Capitolo 43

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Margherita

Tornò a casa con un tremendo mal di testa e un'estrema confusione.

Già aveva accettato che il suo ragazzo fosse una creatura paranormale...e che creatura! Era un Mezzo Demone, insomma il classico fascino del male.

E adesso doveva pure fare i conti con il fatto che il suo migliore amico che conosceva ormai da moltissimi anni era la sua nemesi.

Non era certa che sarebbe stata in grado di non far azzuffare senza pietà  i due, ma alla fine se l'era cavata come intermediario.

Si trascinò in cucina e si prese una compressa d'Acido Acetilsalicilico per poi dirigersi verso la camera,  gettandosi sul letto.

Di tutte le giornate strane che aveva avuto quella era sicuramente la seconda vissuta, ovviamente dopo la sera della rivelazione del segreto di Seth.

Scandaglió i ricordi, alla ricerca di qualche indizio che avrebbe potuto portarla a credere che Dani fosse un Mezzo Angelo. Certo era sempre stato un ragazzo d'oro, di quelli sempre disponibili e gentili, pieno di simpatia e vitalità.

L'amico perfetto, insomma un dono dal cielo(e non faceva eufemismo) che tutti avrebbero sognato.

Recuperò una foto che teneva sul comodino che ritraeva lei e Daniele qualche mese prima, abbracciati. E ripensò a quel giorno di dodici anni prima in cui avevano incrociato il loro cammino...

Era ai giardini. In mezzo a tutto quel vociare di una quindicina di bambini non sapeva proprio come approciarsi con loro. Era sempre stata una bambina timida che difficilmente stringeva amicizia, e per quello sua madre aveva provato a portarla . Pensava, o per meglio dire sperava che la figlia si aprisse agli altri.

Margherita strinse tra le braccia la sua bambola, che aveva portato con sé dopo aver convinto dopo un'estenuante trattativa Katherine.

Scelse un gruppo di cinque composto da tre bambini e due bambine piú o meno della sua età.

"É semplice Marghe. Vai lí e ti presenti" si disse tra sé e sé avvicinandosi al gruppo con passi lenti e incerti.

Quando si fermó a pochi centimetri questi finalmente la notarono, e cominciarono a fissarla impassibili.

«C-ciao»balbettó con vocina sottile Margherita.«P-posso gio-giocare con voi?»

Una delle bambine dai capelli biondo cenere la fissó divertita.«Non giochiamo con i balbuzienti».

Marghe aggrottó le sopraciglia.«Sc-scusa...ma non capisco...»

«Certo perché sei scema»la schermí la bambina.

«I-io non sono scema. So-sono Margherita».

«Margherita la rimbambita»se ne uscí il bambino a fianco a quella dai capelli biondi, anch'esso con la stessa capigliaura che sembrava un creniera di leone.
Subito anche tutti gli altri cominciarono a cantillenare quel soprannome.

Subito grosse lacrime calde cominciarono a scivolarle giú per le goti.

«Smettetela»balbettó con gli occhi gonfi di pianto.

«Ah,ma allora la rimbambita sa parlare normalmente»la beffeggió la bambina con cattiveria.

Marghe non ci vide piú dalle lacrime e indietreggiando cercó di allontanarsi. Ma non si era accorta che uno dei cinque si era appostato dietro di lei, e per questo non lo vide allungare la gamba per farle lo sgambetto finché non si ritrovó per terra. Subito i bambini cominciarono a ridere. E le risa si propagarono anche agli altri attorno.

Bruceró per te [#1 Saga Half-Blood]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora