Capitolo 7

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Un milione di domande mi invasero la mente. Era veramente diventato un cantante famoso?

Mi venne quasi da pensare che mi fossi sbagliata. Che quel ragazzo sopra il palco non fosse Shawn ma un'altra persona, che quella fosse una stupida somiglianza.

Mi voltai, scorgendo Vicky, Jodie e gli altri fermi nel punto in cui li avevo lasciati.

Il ragazzo sopra il palco iniziò a cantare. Quella canzone la conoscevo già. Era la stessa canzone che avevo sentito in taxi qualche giorno prima.

- I thought that I'd been hurt before
But no one's ever left me quite this sore
Your words cut deeper than a knife
Now I need someone to breathe me back to life

Got a feeling that I'm going under
But I know that I'll make it out alive
If I quit calling you my lover
Move on

You watch me bleed until I can't breathe
Shaking, falling onto my knees
And now that I'm without your kisses
I'll be needing stitches
Tripping over myself
Aching, begging you to come help
And now that I'm without your kisses
I'll be needing stitches... -.

Ebbi il bisogno di andare via da quel posto, non riuscivo a sopportare quella situazione. Feci qualche passo indietro, spostandomi tra la folla, spintonando qualcuno quando non riuscivo a passare. Andai dritta verso Lindsey, che stava cantando a squarciagola la canzone che Shawn stesso stava interpretando. - Io... Io torno in stanza - dissi, ancora troppo scombussolata.

Smise di cantare, dedicandomi un attimo del suo tempo. - Ma la serata è appena iniziata... - sottolineò guardandomi confusa. - Sì, ma ne ho bisogno - aggiunsi, cercando di liquidarla il primo possibile e ritornare in camera.

- Okay, avverto io gli altri. Ciao - mi disse sorridente, cercando di essere il più cordiale e simpatica possibile. Ricambiai il sorriso prima di fuggire verso la mia stanza.

Quando entrai nel piccolo ambiente mi richiusi la porta alle spalle e, dopo essermi appoggiata alla porta con la schiena, presi un lungo sospiro.

Estrassi il telefono dalla tasca dei miei pantaloni, trovando due chiamate perse da Ethan e una da mia madre. Pensai che la cosa più giusta da fare fosse non richiamare nessuno dei due, perché entrambi si sarebbero accorti del mio stato d'animo, preoccupandosi inutilmente.

Prima che io stessa avessi il tempo di rendermene conto, avevo già composto il numero di Kate, che mi rispose solo dopo il terzo squillo.

- Ehi, Annie - mi rispose pimpante. - Kate, sei impegnata? - le chiesi, avvicinandomi al mio letto fino a sedermici sopra. - No, cioè stavo preparando la valigia per domani, perché? È successo qualcosa? -.

Sospirai. - Tu lo sapevi, vero? - chiesi.

- Sapevo cosa? - domandò a sua volta non capendo a cosa mi riferissi. Spostai lo sguardo fuori dalla finestra, dove arrivavano le luci colorate e soffuse del palco.

- Che Shawn è diventato famoso - dissi in modo deciso, sospirando confusa.

Sentii dei versi confusi dall'altra parte del telefono, cosa che mi fece pensare che stesse boccheggiando. - Sì, Annie. Certo che lo sapevo -.

- Perché non me l'hai detto? - le chiesi alzando il tono di voce, stavo iniziando ad arrabbiarmi.

- Sei stata tu a dirmi di non voler più sentire parlare di lui perché volevi dimenticarlo. E poi, cosa ti dovevo dire? - ribattè infastidita. - Kate è una cosa importante questa! Non è una cosa da poco! -.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora