LXXIX

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Non riesco a capacitarmi di ciò che è appena successo davanti a me.
La ragazza che amo da due anni mi ha tirato uno schiaffo in faccia, tanto per farmi capire che non sono più nessuno per lei e che oramai non servo più.
Tutto quello che abbiamo passato, tutti i nostri più bei momenti insieme sono andati a quel paese.
La pelle mi brucia da morire, sento il fuoco sulla guancia e ho l'impressione che abbia ancora il contorno della sua mano stampato sulla faccia.
Inoltre le lacrime non si fanno problemi ad uscire, escono come fiumi dai miei occhi.
Tante persone hanno assistito alla scena, e ora stanno ridendo o mi stanno prendendo in giro.
In questo momento vorrei solo sotterrarmi, andare via e dire che tutto quel che ho fatto non è servito ad un emerito niente.
Eppure, che fine ha fatto quell'uomo che tutti consideravano coraggioso, intrepido, ardito e seguitore dei propri sogni?
Semplicemente si è trasformato in quel ragazzo fragile, timoroso e nullafacente che era fino a due anni fa.
Quello che viveva la propria vita al meglio, nonostante tutti i suoi difetti.
Quello che sorrideva sempre, nonostante avesse bulli o amici non proprio buoni al proprio fianco.
Invece, ora che ho avuto tutto, è come se il mondo mi fosse caduto addosso, perché un pezzo del mio tutto non mi vuole, perciò è come se fosse stata eliminata una parte di me.
Mi sento un uomo a metà senza di lei.
Però, come dico sempre, non devo scoraggiarmi.
Devo prendere esempio da tutto quel che mi dicevano Scott, Allison, Liam, Derek, Enrico, Giovanni, Carlo, e anche Lydia.
Sono cresciuto, sono un uomo ormai, e non posso più piangere per tutti i rimorsi e i rimpianti che ho avuto negli ultimi periodi.
Non posso stare qui, al centro di questo corridoio, con gente intorno a me che ride del mio essere.
Devo andare avanti, camminare e riuscire nella mia impresa.
Faccio il primo passo, poi un altro, poi un altro ancora, poi mi metto a correre.
Devo riuscire a trovarla nuovamente per dirle come stanno le cose.
Mentre scopro ogni angolo di quest'ospedale, sulla mia destra compare un'alta figura robusta, che io conosco bene.
Ma non voglio salutarlo, perché probabilmente anche lui, come sua figlia, ce l'ha con me.
Passo così avanti, facendo finta di non averlo visto, ma a quanto pare il signor Martin deve avere la vista a raggi X.
"Stiles, sei tu?", chiama lui a un po' di distanza.
Mi giro verso di lui e annuisco. Mi sento un po' nervoso, spero che non si noti sulla mia espressione.
"Oh mamma, Stiles! Che coincidenza, anche tu qui!", urla con così tanta gioia e così tanta enfasi che sembra di aver ritrovato un figlio perso da decenni.
Peccato che non sappia il vero motivo per il quale io sono qui, da ormai un mese e qualcosa.
"Come stai?", continua lui.
"Tutto bene, lei?", rispondo con nonchalance mettendo le mani in tasca.
"Oh, ancora con questo lei! Dammi del tu! Ricordi che sei di famiglia?"
Già, ricordo, ma non appartengo più a loro ormai.
"No signor Martin, non lo sono più purtroppo", esclamo con un tono di voce che sembra quello di una persona che sta sul punto di piangere.
"Oh, Stiles, non dire cavolate! Perché mai dovresti dire così?".
Qualcosa mi dice che lui non sa che io e sua figlia ci siamo lasciati, e che io sono qui per cercare di riprendermela.
"Non sa nulla?", chiedo, guardandolo con la coda dell'occhio, ma mettendo nel mio tono un po' di sorpresa.
"Ancora? Dimmi la frase giusta!", esclama lui sembrando arrabbiato.
Inizialmente non comprendo quel che mi voglia dire, ma una volta che centro in pieno, mi viene da ridere.
"Non sai nulla?", domando, aggiustando la frase.
Nei suoi occhi vedo finalmente un po' di gioia, come se fosse riuscito in chissà quale conquista.
"Sì, sapevo qualcosa, il fatto che voi vi siete lasciati, o qualcosa del genere".
"Sì, esatto. Ella ora mi odia, eppure io non mi sono arreso", esclamo fiero di me stesso.
"Cioè, tu saresti qui per lei?", esclama Jeff.
Non gli risponde, ma dal mio sguardo capisce che intendo.
Mi prende le spalle e mi avvicina a lui, stringendomi in un forte abbraccio, e per un momento mi sembra di essere nelle braccia di mio padre.

hey!
capitolo senza senso, ma okay.😂
voi non potete capire che è successo stamattina😂😢
dopo essermi alzata dal letto in seguito alle urla di mia madre, sono andata in bagno a lavarmi la faccia.
in quel momento non ci ho visto più, la vista mi si era tutta appannata e senza essermene accorta, mi sono ritrovata stesa sul pavimento, con mia madre che mi schiaffeggiava.
ero svenuta. oh mamma.
poi sono andata a scuola, in prima ora ho fatto la verifica di natematica e boh, la classe mi si è messa contro ma dettagli.
domani devo essere interrogata in francese, ma sono tranquillissima,💪 nonostante la prof sia una pezza di...
okay, moderiamo i termini😂
voi che mi raccontate?❤
Miry.

YOU'RE MY MOONLIGHT 2 [Stydia]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora