Capitolo 38

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Avevo messo le tovaglie ad asciugare davanti al camino, disposte sullo schienale di una delle sedie della cucina. Il caminetto scoppiettava alle mie spalle, e le fiamme calde mi riscaldavano la schiena e allo stesso tempo asciugavano i miei capelli arruffati.

Shawn era seduto davanti a me e stava uscendo il cibo dal sacchetto. Era ormai notte, ma a noi non importava.

- Sai che non lo mangerò, vero? - domandai sarcastica, fissando la scatola di cartone bianca con una scritta in cinese. - Devi provarli - ordinò porgendomi la scatola e due bacchette bianche. Come cazzo si poteva mangiare con due bastoncini?!

- Anche no - rifiutai. - Non era una domanda -. Lo fulminai con lo sguardo e poi aprii titubante la piccola scatola, venendo investita da un profumo pungente. Bene, avevo superato il primo step e stavo già per vomitare. Come si usavano quelle dannate bacchette?!

Sembravano degli spaghetti, forse un po' più mollicci e con un condimento che ti faceva rivoltare lo stomaco.

Li mescolai con una delle bacchette, guardando il tutto con un'espressione disgustata. - Per caso hai trovato il mostro di Loch Ness nei noodles? -.

Scoppiai a ridere per la sua constatazione, posando il contenitore sul tappeto. - Peggio, fidati - scherzai con una risatina. - Vuoi restare davvero a digiuno? - mi chiese con un ghigno, cosa che la diceva lunga sul resto della serata. - Ti ricordo che ho cenato all'università -.

In realtà stavo morendo di fame. Quel tempaccio e le ore passate a ballare mi avevano sottratto molte energie.

- Va bene. Vuol dire che mangerò tutto io, compresa la pizza - disse con finta disinvoltura, maneggiando le bacchette con naturalezza. Drizzai le orecchie mentre uno strano brontolio proveniente dal mio stomaco raggiunse le nostre orecchie.

- Hai comprato anche la pizza? - quasi urlai. - Sì, peccato che hai cenato al campus - continuò il suo giocchetto. Gli lanciai uno sguardo truce.

- Dammela - ordinai, puntandogli un dito contro. - Solo se assaggi quelli - ribatté facendo un cenno con le bacchette verso il contenitore sul tappeto. - È un ricatto? -.

- Chiamalo come vuoi. Sappi solo che la pizza è al salame piccante e peperoni -. Riprese a mangiare con nonchalance, mentre la luce del fuoco alle mie spalle gli si rifletteva su tutto il viso. L'acquolina in bocca e l'improvviso vuoto allo stomaco mi costrinsero a prendere scatola e bacchette in mano.

Sospirai per poi provare ad impugnare i due bastoncini di legno. Che cosa ero costretta a fare!

- Devi tenerle così - istruì, alzando le bacchette a mezz'aria per mostrarmi come tenerle. Provai a metterle nello stesso modo, ma una di esse cadde.

Alzai gli occhi al cielo, arrendendomi. - Non posso mangiare con una semplice forchetta? - brontolai.

Sorrise divertito dalla mia incapacità, prendendo quella specie di spaghetti di cui avevo dimenticato il nome dalla sua scatola. Allungò il braccio verso la mia bocca, con un sorriso da orecchio a orecchio. Quella situazione doveva divertirlo un mondo. Aprii la bocca, un attimo prima che Shawn mi imboccasse.

Il condimento era super saporito, ma la consistenza era davvero strana. Feci una smorfia, mandandoli giù a fatica. - Okay, dov'è la pizza? - dissi disgustata. La risata di Shawn echeggiò nella stanza, provocandomi brividi lungo le braccia e quelle fottute farfalle nello stomaco.

Piegò la testa indietro, rendendo più evidente il suo pomo d'Adamo. - Eccola - esclamò dopo essersi calmato, porgendomi un cartone della pizza nascosto dietro le sue spalle.

Lo afferrai e cominciai a divorarla, mentre lui consumava anche i miei noodles e altro cibo cinese. La pioggia picchiava rumorosamente sulle finestre chiuse e l'intera casa si era completamente riscaldata. Mangiammo e chiacchierammo per un po', fin quando le lancette non segnarono le due della notte.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora