Capitolo 10

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- Buongiorno a tutti - disse il professore di filosofia. Anzi, il classico professore di filosofia. Pantaloni chiari, giacca a quadri verde e ovviamente il classico papillon rosso acceso. Si avviò verso la cattedra tenendo in mano la sua valigia di pelle marrone. Poi, posò quest'ultima sulla sedia e prese un paio di occhiali che indossò subito dopo.
- Allora... - sospirò sostenendosi attraverso le mani posate sulla cattedra di legno di ciliegio. Ci stava scrutando tutti, ad uno ad uno. Eravamo disposti sulla platea dai posti in legno. La formalità di quella stanza metteva un po' di tristezza.

L'uomo dai baffi bianchi posò lo sguardo su di me per pochi secondi, per poi farlo scivolare sulla ragazza poco più in là. - Io sono Gregor Turner, il vostro insegnante di filosofia - si presentò, aggirando la cattedra per essere ancora più vicino a noi.

Ero posizionata in un buon posto, a parer mio, né troppo lontano in modo da poter seguire la lezione, né troppo vicino per non essere costantemente sotto gli occhi del professore. - Chi è che mi sa dire cos'è la filosofia? - domandò, poggiando il fondo schiena alla cattedra, per poi incrociare le braccia al petto e portarsi una mano sotto il mento.

- Questo è strano... - mormorò una ragazza che era seduta alla mia destra, facendomi sorridere. - Dove sono finita? - continuò fissando l'uomo allibita. Pensava tranquillamente ad alta voce, senza rendersi conto che io la potessi sentire. Forse.

- Lei! - disse Turner facendo un segno con la mano nella mia direzione. - Io? - balbettai, non avendo la minima idea di cosa dire. - Non lei, la ragazza al suo fianco. La rossa - si affrettò a dire, facendo l'ennesimo gesto con la mano come a voler scacciare una mosca. La ragazza al mio fianco sgranò gli occhi, alzandosi in piedi.

- Wow... È anche strabico - commentò a bassa voce, facendomi sorridere divertita per la seconda volta. - Emh... La filosofia è... Uno stile di vita - rispose. La frase suonò più come una domanda, accompagnata dalla sua faccia confusa e impaurita.

Una risata generale si fece largo fra tutti gli studenti. - Ciò vi diverte? - domandò l'uomo con la sua voce grossa, togliendosi gli occhiali. L'ampia aula calò nel silenzio, mentre tutti fissavano il professore. - Iniziamo con le figuracce - sbuffò la ragazza dai capelli color carota.

- Ebbene sì, la filosofia è proprio uno stile di vita. Che la cosa vi diverta o meno, è proprio così -.

Ascoltai il resto della lezione, prendendo appunti di tanto in tanto. Il professore riuscì a coinvolgere tutti, e la cosa mi affascinò parecchio. Ad alcuni dei presenti, compresa me stessa, non piaceva filosofia semplicemente per il fatto che fosse una materia estremamente noiosa. Ma quella lezione fu diversa.

Forse perché era la mia prima lezione di filosofia da universitaria, forse perché i commenti sussurrati a se stessa della ragazza al mio fianco non facevano altro che rendere la lezione più divertente e meno pesante, forse perché fu tutto merito del professor Turner, quasi ci restai male quando il professore terminò di spiegare, dandoci il permesso di andar via.
Mi alzai dal mio posto, prendendo la penna nera e il quaderno giallo fluo che avevo utilizzato per gli appunti, cacciandoli nella borsa a tracolla rosa chiaro.

Mi misi la borsa in spalla ed uscii dall'aula, come il resto degli studenti.

Controllai il mio orario, notando che non avrei avuto altre lezioni per quell'ora. Avrei avuto anatomia tra un'ora e mezza, quindi avevo tutto il tempo per andare a prendere qualcosa al bar.

Iniziai a camminare fra i numerosi studenti. I corridoi larghi erano pieni e confusionali, cosa che mi fece venire voglia di uscire assolutamente da quel luogo. Odiavo da sempre la confusione.

Avvertii qualcosa stringersi attorno al mio polso destro. Mi fermai girandomi di scatto. Mi ritrovai faccia a faccia con un ragazzo biondo dagli occhi limpidi. Harry.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora