Capitolo 24

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Il rumore assordante della sveglia mi penetrò le ossa del cranio. Sussultai per lo spavento.
Cercai di aprire gli occhi ma l'unica cosa che avvertii fu un tremendo mal di testa. - Stai bene? - chiese una voce. Mi costrinsi ad aprire gli occhi, mentre il suono della sveglia veniva interrotto. Una Vicky completamente vestita e con i ricci -seppur piccoli e crespi- in ordine mi stava sorridendo. Un coniato di vomito mi costrinse a saltare giù dal letto e a precipitarmi verso la porta accanto ad esso. Entrai in bagno e mi piegai sulla tazza per rimettere.

Non mi dire che mi sono ubriacata!, esclamai mentalmente, non trovando altre soluzioni a tutto quello.

Mi alzai e tirai lo scarico dell'acqua, prima di trascinarmi fino al lavandino non molto distante e lavarmi i denti e il viso, troppo pallido e stravolto per i miei gusti.

Ritornai dalla mia compagna, massaggiandomi le tempie. Era come se all'interno della mia testa vi fosse un picchio che continuava a colpire il mio cranio con il becco per scolpirlo.

- Devo andare a lezione... - mormorai, forse più a me stessa che a lei. - Sì, io sono appena tornata e ne ho un'altra tra mezz'ora, quindi ora ti accompagno - mi disse. Perché era così premurosa e dolce quella mattina? Avevo solo i sintomi della sbornia, no? Oppure stavo morendo?

- Mi sono veramente ubriacata? - le chiesi. Non riuscivo a credere di aver perso il controllo e il fatto che non ricordassi nulla mi infastidiva maggiormente.

- Sì, hai davvero bevuto tanto - ridacchiò. Mi sedetti sul letto, portandomi una mano fra i capelli. Scossi la testa, incredula.

- Mi sono ubriacata una sola volta nella mia vita. Quanto meno, ricordo che fu ancora più tremendo di adesso, il risveglio intendo - confessai, alzandomi dal letto per prendere dei vestiti dall'armadio. - Hai vomitato quasi tutto prima di addormentarti - mi spiegò.

Presi un paio di jeans qualsiasi e una felpa azzurra.

- Oddio! Dimmi che non ho rovinato la macchina di Jack! - scongiurai. Ci mancava solo quello.

La ragazza rise prima di rispondere - Oh... Ma non sei tornata con noi... -. Mi voltai nella sua direzione con i vestiti in mano e una smorfia sorpresa sulla faccia. Che storia era questa? Mi avevano lasciato nelle mani di qualche sconosciuto? E se mi avesse violentato senza che io me ne rendessi conto?

- Cosa?! Con chi mi avete lasciata?! - sbottai arrabbiata, lanciando i vestiti sulla porzione di letto accanto a lei.

- Non ti abbiamo abbandonata! - ridacchiò - Lui ha insistito per riportarti a casa. Jodie ha detto che era un po' irascibile in quel momento, ma si è fidata per non so quale motivo -.

Oddio... Mi avevano davvero messo nelle mani di uno sconosciuto in quello stato...?

- Non fare quella faccia. Cioè, magari non lo conosci personalmente, ma è il sogno di molte ragazze essere accompagnate a casa da Shawn Mendes - mi informò. Shawn mi aveva riportato al campus? Stava scherzando? Non aveva nessun motivo per farlo. Non mi doveva nulla.

La mia faccia paonazza la fece saltare in piedi divertita. - Tranquilla, nessuna della sue fans ti verrà a cercare per ucciderti. Però, adesso vestiti che è tardi -. Dovevo parlare con Shawn, quanto meno ringraziarlo.

- Chi mi ha messo il pigiama? -.

- Io. Siamo arrivati subito dopo di voi e ti ho aiutata a metterti a letto - mi spiegò, andando verso il suo comodino per attaccare il caricabatterie alla presa della corrente e mettere il cellulare in carica. - Ah. Grazie, comunque. Ti devo un favore - la ringraziai.

Scrollò le spalle, sorridendomi da dietro la spalla. Recuperai i vestiti e corsi in bagno per fare una doccia. Sentivo ancora una strana acidità allo stomaco, ma la ignorai durante il corso della mia veloce doccia ghiacciata.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora