Capitolo 43

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Studiare filosofia non mi sembrava nemmeno più così divertente come quando lo facevo con Shawn. Le cose erano un po' cambiate da quando era andato via. Primo: il tempo aveva continuato la sua corsa senza ritorno ed eravamo negli ultimi giorni di novembre. Secondo: non tornavo a casa da quando lui era partito. Terzo e ultimo, ma non per meno importanza: Kate sarebbe arrivata tra esattamente diciannove giorni. Poco più di due settimane, praticamente. Era una cosa da aggiungere alla lista di belle cose che mi capitavano in quel periodo.

Lista che in realtà non avevo, ma che in effetti potevo iniziare a scrivere. In genere avevo più disgrazie che gioie da raccontare, quindi mettere quest'ultime nero su bianco mi avrebbe aiutato a ricordare che anche nella mia vita c'era qualcosa per cui sorridere.

Scossi la testa, sforzando il mio cervello per concentrarsi su quello che stavo leggendo. Cosa c'era di così difficile nella filosofia? Quel giorno ero troppo distratta per studiare, ma dovevo impormi di farlo.

Le vacanze di natale mi avrebbero fatto dimenticare un bel po' di cose, quindi era meglio studiare per bene. La suoneria del mio cellulare mi fece sussultare. Era la dimostrazione pratica che la mia testa si trovava sempre fra le nuvole, o qualche metro al di sopra. Mi morsi il labbro, rispondendo solo dopo un paio di squilli, giusto per il gusto di farlo aspettare.

- Shawn -.

- Ti ho svegliata? - sussurrò dolce e innocuo. Mi si sciolse il cuore al solo udire quel suono. - No. Stavo studiando - spiegai.

- Mi sa che ho sbagliato il calcolo del fuso orario - scherzò, trascinandosi in una gioiosa risatina. - Com'è andato il concerto di ieri? - chiesi curiosa.

- Ad un certo punto hanno preso dei fogli -uno per ciascuno- con su scritto "You are..." e quello che io sono per loro. Non pensavo di essere così... Come posso dire? -.

- Importante? Significativo? - proposi. - ...Importante per persone che neanche conosco - confessò, non credendo nemmeno alle sue stesse parole. - È questo l'effetto che fai. Sarà per l'aria da bravo ragazzo, ma entri subito nel cuore di tutti - aggiunsi, facendo spallucce. - Ah, quindi è per questo che mi ami? Per l'aria da bravo ragazzo? - pronunciò l'ultima frase imitando goffamente la mia voce.

- Sì e non far finta di non saperlo -.

Rise lievemente, facendomi rabbrividire. - Ah, a proposito... - si interruppe d'istinto - Mi manchi -.

Quelle due paroline fecero fermare il mio cuore per un secondo. - Certo, fa schifo dirtelo per telefono. Adesso vorrei solo baciarti, accarezzarti.. - chiusi gli occhi - Dio, queste chiamate mi faranno impazzire -. Il mugolio con cui uscì quella frase mi fece arrossire.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora