Mi guardai allo specchio, decorato da quella cascata di lucine bianche. Un altro filo di lucine natalizie era attorcigliato in un luminoso vortice attorno alla testata del letto. Un alberello in miniatura, posto di lato sulla superficie del comò, era arricchito da palline bianche e grigie.
Alla finestra con il grande davanzale imbottito, quello su cui mi vedevo ogni tanto per guardare fuori o leggere, erano stati attaccati candidi fiocchi di neve a otto punte, pendenti e ben visibili da fuori tanto erano grandi. Per il resto della stanza vi erano un sacco di oggetti di natale, così come i cuscini rossi e bianchi sul letto e la piccola ghirlanda -della stessa grandezza del palmo della mia mano- era appesa sopra i cardini della porta. Io e Kate avevamo fatto un ottimo shopping.
Mi concentrai sull'immagine riflessa allo specchio e terminai il tutto con qualche goccia di profumo. Avevo addosso un vestito rigogliosamente rosso -rosso Natale, come mi piaceva definirlo-, con la gonna larga e il corpetto aderente. Le maniche erano lunghe e semplici Le décolleté nere erano scomode, come sempre, ma dovevo sopportarle per quel giorno. Kate, come promesso, si era occupata del make up, usando rossetto e ombretto rosso, creando una lieve ombra sulle palpebre. Quello era stato il compresso, ma le labbra rosse mi donavano, nonostante non fossi bionda. Sulle bionde, dopotutto, il rossetto rosso risultava volgare; quello era un dato di fatto.
- Piccolo bastardo, ridammi il mio profumo! - urlò Luke con la sua voce matura, accompagnato da un suono di passi pesanti sul tappeto persiano dell'atrio oltre la mia porta.
Un toc toc leggero, quasi timido, mi fece sussultare, troppo concentrata sulle urla di mio fratello. Mi spostai ad aprire la porta, restando perplessa nel vedere Gemma. I suoi capelli biondi -finti, ovviamente, e con una notevole ricrescita castana- erano arruffati e gonfi, non esattamente nel suo stile. Sugli occhi aveva una spessa riga di eye-liner che le faceva risaltare gli occhi azzurri e un rossetto rosa smorto sulle labbra, che non mi piaceva granché.
- Posso usare la tua presa? - chiese, con una smorfia imbarazzata, alzando la piastra a mezz'aria. Ecco la spiegazione a quei capelli orrendi...
- I bagni sono entrambi occupati e Luke sta usando la presa vicino allo specchio della sua camera - spiegò dispiaciuta, non ricevendo una risposta. Sbattei le palpebre, dandomi della stupida. - Sì, sì, certo. Luke è più fissato di una ragazza con i suoi capelli - mi ripresi in extremis, facendola passare.
- Ci manca solo che si vanti di avere una piastra migliore della mia. Quasi quasi glielo taglio quel ciuffo - concordò, facendomi ridere. Quel particolare del carattere di mio fratello mi portò alla mente Harry. Non lo vedevo dall'inizio delle vacanze e mi mancava già. Non c'era nessuno a chiamarmi "dolcezza" in quei giorni e nessuno a preparare le acrobazie. Mi mancava anche fare la prove con la crew e tutti i miei amici, soprattutto Jodie. Quella mattina avevo mandato un messaggio di buon Natale, al seguito degli altri, nella chat di gruppo. Dovevano essere tutti lontani, Vicky a Chicago, Lind ed Harry dai loro genitori, così come Jack -forse- e Jodie in Italia, da suo padre. Mi aveva anche promesso che una volta mi avrebbe portato con lei, a vedere l'Italia e non solo. Sapeva del mio desiderio di visitare l'Europa in generale.
Si abbassò ad attaccare lo spinotto e poi posò la piastra a terra, in attesa che si riscaldasse.
- In tal caso, lascialo - ribattei. Erano passati solo pochi secondi, ma io mi ero già persa nei meandri della mia mente.Rise anche lei, mentre io mi sedetti sul mio letto. Non mi andava di andare a vedere il caos di pentole al piano inferiore in onore del pranzo di Natale. Gemma aveva addosso un vestito nero aderente, molto elegante. Le maniche erano lunghe e di pizzo, mentre la cerniera arrivava a metà schiena, lasciandola scoperta. - Oggi ci sarà anche il tuo ragazzo, vero? -.
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Quel ragazzo con la chitarra in mano 2
Fanfiction#Wattys2018 (incrociamo le dita!) SEQUEL DE "QUEL RAGAZZO CON LA CHITARRA IN MANO // SHAWN MENDES ". "- Non molto adesso. Diciamo che mi hai incasinato così tanto da farmi distrarre per un po' - provò a farmi sorridere, ma ero consapevole che in qu...