Capitolo 37

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Non appena giunte a casa, Katherine le spremette del limone e l'intimó di riposarsi. E diversamente a come si aspettava la donna non rimase con lei, ma decise di raggiungere Carlo e tentare di prendere parte all'ultima parte della cerimonia.

Non appena si chiuse la porta di casa avvertí le lacrime scenderle giú per le goti. Si sentiva a pezzi. Era questa la conseguenza che i gesti di Nicolas avevano lasciato n eredità.

Si accoccoló sul divano sprofondando tra le coperte, che erano poggiate sopra, seppur non facesse tanto freddo. Avvolta a bozzolo si sentiva in qualche modo sicura e protetta dalle cattiverie del defunto.

Fu un leggero tichettare alla finestra a convincerla a far capolino con la testa dal suo rifugio. Con estremo stupore si ritrovó Seth nel suo terrazzo e con la faccia incollata alla finestra, che le mimó con le labbra di aprirgli.

La ragazza sciolse il suo caldo abbraccio con le coperte e aprì la maniglia della portafinestre.

Seth entrò con il suo modo elegante e silenzioso come una pantera. E in un lampo se lo ritrovò a poca distanza dal suo corpo e con le braccia che la cingevano.

«Sono venuto il prima possibile»le sussurrò ancorato.

Marghe avvertì il cuore andare a mille.«Come hai fatto a raggiungere il terrazzo?»

Il ragazzo ridacchió, e avvertì il suo petto vibrare.«Mi é bastato evocare le ali».

La ragazza si allontanó un poco e alzó lo sguardo su di lui.«Perché l'hai fatto? E se ti avessero scoperto?»

«Sinceramente essere scoperto o meno in questo momento é l'ultimo dei miei problemi. Quello che conta adesso sei tu». Allungó una mano e le asciugó le lacrime con i pollici. «Come vorrei scendere all'Inferno e fargliela pagare a quello stronzo che ti ha ridotta cosí»aggiunse poi con un tono di voce talmente basso che sembrava un ringhio feroce.

«Seth, apprezzo davvero il tuo interessamento alla cosa, ma non preoccuparti. Saró bene»lo rincuoró senza successo.

Lui la fissó con gli occhi smeraldo che scintillavano. Aveva avvertito una menzogna nelle sue parole.«Forse in futuro si, ma adesso soffri, e non lo meriti. Non meriti quello che ti é successo».

Marghe poggió una mano sul petto caldo di Seth, avvertendo il suo cuore accelerare il battito.«Hai ragione. Ma ormai é passato. Adesso conta il presente, con te».

Seth le sorrise dolcemente prima di chinarsi e poggiare le labbra sulle sue. La ragazza si lasció andare al bacio, cercando di scacciare nei meandri piú oscuri della sua ente Nicolas e ogni ricordo legato a lui. E ci riuscí. Il bacio di Seth fu come un cancellino sulla lavagna. Eroicamente l'aiutó a spazzar via ogni ricorso doloroso.

Non si accorse neppure di toccare il divano se non quando la sua schiena entró in contatto con esso.

Seth si staccó dalle sue labbra e la strinse contro il suo petto.«Non voglio altro che stringerti in questo momento. Non desidero altro»le mormorò.

Lei si accoccoló tra le sue braccia.«Credo che tu abbia degli altri poteri oltre a quelli che hai».

Percepí subito la perplessità del ragazzo.«In che senso?»

«Quando sono con te mi sento in qualche modo invincibile e pronta a sconfiggere i fantasmi del passato»ammise.«É una cosa stupida, non é vero?»

Avvertí la sua mano libera portarsi sotto il suo mento per sollevarglielo dolcemente. E non appena incroció il suo sguardo vide che sorrideva.

«Oh Meg, questo non é un "potere", come lo definisci te, cosí particolare. É l'amore che proviamo l'una per l'altra che ci fa sentire forti e completi. Anch'io quando sono con te sento un'energia statica che mi scorre nelle vene e che mi rinnova di forza e vigore. E non si tratta di Paura, ma di desiderio di proteggerti e stare al tuo fianco per renderti felice».

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