Sottolineai qualche riga, cercando di far emergere solo le cose necessarie. Lanciai uno sguardo al mio cellulare per controllare l'ora. 5.22 pm.
Erano passate ben tre ore da quando avevo aperto il libro di filosofia. Avevo sistemato tutti gli appunti e mi ero messa a studiare il terzo capitolo del libro. Sbuffai, avendo bisogno di una pausa. Avrei potuto chiedere alla mia compagna di stanza di farmi un po' di compagnia per un caffè veloce prima delle fatidiche prove di ballo, le ultime di quella settimana, ma era scomparsa nel nulla come sempre.
Chiusi il libro, rifiutandomi di continuare a leggere a vuoto.
Afferrai il cellulare abbandonato fra le lenzuola aggrovigliate, facendo un giro fra i social. Luke e David avevano pubblicato delle foto insieme a Toronto ed Ethan una foto con i suoi amici in un locale notturno. Mi sentii profondamente stupida: io ero lì a pensare ad un modo per farmi perdonare mentre lui si stava divertendo con i suoi amici, fregandosene altamente della nostra situazione. Ebbi quasi un ripensamento sulla questione di andare a New York.
Scossi la testa, troppo nervosa per tutta quella situazione. Non stavo male perché avevo -in pratica- distrutto la storia con il mio ragazzo, ma ero arrabbiata perché mi aveva insultato. Come si permetteva a darmi della puttana?!
Mi alzai dal letto con uno scatto, gettando un urletto di disperazione. Avevo bisogno di stare un po' con i miei amici e non pensare a tutto quello. Cacciai le pantofole sotto il letto ed indossai i miei stivaletti. Recuperai il cellulare e delle banconote e uscii dalla stanza diretta verso quella a fianco.
Speravo di trovare Jodie, visto che solitamente era in camera -a meno che non si trovasse in biblioteca-. Bussai alla porta in legno scuro.
- Ciao, Annie - mi salutò la diretta interessata. - Che fai? Vuoi venire al bar? -.
- Emh... Veramente sto studiando - mormorò in imbarazzo. - Dai! È solo per mezz'ora - provai a farla cedere. Alle sei in punto sarei dovuta andare al garage per le prove, quindi non avevo chissà quanto tempo a disposizione.
Si morse il labbro inferiore, mettendo in risalto i suoi denti bianchi a causa del colore scuro della pelle. Lanciò uno sguardo ai libri sul suo letto colorato, prima di sorriderere debolmente. - E va bene, un attimo che prendo la borsa - cedette infine.
Sorrisi soddisfatta, aspettandola sull'uscio della sua stanza. Diedi un'occhiata all'interno, constatando che non vi fosse Lindsey.
- Ehilà! - esclamò una voce familiare alle mie spalle. - Harry! - lo salutai con un sorriso smagliante.
Salutai Jack con un gesto della mano, ricevendo solo un cenno con la testa da parte sua. - State uscendo? - chiese il biondo, lanciando un'occhiata a Jodie che ora stava chiudendo la porta.
- Andiamo solo a prenderci qualcosa al bar - lo informai, prendendo sotto braccio la diciannovenne al mio fianco. - A dopo, allora -.
Sorrisi in direzione di Harry, procendendo con Jodie verso la parte opposta alla loro. Nei corridoi non c'era quasi nessuno, tutti impegnati a studiare o rientrati a casa per il weekend. - Lunedì ho un esame - sbuffò sconfortata. - Condoglianze -.
Ricevetti un'occhiata omicida, mentre la diciannovenne spingeva la maniglia anti-panico della porta per uscire all'aria aperta. Il cielo era molto più nuvoloso e cupo rispetto al giorno precedente, segno di essere nel clou della stagione autunnale. Lungo l'immenso prato che divideva i dormitori dal settore principale dell'Università non vi era nessuno, solo un paio di persone al chioschetto in legno.
Attraversammo il prato velocemente, sfuggendo a quel cielo soffocante. I corridoi erano pieni di gente, così come il bar. - Si può sapere perché ieri sei arrivata in mensa con quella faccia? - dissi, entrando nel moderno ambiente. Presi posto ad un tavolo adiacente al muro, esortando Jodie con lo sguardo. - Che prendi? Io ho voglia di qualcosa riscaldante con questo tempaccio - sviò il discorso.
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Quel ragazzo con la chitarra in mano 2
Fanfic#Wattys2018 (incrociamo le dita!) SEQUEL DE "QUEL RAGAZZO CON LA CHITARRA IN MANO // SHAWN MENDES ". "- Non molto adesso. Diciamo che mi hai incasinato così tanto da farmi distrarre per un po' - provò a farmi sorridere, ma ero consapevole che in qu...