Capitolo 11

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Al centro del locale, come sulla base di un cilindro, al centro di una fossa profonda, vi era una grande quantità di ragazzi sudati che ballava in modo sfrenato sulle note mixate dal DJ posizionato sul balconcino di metallo in alto.

Avevo finalmente visto un bancone dove servivano alcolici. Era un grande bancone blu, illuminato da fantastiche luci colorate, che accompagnavano i vari baristi nei loro movimenti veloci. L'angolo bar non poteva mancare, ovviamente.

Mi aspettavo un posto pieno di eleganza, di snob in dei luccicanti abitini striminziti, che lasciavano intravedere il prosperoso décolleté e il sedere prominente. Ma li non c'era niente di tutto ciò, anzi. Sembravano tutti giovani ragazzi, della mia età o più grandi, ricchi di personalità. Semplici ma facilmente identificabili.

Feci nuovamente caso al frequente abbigliamento. Leggings, jeans larghi, mega felpe e top. Non avevo ancora ben capito di che genere di posto si trattasse, ma decisi di rivolgermi a qualcuno dei miei nuovi "amici" per capirne qualcosa.

- Umh... Ma che genere di locale è questo? - chiesi alla persona più vicina a me in quel momento, ovvero Harry, che in onore di quell'uscita aveva raddoppiato la quantità di lacca sul suo bel ciuffo biondo. Un sorriso beffardo comparve sulla sua faccia, mentre continuava a guardare davanti sé.

- Credo che tra un po' ti schiarirai le idee - mi disse, alzando il tono di voce, per farsi udire al di sopra della musica. Dovevo ammettere che quel ragazzo sapeva mixare la musica in una maniera incredibile! Scossi la testa stupita dalla misteriosa affermazione del ragazzo al mio fianco.

Eravamo tutti quanti ancora insieme accanto alle scale, da cui eravamo scesi per raggiungere il centro della pista. - Annie, vuoi qualcosa da bere? - urlò Jodie strattonandomi per un braccio, nel chiaro tentativo di richiamare la mia attenzione. Ci pensai su per un millesimo di secondo, trovando subito una risposta. La seguii fino al lungo e luminoso bancone, insieme a Lindsey. Lei era forse la più appariscente in quel locale. Non tanto per il suo modo di vestire, perché su quello non avevo nulla da ridere, ma la sua lunga treccia e la quantità di ombretto brillantinato sugli occhi verdi la facevano distinguere da tutti gli altri. - Sembri piacere ad Harry - esordì, schiacciando un occhio nella mia direzione in un gesto ammiccante e malizioso. Liberai una leggera risatina per poi parlare - Ma no! Mi sta solo un po' addosso -. Lindsey ricambiò la mia risata, appoggiandosi al bancone e ordinando un rum e pera. Il ragazzo dalla pelle scura, che faceva risaltare la sua bianca dentatura, si voltò prendendo una bottiglia dal collo lungo dalla parete alle sue spalle, anch'essa blu. - Davvero? - si unì la ragazza dai tratti orientali - Harry ci prova con te? -. Alzai gli occhi al cielo sbuffando per trattenere una risata. - All'inizio forse un po' sì, ma ora ha capito che con me non ha via libera. Insomma, ho un ragazzo! - spiegai cercando di fare capire ad entrambe la nostra situazione. - Un gin tonic - dissi al ragazzo che aveva appena consegnato il drink alla bionda al mio fianco. - Certo che tuo fratello ha proprio un gran coraggio! - sbottò Jodie. Strabuzzai gli occhi dopo un attimo di confusione. - Tuo che?! - dissi sbalordita. - Oh, non lo sapevi? - domandò con fare innocuo Lind - Comunque sì, Harry è il mio gemello -.

Il mio mento toccò quasi terra, ero veramente sorpresa e stupita da quella scoperta di grande valore. Insomma era una cosa davvero importante! Avrei potuto dire qualcosa di non bello o offenderlo senza sapere di star parlando con la sorella.

- Non fare quella faccia - mi riprese dopo aver riso genuinamente. Scossi la testa incredula, afferrando il bicchiere che mi aveva appena passato il barista, lasciando all'istante i soldi nella sua mano.

Ora che ci facevo caso, notavo una certa somiglianza tra i due. Stessa pelle chiara, stessi capelli biondi, stessi occhi verdi, stessi tratti somatici. Mi stavo dando della stupida mentalmente per non averlo capito prima. Portai il bicchiere alle labbra prendendo un sorso del mio drink, che mi fece pizzicare la gola dandomi una sensazione di puro piacere. Non bevevo molto, ma dovevo ammettere che la sensazione dell'alcol che attraversava il mio corpo non mi dispiaceva affatto.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora