dico alzando le mani in segno di arresa.

Lui sorride e subito dopo mi abbraccia.
Mi afferra la mano e iniziamo a camminare per le piccole vie della città.
Avevamo appena iniziato e già amavo Bari, l'amavo da quando ero arrivata anche se non l'avevo ancora vista.
Era molto accogliente e Alberico mi faceva sentire a mio agio.
Per tutto il tempo non aveva smesso di parlare raccontandomi ogni cosa, anche la più insignificante, che gli veniva in mente su ogni posto che vedevamo.
Mi portò in piazza dove si divertì a scattare non so quante foto, nei suoi negozi preferiti dove iniziò a provarsi decine di magliette, al parco, uno dei più belli secondo me! Iniziai a camminare sopra dei muretti che circondavano il parco e una volta arrivata alla fine saltai in braccio ad Albe, come se fossi una bambina.
Andammo nei suoi negozi preferiti, mi portò lungo le vie più belle, quelle piene di negozi, ma anche in quelle più piccole dove trovavi negozi molto semplici, come una pasticceria.
In una di queste la proprietaria conosceva Albe e la sua famiglia e ci improvvisò una vera e proprio degustazione dei suoi dolcetti, facendoci uscire pieni come un uovo da lì.
Eravamo talmente pieni che mi rifiutavo di andare a pranzare ma alla fine Albe riuscì a convincermi, portandomi nel ristorante più buono della città secondo lui.

Beautiful Disaster || @AlbericoyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora