Capitolo 31

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Capitolo alquanto strano e buffo, sotto alcuni punti di vista. Spero che vi piaccia perché lo avevo programmato già da un po'.

Spero che passerete delle belle vacanze. Buona Pasqua! ✨

Mia madre e i suoi mega pranzi della domenica erano già qualcosa di stressante e opprimente, soprattutto quando si innervosiva se qualcosa non andava per il verso giusto. Ed era proprio per questo che, quando misi piede dentro quella grande casa, mi pentii di essere andata.

Cosa poteva esserci di peggio di un noioso pranzo domenicale accompagnato dall'isteria di una madre?

Una cena domenicale -forse non più tanto noiosa- accompagnata dall'isteria di una madre e due intere famiglie come ospiti. Mia madre organizzava tutto per filo e per segno e aveva progettato quella cena con i Mendes e i James proprio per l'ultimo giorno di permanenza di Luke e David a Toronto.

L'intera famiglia era in subbuglio per l'arrivo dei numerosi ospiti. Mancava solo mezz'ora al loro arrivo e mia madre era ancora in cucina.
- Preparerò tutto all'ultimo secondo per evitare che si freddi troppo - aveva detto, e in quel momento capii che intendeva letteralmente "all'ultimo secondo". Carter era dentro la doccia del piano inferiore da quasi un'ora ormai, suo padre era al piano di sopra alla ricerca della cravatta adatta da indossare e i due ventiquattrenni si erano completamente volatilizzati, forse troppo presi dalla loro immagine riflessa nello specchio, narcisisti com'erano.

Chiusi il flaconcino di eye-liner, guardando la mia immagine riflessa allo specchio dalla cornice bianca. Mia madre aveva fatto aggiungere uno specchio abbastanza grande sopra il comò color avorio. Pensava che in quel modo avrei sentito più mia quella casa, ma non uno specchio non avrebbe fatto la differenza.

- Toc toc! - esordì Luke, sporgendo la testa oltre la porta per vedere cosa stessi combinando. Mi voltai nella sua direzione, sorridendo.

- Ehi, ehi! Non puoi scendere così - disse, indicando il mio abbigliamento. Mi guardai confusa, indossavo una maglioncino bianco panna e una gonna blu lunga fino alle caviglie, davvero nulla di particolare.

- Dici che è troppo corta? - ironizzai roteando gli occhi. La copia maschile di mia madre ammiccò nella mia direzione, aggiustandosi il ciuffo scombinato e morbido. - Ti copre a malapena le caviglie, Annie! - stette al gioco.

- Mamma è ancora di sotto? -.

- Penso di sì. Ti trovi bene con Ben e Carter? Ora è diverso, no? Passate più tempo insieme - domandò, dirigendosi con disinvoltura verso lo specchio per aggiustarsi i capelli con le mani. Narciso in persona. Feci spallucce, spostandomi verso il letto per sedermi. - Non che stia più di tanto con loro, ma mi sembrano brave persone. E poi, la mamma è felice adesso, no? L'importante è questo -.

- Sì, è un'altra donna. - mi lanciò uno sguardo direttamente attraverso il vetro dello specchio - Non riesco nemmeno a credere che abbia aperto la sua sognata pasticceria. Sono contento per lei, voglio dire, all'apparenza Ben sembra volere il meglio per lei -.

- Anche lui si merita una donna come nostra madre, dopo tutto quello che ha passato. Mi sta trattando come una vera figlia. Penso di dover cercare un lavoretto per pagare almeno una parte delle tasse dell'Università - affermai con determinazione. - Già -.

- E tu? David mi ha detto che tu ed Ethan avete litigato - cambiò discorso subito dopo, staccando gli occhi dalla sua immagine allo specchio. - Più che litigato, direi chiuso. Ieri sera mi ha mandato un messaggio, ma non gli ho risposto - sospirai.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora