Capitolo 32

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- Certe volte vorrei avere giorni entusiasmanti come i tuoi. Ad ogni modo, quella è una zoccola con la Z maiuscola, dovresti darle una bella lezione - esclamò la mia migliore amica. Forse l'aria londinese le aveva davvero fatto del bene, perché a sentirla sembrava più sollevata.

- Non sai quanto possa essere antipatica. Vorrei capire quale problema ha realmente - sbuffai.

- Già. Dovresti cambiare aria, sai? Quella , Ethan, Shawn, Tyler e tutti quelli che hanno reso pesante la tua settimana non ti fanno affatto bene -.

- Pensi che non lo sappia? Ho davvero bisogno di staccare la spina -.

- Perché non vieni qui a Londra? - propose. In effetti, le avevo promesso di andare qualche volta, ma non ero in vena di viaggi o cose del genere.

- Sì, ma non adesso - sospirai.

- Mi avevi promesso che saresti venuta a trovarmi, quindi devi per forza! -.

- Hai ragione, magari il prossimo mese -.

- Va bene. Senti, la mia coinquilina è tornata e le avevo promesso di uscire, quindi adesso vado. Ciao, Annie - mi salutò dopo tre quarti d'ora di chiacchiere. - Ciao! -.

Cliccai sul tasto rosso e sbolognai il telefono all'interno della borsa. Poi recuperai il giubbotto ed uscii dalla stanza con un paio di libri in mano.

Attraversai i corridoi del dormitorio e il prato, entrando nell'edificio opposto, diretta in biblioteca. Era piena, come mi aspettavo, ma nonostante ciò vi era un silenzio agghiacciante. Qualcuno era seduto su una poltrona, altri ai tavoli accanto al muro in fondo, altri ancora erano raggruppati attorno ai quattro tavoli disposti parallelamente.

Le luci gialle e calde dei lampadari attaccati all'alto tetto rendevano tutto più accogliente e la bibliotecaria era davvero una signora simpatica e gentile. Mi diressi verso i tavoli in fondo, quelli piccoli e riservati, sperando di trovarne almeno uno a disposizione. Era davvero il miglior posto.

Attraversai le lunghe file di scaffali in legno che arrivavano al soffitto. Lessi qualche titolo di sfuggita, ma capii che quello era il reparto di fisica. Non faceva affatto per me.

C'erano ancora un paio di tavoli disponibili, quindi mi affrettai ad accomodarmi. Ad uno dei tavoli occupati vi erano TJ ed Aria intenti a leggere dei libroni per chissà quale esame. Non mi notarono, quindi estrassi il quaderno degli appunti di filosofia dalla tracolla e iniziai a rileggerli con attenzione. Aspettavo l'arrivo di Camila con trepidazione. Dovevamo riordinare i nostri appunti e sistemare eventualmente qualcosa.

Vidi spuntare una chioma rossa da dietro lo scaffale più vicino. Camila si guardava attentamente intorno, muovendo le labbra. - Ehi, sono qui! - sussurrai, sicura che mi avrebbe sentito. Si avvicinò sorridendo. I suoi capelli si colorarono di riflessi ancora più vivaci a causa dei raggi solari perpendicolari alla finestra. Erano appena le cinque del pomeriggio, ma il sole sembrava ancora abbastanza caldo.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora