Capitolo 18

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Buone feste a tutte voi! =D

- Preferisci la moto, giusto? - domandò con un ghigno divertito sulle carnose labbra. Aggrottai le sopracciglia, non capendo a cosa si riferisse. Una lampadina si accese nella mia mente, facendomi ritornare a qualche settimana prima.

Avevo detto a Shawn che preferivo la sua moto alla nuova auto mentre tornavamo a casa, dopo aver visto la pasticceria delle nostre madri. - Ma tu sei pazzo! - esclamai stizzita, trattenendo un sorriso. Non avevo intenzione di passare più di mezz'ora in sella ad una moto. C'era troppo freddo e poi, diciamolo, non mi andava di stare avvinghiata a Shawn per tutto quel tempo.

- Non sono pazzo, sono -anzi, siamo- in ritardo - ribatté. Mi morsi il labbro inferiore, cominciando a pensare ad un piano per tornarmene in camera a studiare senza farmi vedere.

Alla fine mia madre era riuscita a distruggere tutti i miei piani per quella giornata. Sarah aveva chiamato Shawn, che aveva accettato subito, non volendo deludere la sua amorevole madre. Ma non poteva fare la parte del figlio cattivo per una volta? No, certo che no. Quindi, mia madre mi aveva richiamato, disturbandomi per l'ennesima volta, dicendomi che sarei dovuta andare ad ogni costo, dato che il figlio della sua socia avrebbe incendiato la pasticceria se fosse rimasto da solo.

Gli strappai svogliatamente il casco dalle mani e salii in sella alla sua moto, tenendomi ad una certa distanza dal ragazzo, per quanto fosse possibile. La moto era sempre la stessa, con la sua lucente vernice nera e il suo motore rombante. La moto era sempre la stessa, ma noi no.

Shawn partì subito senza perdere tempo ulteriore, dopo che anch'io ebbi indossato il casco. Misi i piedi negli appositi appoggi, stando attenta a non perdere l'equilibrio. Mi aggrappai con le mani alle piccole sporgenze ai lati della sella, tenendomi il più saldamente possibile. Non avevo di certo intenzione di cadere.

Il ragazzo uscì dal parcheggio pieno di auto del campus, per poi mettersi in strada, in seguito ad alcune macchine, che scorrevano velocemente sull'asfalto rovente. Il vento freddo tipico dell'autunno mi colpiva in pieno viso, facendomi ghiacciare le ossa. Shawn aveva avuto una pessima idea quella volta, la sua calda macchina sarebbe stata sicuramente una scelta migliore.

Ma ormai ci trovavamo in sella a quella moto. Attorno a noi vi erano ampie distese di alberi, abeti per precisione. I boschi facevano da sfondo alla città. Dovevo ammetterlo, Toronto era una bella città. La natura, gli alberi, i fitti boschi, i laghi da una parte e i grattacieli, le università, le ville, i negozi dall'altra. New York era solo un'enorme distesa di grattacieli, uffici e appartamenti. Poteva essere anche definita la "Grande mela", ma la mia città non sarebbe mai stata superata da nessun'altra.

Abbandonai i miei pensieri quando l'improvviso aumento di velocità della moto mi fece quasi cadere. Sbiancai per un attimo, presa dalla paura di cadere giù dal veicolo a due ruote.

- Potresti andare più piano, per favore? - strillai per farmi sentire. Le mie nocche si erano sbiancate a causa della forza con cui mi stavo tenendo alla sella della moto.

- Potresti lamentarti di meno? - ribadì con tono sprezzante. Mi morsi il labbro inferiore, costringendomi a non far uscire gli insulti dalla mia bocca. - Vedi di scherzare di meno e farmi arrivare intera - lo rimproverai. In tutta risposta strinse la mano attorno al manubrio, accelerando. Sorpassò un paio di auto per poi rientrare in fila, mantenendo l'alta velocità, che mi fece drizzare i peli delle braccia. Quel ragazzo era impazzito. Sarei caduta, me lo sentivo. Non volevo fare quella fine, non volevo morire in quel modo. Sarei caduta dalla moto, facendo un volo abbastanza ampio, ricadendo sul bagagliaio di un'auto, di cui avrei rotto il vetro, per poi essere catapultata sull'asfalto. Infine, ormai moribonda, una macchina mi avrebbe investito, mentre ero ancora sdraiata in terra, mettendo fine alla mia vita.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora