Capitolo 26

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Se le mie supposizioni non erano errate, Shawn doveva essere proprio lì. Non avevo ancora un piano B, nel caso non l'avessi trovato al lago, ma era già un primo passo.

Sarah aveva insistito per venire con me, ma avevo pensato che nel caso Shawn fosse stato lì, non sarebbe stato corretto nei suoi confronti. Quel posto era privato per lui, e mostrarlo a sua madre e di conseguenza a tutta la sua famiglia non era una cosa affatto carina. Io ne ero a conoscenza solo perché si fidava di me, e non l'avrei tradito. Era una località pubblica, ma quel posto -deserto nelle stagioni fredde- era speciale.

Così, con la promessa di avvertirla nel caso lo avessi trovato lì, mi misi in macchina. Non avevo la patente da molto tempo, ma me la cavavo. Non andavo mai a velocità troppo elevate, ma quella sarebbe stata un'eccezione. Il lago era in periferia, davvero distante dal quartiere in cui vivevano i Mendes. In casa non avevo visto Ashley, ma forse era impegnata.

Le strade non erano molto trafficate. Un giovedì sera abbastanza tranquillo, per gli altri. A mio parere, quello era il peggior giovedì dell'anno. Il funerale, la sofferenza, Kate e la questione di Shawn. Però tutta quella giornata mi faceva sentire soddisfatta di me stessa. Stavo cercando di aiutare gli altri senza farmi sopraffare dalle emozioni.

Guidai per circa un'ora, arrivando a destinazione un po' stanca. Il cielo era dello stesso colore delle mie emozioni e la temperatura si era abbassata drasticamente. Rimpiansi di aver indossato solo un leggero giubbotto di jeans sopra la maglia, ma non era il momento adatto per farmi quei problemi. Lasciai il cellulare sull'auto parcheggiata su un lato della strada, incamminandomi verso la spiaggia. Avevo un po' di paura e il mio battito cardiaco stava iniziando a fare una camminata veloce. La zona era per tre quarti all'oscuro, salvo qualche zona illuminata da dei lampioni dalla luce aranciata, che formavano quel contrasto luce-ombra ancora più inquietante. Scossi la testa, ripetendomi di dover solo cercare Shawn. Non c'era alcun pericolo.

Quel luogo mi fece venire in mente una delle foto che avevo rubato a Shawn. Gliela avevo scattata di nascosto durante un pacifico pomeriggio. Ero così felice in quel periodo... Avevo degli amici, un ragazzo, persone che mi amavano veramente...

Forse in quel periodo sapeva divertirmi anche senza alcol e mi facevo pena da sola per essere caduta così in basso.

Il lago era davvero grande, ma non pensavo che Shawn potesse essersi spinto verso l'altra parte. Feci qualche passo verso la zona est del lago, cercando il ragazzo con lo sguardo.

Ebbi un sussulto, quando scorsi una figura sdraiata in riva al lago. Toccava quasi l'acqua dolce e l'unica cosa ad essere visibile era la pelle del viso, così chiara da essere in contrasto con il resto dell'ambiente. - Shawn! - lo chiamai. Non avevo la certezza che fosse lui, anche perché ero ancora troppo distante, ma al suono di quel nome alzò il capo di scatto. Corsi fino a raggiungerlo e più mi avvicinavo, più riuscivo a scorgere ogni suo dettaglio. A partire dall'abbigliamento fino agli occhi arrossati, dai capelli in disordine alle scarpe slacciate.

- Cosa ci fai qui? - domandò con voce sommessa, mettendosi a sedere irritato. - No. Cosa ci fai tu qui? I tuoi sono preoccupati - ribattei a tono.

- Non credo siano affari tuoi. Sei lunatica, Annie. Un giorno mi eviti e diventi rossa dalla rabbia quando mi vedi e l'altro vieni a cercarmi - sbottò, spostando lo sguardo sulle acque calme del lago illuminate dalla luna pallida e tonda. - Vuol dire che oggi la luna è stata più buona. - mi avvicinai toccandogli la spalla - Ora alzati e andiamo -.

- Sei la mia babysitter? -.

- Perché ti comporti così?! Sono venuta fin qui a prenderti e non fai altro che insultarmi! - pensai ad alta voce, alzando la voce più del dovuto.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora