Capitolo 42 parte 2

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Camminarono per qualche ora senza apparentemente una meta precisa. Per qualche attimo Daniele si preoccupò di tale comportamento inusuale. Lo aveva forse scoperto? Ma a lungo andate invece si convinse che forse era solo una sua paranoia generale. Per cui si costrinse a rilassarsi e a cercare di contattare gli Angeli. Per tale procedura non vi era bisogno dei cellulari, ma semplicemente di connettersi a un livello plus ultra terrena. Era come quando si sceglieva una frequenza radio, bisognava trovare quella giusta e puff! Il gioco era fatto e potevi raggiungere la mente desiderata.

Dopo svariati tentativi, dato che non riusciva a trovare la concentrazione giusta riuscí a raggiungere un certo Asael,un Angelo all'apparenza piú giovane degli altri me che si era dimostrato in piú occasioni un abile guerriero.

"Sto pedinando un Mezzo Demone. Sembra che si stia dirigendo verso il cimitero. Contatta gli altri e raggiungetemi lí. Sono certo che là troveremo anche il resto del gruppo che stavamo cercando".

"Ricevuto" fu la breve risposta di Asael.

Daniele sodisfatto riportò la sua concentrazione verso il Mezzo Demone che come aveva supposto si stava dirigendo davvero verso il cimitero.

Si fermó solo quando vide il Mezzo Demone avvicinarsi al custode di esso per mormorargli qualcosa all'orecchio. Questi gli aprí il cancello e si fece da parte per permettergli di passare.

Daniele si morse il labbro. Oltre che non farsi beccare dal nemico doveva pure eludere la sorveglianza di quell'uomo.

"Concentrati Dani" si impose scervellandosi. L'unica cosa che gli venne in mente fu usare il potere di Costrizione, una dote in comune con i suoi nemici e che gli faceva salire un moto di disgusto al solo pensarci.

L'altra alternativa era passare in alto munendosi di ali e sperare che il guardiano non alzasse gli occhi al cielo. Ma tra la Costrizione e quel rischio scelse la seconda opzione.

Evocó le ali e queste si aprirono sulle sue spalle,ampie e dalle piume grigio argentate lucenti.

Bastó un battito e si staccó da terra. Sfruttó gli alberi che costeggiavano la strada che portavano al cancello per nascondersi. E quando constató che l'uomo era distratto si diede una mossa a passare.

Appena dentro fu avvolto da una coltrina di nebbia bassa e pungente, che conferiva all'ambiente circostante, già inquietante di suo, un aspetto lugubre, quasi da film horror. Si immaginò che da un momento all'altro dalla terra cominciassero a spuntare cadaveri desiderosi di cervelli. Ma per fortuna questo non avvenne e tale aspetto consoló un poco Daniele che, dopo aver toccato terra e smaterializzato le ali, cominció ad avvanzare nella nebbia.

Camminò a stentoni stando ben attento a non fare alcun rumore o a inciampare in qualche lapide o tomba.

Infine dopo un tempo che parve i infinito, avvertí delle voci. Determinato si mosse in quella direzione, ritrovandosi in un punto pieno di cipressi posizionati in modo tale da creare un cerchio.

E in mezzo li vide. Erano sette Mezzi Demoni, all'apparenza tutti della stessa età e vestiti come quello che aveva incontrato e pedinato.

Tra loro vi erano anche due umani, un uomo e una donna, inginocchiati a terra e con i polsi legati con una robusta corda. Piangevano e sembravano particolarmente spaventati.

Daniele cercó con lo sguardo il ragazzo che aveva seguito fino a quel momento. E i fine lo vide emergere dalla nebbia, gli occhi ebano che parevano vibrare e vorticare. In mano reggeva un pugnale magnifico d'ossidiana dalla lama seghettata, diverso da quello che aveva usato nel bar poco prima. Sorrideva e pareva bearsi del dolore dei due umani.

Bruceró per te [#1 Saga Half-Blood]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora