LXI

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Dopo circa quattro ore di continui spostamenti tra un gate ed un altro, finalmente un hostess mi chiama per controllarmi il biglietto e farmi entrare nel varco.
Ora sono definitivamente dentro l'aereo, e ci starò per le prossime 13 ore, per giungere a Roma.
Ho deciso di fare per prima una tappa a Roma, dove nelle vicinanze ci sono i miei nonni e l'università, per cui è una zona che su per giù conosco.
Poi mi sposterò nelle altre città per cercare di trovare Lydia.
So che tutto quello a cui sto andando incontro è una pazzia, tutti me lo hanno detto, ma non mi importa.
Crescendo sono diventato testardo, e devo dire che in questo senso è una cosa positiva, visto che mi ha reso determinato, coraggioso, come ha detto Scott.
Oddio, Scott, il mio migliore amico.
Non lo vedo da ieri e a pensare che non lo vedrò più mi si spezza il cuore.
La persona che mi ha insegnato a non mollare, che mi è stato sempre accanto nei momenti più complicati e che è riuscito sempre a strapparmi un sorriso o a trovare il lato comico in qualsiasi cosa seria, mi manca terribilmente.
È come se mancasse una parte di me, ma una di quelle parti più importanti, quella di cui non riusciresti a fare a meno.
Al solo pensiero mi sento tremare, ma cerco di non piangere.
Sono in un aereo, per la seconda volta nella mia vita, e non vorrei fare brutte figure.
Dopo quegli avvisi di sicurezza dettati in varie lingue, l'aereo finalmente decolla.
Avendo il posto vicino al finestrino, posso ammirare l'enorme bellezza di Los Angeles vista dall'altro, della California, la mia regione.
Accanto a me è seduto un ragazzo, che osserva tutti i miei comportamenti.
"Emh...ciao. Posso aiutarti?"
"Oh, no no, tranquillo. Mi chiedevo...perché stai per piangere?"
In effetti non me ne ero proprio accorto.
"Oh, beh, perché sto per lasciare definitivamente l'America, la mia nazione".
"Capisco. E vai a vivere in Italia? Da solo?" Parla un inglese abbastanza strano, ma non è proprio capace di farsi i cavoli suoi.
"Oh, no, vado con la mia ragazza", rispondo, senza aggiungere altro.
"Uh, e dov'è?"
"Ehm...lei è..." Non so dov'è Lydia, ma mi inventerò qualcosa "...a Roma, ma perché ti interessa tanto?", chiedo. Mi sono un po' scocciato.
"Oh, scusa se ti sono sembrato invadente.
Comunque figo! Anche io abito a Roma, ma sono andato a Los Angeles per una gita.
Ah, e piacere, mi chiamo Luigi!" Mi rivolge una stretta di mano piuttosto accogliente.
Luigi sembra abbastanza bassino, ha i capelli castani e un po' sbarazzini, con degli occhi che mi ricordano il colore del mare italiano.
"Piacere, io sono Stiles".
Parliamo per un bel po' di tempo, fino a quando non ci fermiamo ed io metto ad osservare l'oceano.
Mi fa un po' impressione e allo stesso tempo paura volare a quest'altezza, ma è così rilassante.
Decido di prendere il telefono per poter sentire della musica.
Parte 21 Guns dei Green Day, che mi fa stare davvero bene.
Sullo schermo del telefono non posso fare a meno di guardare quella bellissima foto che io e i miei amici ci siamo fatti ieri, quando ci siamo visti per l'ultima volta.
In quei momenti stavamo tutti piangendo, ma in questa foto sembra che le lacrime siano state coperte da quei bellissimi sorrisi che abbiamo lì, come se fosse un momento felice.
Al solo pensiero mi viene la nostalgia di tutti quegli istanti passati insieme.
Luigi sembra accorgersi del mio cattivo umore, visto che prima ha osservato me e poi la foto che stavo guardando.
Mi mette una mano sulla spalla per cercare di rassicurarmi, e gli sorrido per apprezzare il gesto.
Dopo non so quante ore vengo svegliato da Luigi perché siamo arrivati finalmente in Italia.
Wow, non mi ero nemmeno accorto di essermi addormentato.
Una volta ritirati i miei bagali, saluto il mio compagno di viaggio in aereo, ma lui propone di scambiarci i numeri di telefono, così se un giorno vorremmo trovarci potremmo farlo senza problemi.
Per andare a casa dei miei nonni mi sono studiato per bene la mappa della città, in modo da poter raggiungerla facilmente.
Al momento che sto prendendo così tanti pullman, metropolitane e treni, vorrei riavere la mia amata Jeep, che purtroppo ho dovuto lasciare lì.
Mi mancherà tantissimo, può sembrare strano ma ci ero davvero affezionato.
Finalmente sono quasi arrivato.
Percorro l'ultimo chilometro di strada, questa volta a piedi, per poi giungere a casa.
Mentre cammino però nella strada deserta, sento qualcuno correre, farsi sempre più vicino a me.
Poi questa corsa continua si ferma.
Una voce maschile che sembra di aver già sentito mi chiama.
"Stiles, oddio, sei te?"

hey!
scusate la luuuunga assenza, ma questo è stato un periodo molto difficile per me, sia in famiglia, che a scuola ed il resto.
comunque...
vi voglio sempre bene, nonostante la mia assenza e tutto .❤
non centra nulla ma vorrei che lo ricordaste.😂
Miry.

YOU'RE MY MOONLIGHT 2 [Stydia]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora