LXXXV

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*in questo capitolo, se siete sensibili piangerete, forse. in tal caso, voglio avvisarvi prima*

Improvvisamente sento un enorme peso addosso a me, che non mi fa stare in piedi, che mi fa crollare.
Poteva benissimo mentirmi, so com'è fatta, ma su certe cose non si scherza.
Tutto mi sarei aspettato, ma tranne una cosa del genere.

La rossa si spinge quasi istintivamente nelle mie braccia, fiondandocisi e quasi cadendo.

Mi meraviglio del suo gesto, dopo tutto il suo odio nei miei confronti, ma capisco che la sua situazione è peggiore di quello che mi sarei mai aspettato.

Tutto quello che posso fare, nonostante crollare come un muro che non resiste ad un terremoto, per la batosta che mi è stata appena data, è accarezzarle i capelli e stringerla in un forte abbraccio, uno di quelli che le faranno intendere che io ci sarò sempre per lei, come ci sono sempre stato.

Dopo aver sciolto l'abbraccio e la sottile alchimia che si era creata tra di noi, Lydia si asciuga gli occhi con il capo della sua veste bianca. Io faccio cenno a Natalie, perché voglio sapere i dettagli.

Usciamo fuori l'edificio, e ci andiamo a mettere su una panchina accanto alla clinica veterinaria, ma stavolta non devo distrarmi a guardare gli animali.

"Okay Stiles, ti racconto tutto", inizia Lydia. Sembra davvero nervosa, ma allo stesso tempo è più tranquilla di quando parlava con me, perché ora sembra che stiamo per iniziare un discorso amichevole.

"Sono nata prematura a New York, e i dottori, essendo nata un mese in anticipo, come prima cosa mi hanno fatto un sacco di controlli, senza però trovarci problemi. Ero una neonata sana.
Crescendo, verso i dodici anni, più o meno, sono iniziati dei dolori in tutte le parti del corpo, che giorno in giorno sembravano aumentare.
Avevo i crampi, il mal di testa permanente, il mal di pancia, mi sentivo debole.
I dottori dopo varie visite mi avevano scoperto questa malattia, di cui non so il nome, ma è rara, e loro dicevano che era collegata alla mia nascita anticipata.
Colpisce le cellule di tutto il corpo, e può portare nella maggior parte dei casi anche alla paralisi, alla demenza mentale o alla morte.
I medici a New York ci avevano detto che solo in una grande città al mondo c'erano le cure giuste a questa malattia.
Ed ecco che iniziavano i trasferimenti. Abbiamo visto ogni metropoli, ma la situazione degenerava sempre più.
Quando sono arrivata a Beacon Hills, due mesi dopo, era arrivata una lettera in cui ci avvertivano che la cura era stata trovata a Roma.
Perciò ce ne siamo andati. Dovevamo scappare qualche giorno più tardi, ma ne ho approfittato col fatto che tu mi avevi tradita, e allora ho deciso di farla finita lì".

Deve sempre ricordare questo maledetto fatto, come se la colpa fosse la mia, come crede lei.
Apparte questo, la sua storia mi ha fatto commuovere, non avrei mai pensato che Lydia Martin in realtà stesse soffrendo così tanto.

"Ho dimenticato di dirti che stranamente, dopo sei anni, sono ancora sana, nel senso che muovo ancora bene tutto, non ho bisogno della sedia a rotelle, e poi capisco, il mio cervello funziona. Mi sembra molto strano, ma è meglio così", finisce di raccontare, cercando di abbozzare un piccolo sorriso.

"Io, Lydia, davvero non so che dire. Non immagini quanto mi dispiaccia. Non mi sarei mai aspettato tutto ciò", spiego, ma non riesco a metterci del dispiacere nella mia voce, perché sono senza parole. Già è tanto che sia riuscito a cacciare quelle!

"A quanto pare i medici specialisti qui sono stati subito disponibilissimi!
Ci hanno raccomandato di venire qui ogni mattina, tranne il sabato e la domenica, per fare i vari controlli di ogni genere, a partire dalla locopedia, alla psicologlia, dalla cardiologia, alla radiologia, e tutte le altre.
Dal primo di settembre, ovvero tra sette giorni, dovrà iniziare l'università, così abbiamo chiesto sia alla facoltà sia all'ospedale di farci dei permessi speciali", spiega Natalie.

Dopo aver detto questo, la donna ci sorride e va via, lasciandoci da soli a pensare e a guardarci negli occhi.

"Amore mio, sappi che io voglio darti tutto il mio conforto e tutta la mia presenza. Ci sarò sempre per te", confesso tra le lacrime.

Invece di essere, che ne so, ringraziato, anche se non voglio, mi arriva un'altra palata in faccia, da parte sua.

"Come mi hai chiamato? Ricordati che sono fidanzata eh!".

Ma deve essere sempre così antipatica?

heyla!
vi prego, NON AMMAZZATEMI, ma la storia deve avere anche un lato triste, e non sapevo che inventarmi, uff.
comunque non mi abbandonate, sapete che vi voglio bene.❤
oggi sono happy perché sono ritornata nella mia grande città aaaw.
anyway, domanda random.
》quando siete nate?
》io il 22 di febbraio. in teoria dovevo nascere il 22 marzo, ma sono nata prematura di un mese. :)
Miry.

YOU'RE MY MOONLIGHT 2 [Stydia]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora