Capitolo 9

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Seth
Inferno,Landa della Paura

Quel giorno ritornó dalla Caccia prima del tempo.
Solo tre dannati avevano tentato la fuga. E ancora non sapeva per quale motivo era venuto a sostituirlo Diego. Il fratello era uno di quelli che meno conosceva tra tutti tanto era taciturno, e quasi sempre in compagnia di Nathan.
Ma quel giorno quella sua improvvisa sostituzione la considerò un vero miracolo.
Doveva assolutamente fare ricetta di libri e passare dal veterinario a riprendersi Daemon, il suo Siberian Husky.
Non appena fu nella sua camera, si liberò dei vestiti imbrattati del sangue delle sue vittime e del suo sudore, sostituendoli con una maglia nera con il logo di Batman e un paio di jenas strappati sul ginocchio. Della tenuta che indossava di solito durante la Caccia tenne solo gli anfibi neri in pelle.
Recuperò dal suo salvadanaio nascosto nel suo armadio un po' di soldi, che di certo non gli mancavano, dato che loro si arricchivano grazie agli averi dei dannati. Alcuni raccimolavano somme ingenti di denaro che poi si vedevano strappati via da loro Mezzi Demoni per i loro comodi. Ma pochi uscivano in Superficie, e quelli che lo facevano era solo per poche ore. Un attimo di respiro nella loro frenetica vita.
Recuperò anche sul comodino il guinzaglio di Daemon. Chiuse a chiave la porta per paura che qualcuno vi ci entrasse in sua assenza, dato che era veramente geloso delle sue cose, e per finire si dislocó sulla Terra.
Per loro Mezzi Demoni era facile raggiungerla. Bastava concentrarsi sul posto dove volevano andare, e...puff! Il gioco era fatto.
Ma se un umano, folle a suo giudizio dato che tutti cercavano di fuggire e mai di entrare, avesse voluto accedere all'Inferno, avrebbe dovuto usufruire delle entrate dislocate in piú punti della Terra.
E per finire ai Mezzi Angeli era proibito mettere piede nel loro territorio, pena la morte, per cui, conoscendo i pennuti, si sarebbe scatenata un'Apocalisse. Una cosuccia che tutti volevano evitare.
Comparve in un vicolo poco frequentato e poco distante dalla libreria.
Era determinato a comprare tutti i libri già usciti della saga.
A passo sostenuto lasció il vicoletto, e raggiunse la sua libreria preferita, la Mondadori.
Ad accoglierlo trovó una donna di mezza età con i capelli biondi sul mosso tagliati a caschetto e occhi grigi nascosti dietro una montatura elegante. Indossava un completo giacca, sopra una camicia bianca, e gonna blu.
«Bungiorno. In cosa posso esserti utile?»lo salutò non appena varco la soglia.
Se era intimorita dal suo aspetto non lo diede a vedere. Aveva studiato a fondo le diverse culture umane, da sapere che quelli come lui erano considerati soggetti pericolosi. E di certo i suoi piercing, uno sul sopracciglio destro e uno sulla parte cartilaginea del lobo sinistro, non aiutavano a farlo somigliare a un ragazzo normale.
Quella donna gli piaceva. Non si fermava a giudicare una persona dall'aspetto.
«Dove posso trovare il reparto fantasy?»volle sapere.
La donna sorrise cordialmente.«Là giú in fondo al corridoio a sinistra»gli indicò.
Seth la ringraziò con un cenno del capo, e raggiunse il luogo indicatogli dalla donna.
Trovò i suoi amati paranormal e fantasy disposti in un lungo scaffale non troppo alto sul bianco. Erano messi in ordine di autore alfabetico. Subito, Seth cercò dalla A il cognome di una dei suoi scrittori e  scrittrici preferiti, la Armentrout.
Trovò subito quello che cercava:Onyx, Opal e l'ultimo, fino a quel momento pubblicato, Origin.
Finalmente avrebbe continuato la sua saga preferita, pensò soddisfatto.
Certo, avrebbe dovuto aspettare un po' per l'uscita dell'ultimo volume, Opposition, in data a Giugno,ma ne sarebbe valsa la pena.
Per ora si sarebbe accontentato degli altri.
E nell'attesa avrebbe letto altro. Aveva trovato su qualche sito, miracolosamente dato che la connessione all'inferno faceva veramente pena, che sarebbe uscita di li a pochi giorni, della stessa autrice, il primo della nuova saga Dark Element,Caldo come il Fuoco.
Chissà se era avvincente come quella che stava leggendo.
Nel frattempo diede un'occhiata agli altri libri presenti.
Shadowhunter. Li aveva già letti tutti.
Hunger Games. Idem.
La saga di Divergent. Gli aveva spoilerato il finale una sua sorella, Camilla, l'attuale fiamma di Nathan. E addio interesse.
Percy Jackson. L'aveva divorata in poche settimane e come saga l'aveva letteralmente adorata.
Distrattamente diede un'occhiata all'orologio.
Raggeló.
Accidenti!
Era tardissimo!
Mancava poco all'ora di coprifuoco del padre, e doveva andare a riprendere Daemon dal veterinario.
Avrebbe rimandato ad un'altra volta la ricerca di nuove saghe. Pagò di fretta i libri che era intenzionato a comprare comunque(non vi avrebbe rinunciato neanche se fosse scoppiata l'Apocalisse), uscì dalla libreria, e si infilò nello stesso vicolo di prima.
Chiuse gli occhi, e gli bastò concentrarsi un poco per ritrovarsi a quaranta minuti dalla libreria, a  poca distanza dallo studio veterinardio.
Ironia della sorte,comparve davanti a una chiesa bianca. Si trovava rialzata rispetto alla via che correva sotto di sé, ed era piccola e bassa rispetto alle altre chiese, eppure suscitava nei suoi fedeli una sorta di protezione.
Protezione da lui e quelli della sua specie.
Per loro Mezzi Demoni, infatti, era impensabile mettervi piede. Non per l'altro era un luogo sacro al Capo dei loro nemici, cioè gli Angeli e i Mezzi Angeli.
All'inizio neppure si accorse di non essere solo davanti alla chiesa. Difatti, c'era un uomo, che reggeva una bottiglia di birra e lo fissava con occhi stralunati.
«Oh merda...Credo di aver esagerato questa volta con la birra...»biascicó sconvolto.
Seth lo fissó duramente, senza farsi prendere dal panico. In fondo se l'avesse raccontato a qualcuno, chi avrebbe creduto a un ubriaco fradicio?
«E allora smettila di bere. Gli alcolici fanno male»lo riprese.
Con sincero divertimento si accorse di essere come suo padre quando lo erudiva nel suo ruolo di Principe Ereditario, seppur in alcuni argomenti era piú permissivo di altri, sul bere, fumare e...altre cose.
Con passo quasi balanzoso scese le scale che l'avrebbero condotto alla strada sottostante dove si trovava lo studio veterinario, senza lasciare all'uomo il tempo di ribattere. In fondo si sarebbe dimenticato di lui dopo qualche minuto. Loro Mezzi Demoni erano in grado di confondere le menti dei poveri umani malcapitati che si imbattevano di loro, facendo loro dimenticare di averli conosciuti, se ovviamente non volevano essere riconosciuti in futuro. Un potere che avevano in comune tutti i Mezzi Demoni di tutte le Lande, anche se i migliori in assoluto erano quelli della Landa degli Inganantori.
Non ebbe il tempo di scendere una quindicina di gradini, che Nathan gli comparve di fronte.
Seth si portó la mano sul cuore, che pompava a mille all'ora nel suo petto.
«Eh che cazzo Nat! Volevi farmi venire un infarto?»gli urló contro furente.
«Ciao anche a te»rispose il fratello, per nulla intimorito.«Sono qui per prendere il tuo sacco di pulci e riportartelo».
Adesso stava per perdere la pazienza.
«Mettiamo in chiaro due cose: uno: prova a richiamare sacco di pulci il mio Daemon e ti spedisco con un biglietto di sola andata nella Voragine; due perché credi che sia venuto qui se non per riprendermi di persona il mio cane?»
Nathan sospiró, come se avesse avuto a che fare con un bambino viziato.
«Per te stare fuori dall'Inferno é pericoloso. Pensa se un pennuto o uno dei suoi figli ti individuassero. Sei troppo importante per la Landa, lo sai».
«Sai Nat. Se i pennuti fossero piú intelligenti a quest'ora mi avrebbero già ucciso un centinaio di volte. Ma non é successo»replicó Seth con orgoglio.
«Non giocare con la tua buona sorte Seth. Ti é andata bene fino adesso, ma non é detto che in futuro sia sempre a tuo favore. Ricordatelo».
E scomparve.
Quelle parole gli misero addosso una strana inquietudine, che peró scacció in fretta. Non era questione di fortuna non farsi beccare dai pennuti, ma di abilità.
Percorse la strada chegli mancava a passo svelto, come se il suo incoscio fosse rimasto intimidito dalle parole di Nathan.
Sospiró. Non aveva senso rimurginarci sopra.
Perso nei suoi pensieri ripensò a quando Daemon era entrato nella sua vita.
Era stata un'idea di suo padre quella di affiancargli un cane da guardia, che lo potesse proteggere dai pericoli a cui era sottoposto un Principe Ereditario. Tra i due si era accesa una vivace discussione sulla razza da scegliere. Abbadon era piú su un Rotveiler, una specie che era molto gettonata per la guardia, mentre Seth aveva sempre avuto una passione per i Siberian Husky.
Alla fine l'aveva spuntata proprio il ragazzo, e il giorno dopo si ritrovò Daemon, un Husky dalla pelliccia bianca e nera e occhi di due colori diversi:uno marrone e l'altro azzurro.
Era davvero magnifico, ma l'unica pecca che aveva, era che era un alfa, quindi abituato a comandare. Dopo svariati tentativi riuscì a fargli capire chi comandava e da quel giorno, furono inseparabili. Almeno fino a quando quell'idiota di Nathan non aveva fatto cadere a terra un calice di vetro e Daemon si era tagliato sotto la zampa destra. E dato che il sangue non si fermava, Seth aveva preferito portarlo dal veterinario.
Certo, solo quello equivaleva per Nathan un biglietto di sola andata per la Voragine.
Con un gesto secco aprí la porta dello studio veterinario.
Ad attenderlo trovó una piccola sala d'attesa, per sua fortuna vuota, con tre sedie di plastica bianca, e dalle pareti di un tenue giallino, e due porte. Da una di esse emerse Sandra, la veterinaria. Era bassa di statura,non gli arrivava neanche alla spalla, dai capelli biondi sul corto e occhi azzurri.
Non appena lo scorse, in piedi davanti alla porta, con l'aria di uno perso nei suoi piú remoti pensieri, gli sorrise calorosamente.
«Oh, eccoti qui, Seth Grigori. Sei qui per Daemon, vero?»
Il raggazzo sussultó sorpreso, e per fortuna non si era perso una sola parola della donna. Annuí.
«Lo vado a prendere». E uscì dalla stanzetta.
Seth si sedette su una delle seggiole, e si mise in attesa.

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