Capitolo 47

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16/05/2015

Fu la luce che filtrava tra le fessure delle taparelle a destarla dal suo sonno.

Con un mugugno cercó di voltarsi dall'altra parte, ma anche quel semplice gesto le mandò una stiletta di dolore.

Era certa che quella sarebbe stata la prima e unica volta in cui avrebbe messo piede in una palestra. Certo che vedere Seth mentre prendeva a pugni il sacco da boxe a mani nude era stato davvero uno spettacolo. I muscoli che si contraevano elegantemente sotto la maglietta tesa, i riccioli resi brillanti dalle piccole goccioline di sudore lo facevano sembrare un predatore affasciante e sensuale. Al contrario di lei che era pure riuscita a cadere dal taprulan atterrando sul sedere. A nulla erano servite le coccole di Seth per far sparire il dolore.

Dolorante si alzó dal letto e subito le ciocche ribelli le andarono negli occhi. Appena sveglia la sua capigliatura sembrava una criniera di leone, da quanto era indomabile e selvaggia. Cercó di sistemarli come meglio poteva passandoci tra essi le dita.

Come da prassi tiró su la taparella per far entrare la luce, tanto ormai era sveglia, e andó a controllare sul cellulare l'arrivo di qualche messaggio. Era sabato e, seppur fosse il terzo anziché il secondo del mese, era certa che ne avrebbe trovato uno in particolare che le avrebbe fatto salire il sorriso sulle labbra, oltre il simpatico "Buongiorno" che Seth aveva cominciato a inviarle da qualche giorno, sempre accompagnato da una simpatica faccina dal mega sorriso.

Un sorriso che non le comparve quando constató l'assenza appunto del fantomatico messaggio. E la verità le piombó addosso peggio di un macigno.

Daniele non le avrebbe piú scritto, non dopo il trattamento che gli aveva riservato qualche giorno prima.

In quel momento era solo confusa, impaurita e spaventata dalle rivelazioni scoperte. La sua idea di Paradiso e creatura celeste era sgretolata come un castello di carte e a pagarne ingiustamente le conseguenze era stato il suo migliore amico. Era su di lui che aveva scaricato ogni disprezzo e ripudio possibile, e per quello non vi era alcuna possibilità di perdono.

Abbassó la mano che reggeva il cellulare e una lacrima cominció a scenderle lungo il profilo del viso, accompagnata poi da altre fin quando non si ritorvó a piangere a dirotto.

Si accoccoló a terra nascondendo il viso tra le ginocchia, singhiozzando e piangendo come quando Emma e Laura le avevano voltato le spalle. Ma in quel momento non era stata sola. A rincuorarla ci aveva pensato Dani che l'aveva stretta fortemente tra le braccia come a proteggerla. Se chiudeva gli occhi riusciva a vedere impresso sulle sue palpebre la figura di Dani all'età di dodici anni nel caso della rottura di Emma con il suo visino da bambino, e di diciasette quando Laura aveva cominciato a ignorarla senza motivo. Sarebbe sicuramente crollata in entrambe le situazioni se non fosse intervenuto l'amico.

E adesso?

Qualla solitudine schiacciante e oppriemente se la meritava. Per colpa della sua impulsivitità, della sua svogliatezza inconscia di soppesare meglio i fatti prima di colpevolizzare aveva perso il suo migliore amico, una delle persone piú importanti della sua vita.

Il dolore al petto era forte come se un pezzetto del suo cuore l'avesse abbandonata e se ne fosse andato con Daniele. Alaska le si accoccoló a fianco, ma neppure lei sarebbe stata in grado di tirarle su il morale.

Quansi neppure sentí sua madre bussare alla porta e si accorse della presenza della donna solo quando si trovó le sua braccia ad avvolgerla.

Non meritava conforto! Quello che doveva attenderla in futuro altro non era che la solitudine, cosí avrebbe smesso di allontanare le persone.

Bruceró per te [#1 Saga Half-Blood]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora