Capitolo 46

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15/05/2015

«Vuoi andare già via? Ancora é lontano il giorno: non era l'allodola, era l'usignolo che trafisse il tuo orecchio timoroso:canta ogni notte laggiú dal melograno; credimi amore, era l'usignolo».

Margherita e Seth spuntarono dal balcone, dopo aver interpretato la loro prima e unica notte di fuoco e passione prima dell'esilio in teoria definitivo di Romeo. Il ragazzo la prese per mano e chinó un poco la testa.

«Era l'allodola, messaggera dell'alba, non l'usignolo. Guarda amore, la luce invidiosa a strisce orla le nubi che si sciolgono a oriente; le candele della notte non ardono piú e il giorno in punta di piedi si sporge felice dalle cime nebbiose dei monti. Devo andare: é la vita, o restare a morire».

Marghe gettó un'occhiata quasi di disprezzo in direzione, nell'immaginario collettivo, dell'orizzonte.

«Quel chiarore laggiú non é la luce del giorno, lo so: é una meteora che si libera per te dal sole questa notte, la torcia per farti lume sulla via di Mantova; dunque rimani ancora, c'é tempo per andare».

Seth le sorrise dolcemente.«Mi prendano pure, sarà certo la morte, ma sono felice se tu vuoi cosí. Diró, allora, che là, quel grigio non é l'occhio del mattino ma il fioco riverbero della fronte di Cinzia; che non é l'allodola a battere la volta del cielo, cosí alta su noi. Io voglio restare, non voglio piú partire: vieni, o morte, sarai la benvenuta! Vuole cosí Giulietta».

Pur essendo finzione quelle parole le trafissero il cuore. Se ci fosse stato Seth al posto di Romeo non avrebbe mai voluto che morisse. E per fortuna anche la protagonista la pensava così.

Notando il suo turbamneto Seth aggiunse: «Che c'é, anima mia? Parliamo, non é giorno».

Parliamo un corno! Ma che accidenti stava pensando Shakespeare quando stava scrivendo quel pezzo?

Margherita poggió le mani sul suo petto come per incitarlo ad allontanarsi.«É giorno, é giorno: dunque, presto, và via! É l'allodola che canta fuori tono forzando su dissonanze e aspri acuti. Dicono che l'allodola divida con dolcezza ogni accordo: questa non ci divide con dolcezza; e ancora, che l'allodola e il rospo ripugnante abbiano scambiato i loro occhi: cosí avessero o anche della voce, poi che quella voce lotta il nostro abbraccio, perché ti caccia da me, col suo richiamo al giorno. Oh, và, ora và; si fa sempre piú luce».

Seth strinse le labbra e si costrinse ad annuire. «Sempre piú luce! Sempre oscura di piú la nostra pena!»

Lucia entró in scena con espressione trafelata. «Signora

Margherita si voltó verso di lei.«Nutrice

«Vostra madre viene qui. Il giorno é spuntato; siate prudente, guardatevi intorno». Ed uscí di scena.

Margherita si voltó verso Seth. «Allora, o balcone, fai entrare il giorno e uscire la vita!»

«Addio, addio; ancora un bacio e scendo». Seth le scoccó un ultimo fugace bacio sulle labbra, nulla a che vedere con quello focoso che si erano scambiati neanche due giorni prima che al solo pensare le si coloravano le goti di rosso, scese giú dal finto balcone che per fortuna non era esageratamante rialzato da terra, ed atterró con estrema agilità. Se ci fosse stata Marghe al suo posto sarebbe senz'altro caduta di sedere, conoscendo appieno la sua estrema goffagine.

«Sei dunque andato via cosí, amore, signore, mio sposo, mio amico? Voglio avere tue notizie ogni giorno; ma ogni ora, ogni minuto sono molti giorni. Oh, con questo modo di misurare il tempo diventeró vecchia prima di rivedere il mio Romeo».

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