"Che cosa vuoi fare?", sbraita mia nonna rompendomi quasi un timpano.
"Nonna, tranquilla, oggi vado a fare solo i biglietti", annuncio, cercando di farle capire con calma come stanno le cose.
Fortunatamente la nonna è una persona che si preoccupa, che cerca sempre di dare una mano, ma purtroppo non capisce che alla sua preoccupazione ci devono essere dei limiti, perché altrimenti tutto ciò si trasforma in ansia, una pesante ansia.
"Oddio! Ed io poi come farò senza di te?", chiede portandosi le mani al viso per assumere un'espressione che a me ricorda quella del quadro l'Urlo.
"Ci riuscirai, come ci sei riuscita tutte le volte che io non ci sono stato", affermo, volgendo la mia mano sulla sua spalla.
"Okay, tesoro... fai come vuoi", dice lei, ormai esasperata.
Detto ciò saluto la nonna e prendo la mia Jeep, che si trova nel garage.
In questo stesso momento vedo passare Enrico e Giovanni, che stanno ridendo e scherzando tra di loro.
"Ciao ragazzi", urlo attraverso la Jeep in un tono alto affinché possano sentirmi.
"Uh, ciao Stiles", saluta Enrico voltandosi nella mia direzione.
"Dov'è Carlo?", chiedo meravigliato guardandomi intorno e non vedendolo con loro.
"Ah, Carlo sono tre giorni che sta a letto con la febbre, non so come l'abbia presa!", racconta Giovanni alzando le mani col fare innocente.
Mi dispiace per Carlo. Sarà stato sicuramente l'improvviso cambio di temperatura.
Anche oggi ci sono grossi nuvoloni grigi in cielo, segno che pioverà, ma per ora si può notare il sole che sembra stia giocando a nascondino dietro le nubi.
"Dove vai oggi? Ricominci il viaggio?", chiede improvvisamente Enrico, facendomi ritornare con gli occhi su di lui.
"No, oggi vado all'aeroporto per fare i biglietti.
Partirò il prima possibile", affermo mettendo le mani in tasca.
Calcio violentemente un sassolino che si trovava davanti al mio piede, ma purtroppo va a sbattere vicino un cancello di un signore lì vicino, ricavandone un foro.
"Dai, Stiles, non essere arrabbiato.
Se non sei riuscito nella tua missione, non vuol dire che non sei un uomo degno.
Hai fatto chilometri e chilometri per cercarla, e questo ne ha fatto di te un ragazzo forte, coraggioso e di parola.
Sei una di quelle persone che tutti vorrebbero avere al proprio fianco, amico mio".
I ragazzi cercando di consolarmi, e lo apprezzo, ma al momento non mi importa.
Io dovevo riuscire nel mio intento, altrimenti che l'ho fatto a fare?
È stata tutta una perdita di tempo, ma so di essere cambiato, in qualche modo.
"Grazie ragazzi, ma io davvero non resisto più.
Questo paese è un incanto, i miei nonni sono stati carinissimi con me, e voi siete ancora tra i miei amici più cari, ma non posso stare qui un minuto di più.
Devo fuggire per poter dimenticare tutto.
Devo sfuggire per poter dimenticare lei".
Detto questo, i due ragazzi assumono un'espressione stupita, ma stanno zitti.
Penso di averli tappati, perché non gli esce parola di bocca.
"Beh, amici miei, ora devo andare. Ci vediamo nei prossimi giorni", concludo per poi mettere in moto la mia Jeep.
Giovanni ed Enrico si limitano solo a salutare con un cenno della mano, nulla di più.
Sono ancora meravigliati dalle mie parole, probabilmente non si aspettavano tutto ciò.
Inserisco l'ultimo album dei One Direction e parto per l'aeroporto, che è piuttosto vicino.
Per la strada inizia a piovere ed io inizio a non vedere più la strada, anche perché attivando le spazzole tergicristallo noto che non funzionano.
L'unica soluzione sono i fanali, ma da quel che sembra ne funziona solo uno.
Tutto ciò però non è bastato a condurmi per la via giusta, perché a quanto pare ho già sbagliato strada, perché mi sono intrufolato in una delle vie accanto alla tangenziale.
Imposto nuovamente il navigatore, che per fortuna mi dice dove andare.
Ad un certo punto passo davanti ad un ospedale, dove vedo tanta gente rifugiarsi.
Tra quelle, mi sembra di vedere un'ombra già vista da qualche parte.
Un lungo vestito bianco a mo' di paziente, una treccia alta, capelli rossi...
No, non può essere.
Deve essere di nuovo tutto frutto della mia immaginazione.ciao!
come state?
scusate se non ho pubblicato in tempo, ma avevo deciso di non collegarmi troppo visto che è morta la giovanissima mamma di Louis Tomlinson, uno dei miei cantanti, preferiti, e la notizia mi ha lasciata di stucco.
inoltre sono stata male, è da una settimana che la mia gamba fa un male cane, ho i crampi, ma vabbè.
voi che mi dite?❤
Miry.
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YOU'RE MY MOONLIGHT 2 [Stydia]
Fiksi PenggemarAd un anno e otto mesi dal trasferimento di Lydia in Italia, Stiles impazzisce. Un anno, se non di più, senza di lei è stato davvero duro, e per lui è arrivato il momento di fare qualche pazzia. Senza sapere dove andare, il ragazzo, ormai diplomato...