Trentadue

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La pioggia era messa, sul meteo, ma per nostra fortuna non si è neanche fatta vedere e, infatti, siamo in spiaggia a giocare con la palla, ci stiamo divertendo davvero molto e spero che anche le prossime giornate siano così, almeno nessuno pensa a nulla.

"Sapete giocare ad Asino?" chiedo divertita.
"Io sì!" afferma, ovviamente, la mia migliore amica.
"Che cos'è?" chiede Filippo, tenendo in mano la palla.
"Oddio, come te lo spiego..?" sospiro.
"Praticamente.." inizia Kiki "Ci si lancia la palla con cattiveria, poi se uno la prende non succede nulla se invece viene colpito e non la prende oppure non la prende proprio inizia a tenersi a mente le sillabe di Asino." spiega velocemente "Esempio.." gli ruba la palla e mi prende per il polso "Pronta Ali?" fa un sorriso quasi malefico e mi guarda negli occhi.
"Prontissima K!" faccio un grosso respiro e mi metto in posizione di battaglia, come le carte di Yu-Gi-Oh, avete presente?
"Allora.. VIA!" esclama lanciandomi con forza la palla ma io, da brava ex pallavolista, riesco a recuperarla senza alcun problema.
"Vuoi forse la guerra?" ridacchio e tiro, a mia volta, la palla con velocità e, come sospettavo, riesco a colpirla. Non ha dei gran bei riflessi, infatti vincevo quasi sempre io quando giocavamo.
"A" sbuffa e mi ritorna il colpo, che riesco a prendere al volo. Non può vincere contro di me, ormai sono una campionessa accidenti!
"Non vedo l'ora che tu arrivi al NO" faccio un mezzo sorriso e lancio la palla con meno forza se no povera, la prende in mano e fa un respiro profondo.
"Quindi avete capito come si gioca?" sorride e si avvicina ai ragazzi che ci stanno guardando divertiti.
"Assolutamente sì!" afferma il nano.
"Tanto non potete vincere contro di me." faccio loro la linguaccia e, insieme, ci mettiamo finalmente a giocare a questo gioco.

Lo facevo da piccola, quando andavo a mangiare dai nonni o si facevano grosse feste, quindi compleanni o Pasqua o addirittura Natale. Io, mia mamma, mia sorella, mia zia, anche lo zio e il papà, tutti i parenti dalla parte materna dunque, giocavamo a questo gioco e ci divertivamo un sacco. Solo che vinceva spesso mia sorella oppure i maschi, ora però nessuno può battermi! Anche perché la forza è diversa e così gli anni, ovviamente.

*****

Abbiamo mangiato un panino al volo ed ora siamo a fare il bagno, avremmo dovuto aspettare almeno un'oretta ma stavamo morendo di caldo e, di conseguenza, non abbiamo aspettato molto se non un quarto d'ora. Ovviamente non si fa, ma siamo tutti e quattro adulti e quindi responsabili delle nostre azioni.

"La cosa carina è che lei non si è mai accorta che ero io a rubarle le maglie!" afferma la mia amica, raccontando dell'accaduto di qualche anno fa.
"Guarda che lo sapevo!" alzo gli occhi al cielo.
"Certo, come no!" ridacchia lei, portandosi una mano alla bocca.
"Semplicemente non avevo problemi a lasciarti le mie maglie, sapevo che le avresti trattate con cura." le spedisco un bacio volante.
"Stai dicendo così solo per non fare la figura della sbadata." sorride divertita.
"Assolutamente no K, sai bene come sono." assottiglio gli occhi, pronta a sfidarla.
"Lo so scema." ride e mi tira una pallonata, da quando ce lo aveva lei? Pensavo lo avesse Filippo. Secondo me stanno iniziando a complottare qualcosa contro qualcuno: contro me quindi.
"E allora cosa vai a dire in giro?" rido sonoramente e le restituisco la pallonata, se l'è cercata.
"Continuiamo a giocare? Dai che mi annoio se no." sbuffa il nano mentre fa due bracciate verso di me.
"Guarda che non ce l'ho io la palla, che vuoi Fil?" alzo un sopracciglio.
"Ma che noiosa, volevo abbracciarti ma ora ti attacchi!" sbuffa e si alza del tutto, ritornando al suo posto.
"Dai K, lancia quella dannata palla!" sbotto, lei esegue subito il mio ordine e la tira a Lori, il quale la prende al volo e la lancia a Filippo.

Chi ha intenzione di passarmela? Da alcuni minuti non esisto per quei babbani e quindi ho deciso di uscire dall'acqua, ma ovviamente spero che qualcuno mi blocchi.
Inizio a camminare verso la riva, mi volto per osservare le loro movenze e poi esco.
In questo momento vorrei picchiarli, però visto che sono una donna di classe li ignorerò come hanno fatto loro, voglio proprio vedere come la prendono! Che poi, manco avessi fatto qualcosa di sbagliato se non l'imprecare ogni volta che non prendevano la palla, forse sono stata troppo dura, ops.

Prendo l'asciugamano e mi dirigo alle docce, me ne faccio una veloce e mi avvolgo nel telo mare, poi torno subito al nostro ombrellone, distendendomi sullo sdraio con ancora l'asciugamano addosso.
Prendo il cellulare e controllo l'email, così i messaggi e le chiamate: nulla, che bene. Ripongo il telefono al suo posto e chiudo gli occhi, lascio che il sole mi asciughi. Ho fame, il mare fa venire sempre così tanta fame che mi sento Goku, o Naruto, oppure Homer Simpson o addirittura Cappello di paglia e il bello è che posso mangiare quanto voglio che tanto non ingrasso, se lo sapesse qualcuno probabilmente mi ucciderebbe per questa fortuna, rido.

"Perché sei qua?" domanda la voce del nano, che si siede pure sul bordo del mio lettino.
"Semplicemente non mi calcolavate e quindi sono venuta su." apro gli occhi e mi siedo composta.
"Ci dicevi.." alza gli occhi al cielo, ma io vedo bene il suo sorriso soddisfatto.
"Avreste dovuto accorgervene da soli, non roviniamo questa settimana per favore." sbuffo e mi ridistendo.
"Dai, vieni?" mi posa una mano sul fianco.
"No. Vai pure, ci vediamo dopo." faccio un pollice in su e chiudo gli occhi.
"Permalosa." afferma alzandosi dallo sdraio.
"Mhmh.." commento alzando le spalle.

Non ricevo nessuna risposta quindi deduco che sia tornato in acqua, quasi quasi vado al bar a mangiare qualcosa.

Mi alzo, di nuovo, dal lettino e metto il pareo, poi infilo le ciabatte, recupero il cellulare ed il portafoglio, infine inizio a camminare sulla passerella che mi porterà al cibo, le gioie della vita.

Arrivo e mi siedo ad un tavolo, sorrido da sola e comincio a visionare il menù, me lo faranno un toast a queste ore? A parte che sono le sei, quindi probabilmente sì.

"Ha scelto?" chiede un cameriere sulla cinquantina.
"Sì." poso il listino al suo posto e guardo l'uomo "Un toast classico ed un tè alla pesca, grazie mille." gli sorrido, lui ricambia e se ne va.

Spero ci stiano poco, ho molta fame e non sopporto aspettare troppo.

>Sharonne:
Nulla di eclatante è successo in questo capitolo, non odiatemi haha
Non volevo eliminare situazioni ed arrivare direttamente ad un capitolo fondamentale, quindi mi dispiace per voi ma dovete sopportare questi passaggi non importanti, mi amate comunque?

Come sta andando a scuola?

(17/11/2016 • 01:10 AM)
xoxo S17

DUE ORE DI TE (Irama FF)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora