43. Madrid

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Sei ragazzi, un camper, un bellissimo paese e dieci giorni alla volta della Spagna. Madrid, allegra, piena di vita, trasmette tutta la felicità di questo mondo. Le persone qui sembrano aver trovato il proprio posto nel mondo, sembra che sappiano sempre cosa fare, dove andare. Madrid. Inspiro a pieni polmoni inebriandomi di tutta la pace che aleggia in questo luogo. Ymanuel si posiziona di fianco a me e mi sorride.
"Allora, ti piace?"
"È stupenda! È ancora meglio di come la descrivono, la adoro"
"Una città stupenda per una ragazza stupenda"
Gli sorrido dolcemente.
"Hey ragazzi, ho una fame pazzesca, andiamo a mangiare?" Sam interrompe il nostro incrociarsi di sguardi. Il ristorante è piccolo, ma il proprietario e le cameriere sono allegre e ti fanno sentire come se fossi a casa. Una fitta di malinconia mi attraversa gli occhi, l'ultima volta che ho mangiato spagnolo è durante la gita, insieme a Chris; cerco di portare i miei pensieri altrove, ritrovando il sorriso. Sam mi guarda e sorridendo dolcemente mi strizza l'occhio. Ha sicuramente intuito i miei pensieri. Victor, ha la tipica generosità degli spagnoli e continua a mandare assaggini dei piatti sul menu, al nostro tavolo, inutile dire che lo abbiamo inutilmente pregato di smettere. Il pranzo dura più del previsto e quando siamo fuori è quasi pomeriggio inoltrato.
"Allora ragazze, cosa volete fare?"
"A parte lo shopping!" dice Gonzalo prima che potessimo rispondere
"Io vorrei vedere la puerta del sol"
"Io plaza major"
"Io il museo della Reina Sofia".
"Voi avete il potere! Noi eseguiamo solo i vostri ordini generali!" Ymanuel ci fa il saluto militare.
Scoppiamo a ridere e ci mettiamo in marcia, con tutto ciò che vogliamo fare, dobbiamo darci una mossa, prima che faccia buio.
Ymanuel cammina al mio fianco tutto il pomeriggio chiedendomi continuamente se mi serve qualcosa o se sto bene.

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