Epilogo extra

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SETH

La prima cosa che percepì quando riprese i sensi fu un dolore lancinante al fianco destro, laddove ancora era ancorato un pugnale dalla lama l'ossidiana, l'ultimo tentativo di Abaddon di difendersi contro la furia e la determinazione che il figlio aveva manifestato durante tutto il loro terrificante ed impressionante scontro.

Le ossa che il padre gli aveva rotto nella sua lenta tremenda tortura si erano ricomposte, sperando nel modo giusto. Per fortuna loro Mezzi Demone avevano una maggior capacità di guarigione rispetto ai comuni esseri umani. Ma anche rotture di quel tipo erano difficili da rimediare. Se non avesse fatto ricorso a Quel Potere forse sarebbe continuato ad essere una marionetta dagli arti distrutti, o peggio morto. Aveva fatto solo quello che ra necessario per proteggere Lei e se stesso.

Seth chiuse gli occhi distrutto, portandosi un braccio davanti agli occhi, cercando di riportare a galla i suoi ultimi ricordi.

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Dopo aver imprigionato se stesso e il padre nella trappola del Diavolo e detto addio alla sua Meg, ed essere così teletrasportati nella Piana del Terrore, la terra brulla ed arida in cui le anime venivano torturate per l'eternità e lasciate in balia delle loro più oscure paure, si preparò a combattere. Sapeva che non ne sarebbe uscito vivo da uno scontro diretto. Come poteva un Mezzo Demone fronteggiare e avere la meglio su un Demone Purosangue, l'essenza stessa del male e di tutto ciò che lo circondava?

Certo lui era il Principe Ereditario e questo poteva essere in parte un bene in quanto aveva una piccola e remota possibilità di resistere più degli altri, ma dall'altro sapendo di essere il più forte tra i Mezzi Demone era cosciente che il padre sarebbe andato giù pesante e questo riduceva radicalmente le sue aspettative di vita.

Ma c'era qualcosa in lui che Abaddon non aveva tenuto in conto. La sua assoluta e ferrea determinazione di tenere al sicuro Margherita. Era quella la forza che gli permetteva di andare avanti e cercare di tenere testa al padre.

Evocò un pugnale d'ossidiana, dopo essersi staccato il piercing dal sopracciglio. L'anello non era l'unica fonte di armi che aveva a disposizione. Oltre a quello appena evocato gli rimaneva anche l'orecchino, ma sperava di non dover far affidamento anche a quello. Si sarebbe fatto bastare il pugnale.

Senza staccare gli occhi dal padre ancora nella sua terrificante forma originaria alta più o meno due metri e mezzo, che non necessitava di armi dato che era lui stesso un arsenale ambulante. Ma malgrado questo portava attorno ai fianchi una cintura con assicurati quattro pugnali d'ossidiana, uno per parte, sicuramente lì in caso di estrema necessità.

«Non sarei mai voluto ad arrivare a tanto figlio. Nutrivo fiducia in te, e mi hai tradito nel peggiore di modi».

«Stronzate. Questa è solo la patetica scusa che ti dai per non sentirti in colpa per quello che vorresti fare»ribattè Seth a denti stretti, assumendo un'aria minacciosa.

Abaddon sorrise.«È questo quello che credi? Figlio se tu non fossi arrivato al punto di anteporre a me e alla tua Landa una stupida ragazzina umana non saremmo arrivati a questo punto».

Seth lo fissò duro.«Non mi sarei mai messo contro di voi se fosse stato lontano da Meg. Ho giurato a me stesso che l'avrei tenuta al sicuro».

«Menti! Mi è stato giurato il contrario!»tuonò il Purosangue e Seth tremò. Chi aveva potuto dire una cosa simile? Una lampadina gli si accese bella testa. Possibile che la o il suo presunto attentatore che aveva provato ad avvelenarlo con l'aconito qualche mese prima lo avesse in qualche modo incastrato?

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