XCII

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La vita da studente universitario mi sta ammazzando, dico sul serio. È vero che ho scelto una facoltà parecchio difficile, ma io già non ce la faccio più. E pensare che sono stato sempre abituato a studiare.

Inoltre questi sono stati giorni pieni anche di malinconia, mancava qualcosa. Mancava lei.
Non so che fine abbia fatto Lydia, ma nelle ultime due tornate di studio non l'ho proprio avvistata.
Non voglio preoccuparmi, devo pensare in positivo.

Ecco che, uscito da casa, mi trovo Enrico che mi sorride a trentadue denti.
"Hey!", mi saluta lui dandomi un abbraccio. Rimango esterrefatto, anche perché non è mai così allegro.
"Ciao Errì", ricambio il gesto.

"Stiles, stavo giusto per venirti a dire una cosa", esclama molto eccitato. Sono davvero curioso di scoprire cosa sia successo di tanto importante, qualcosa che l'avesse reso così allegro, perciò con la mano lo incito a proseguire il discorso.

"Mi sono fidanzato!", butta lui, dando uno sguardo al cielo e poi chiudendo gli occhi. Sono davvero contento per lui, anche perché non è mai stato fortunato in amore. Spero per lui che vada tutto bene.

"Ma è fantastico! Sono molto felice per te. Quando ci presenterai la fortunata?", chiedo, ma il ragazzo davanti a me mi fissa in modo strano.

"Fortunata? Oh no, mi sono innamorato di un ragazzo!", borbotta, lasciandomi totalmente a bocca aperta. Ovviamente sono davvero contento per il mio amico, a me basti che abbia trovato una persona che lo ami sul serio.

"Wow, figo! Come si chiama?", chiedo, davvero curioso.
"È un mio amico d'infanzia e lo conosci anche tu. Si chiama Luigi", spiega, e tutto nella mia mente si rovescia.

"Ma Luigi non era già fidanzato? E ora se lo verrà a scoprire Lydia?"

"Sì, ma è una storia lunga. Il suo ragazzo è stato beccato da lui a baciarsi con una ragazza. E la situazione non è piaciuta per niente a Luigi. È un tipo che non si sa tenere le cose dentro, così ha buttato tante parole contro di lui, ed è scappato. Quel giorno me lo sono ritrovato davanti al portone di casa, tutto bagnato perché pioveva a catinelle. Sembrava una classica scena da film. Era scappato di casa, per un po', e ha cercato rifigio da me e dalla mia famiglia. E poi in questi giorni è nato tutto...", racconta arrossendo.

"Mi dispiace così tanto per lui, ma sono tanto felice per voi due. Spero vi troviate bene insieme", esclamo, non sapendo che dire. In effetti queste situazioni mi mettono un po' in soggezione, non so perché.

"Grazie mille Stiles, davvero...", ribatte.
"E se lo dovesse scoprire Lydia?", ripeto la domanda, perché mi sa che prima non l'ha sentita. A proposito, devo andare il prima possibile a casa sua, per vedere che fine ha fatto.

"Se lo dovesse scoprire... non lo so! Ma tu non dirgli nulla", mi raccomanda.

"No, mi dispiace, ma non posso ascoltarti. Devo dirle tutto, deve sapere la verità, anche per avvicinarla più a me.
Credo sia arrivato il momento di raccontarle la verità", spiego abbastanza nervoso al mio amico, spaventato dalla reazione che potrebbe avere dopo le mie parole.

"No Stiles, non...", inizia a dire, ma io sono già andato verso la mia jeep.
Non voglio esplicitarle solo questo. Devo anche capire perché non si è più fatta vedere. Ho paura che stia male, che le sia successo qualcosa di grave.
Mentre guido, stacco la mano sinistra dal volante e la agito davanti a me, come per scacciare quei pensieri, e poi ritorno a dare attenzione alla strada.

Finalmente sono arrivato. Busso al campanello, e con mia sorpresa mi ritrovo Natalie alla porta.

"Buonasera", saluto educatamente la donna che ho davanti.
"Ciao Stiles, se cerchi Lydia è in camera sua", mi avvisa lei, ed io annuisco.

Mentre salgo le scale sento un certo magone in me, non so per quale motivo.

Mi permetto di entrare senza bussare, visto che da quella serata passata insieme siamo diventati più uniti.

Appena entro, lei sussulta. Fa uno strano effetto vederla dopo due giorni. Non so, mi era mancata.

"Lydia, mi sei mancata", è la prima cosa che dico dopo aver chiuso la porta.
Lei è girata, non mi guarda negli occhi, e capisco che non vuole farlo.
Sembra spenta, c'è qualcosa che non va.

"Tu no, Stiles. E ora vattene via dalla mia stanza perché non ti voglio", sbraita sotto voce. Questa sua risposta mi ha lasciato sbalordito, e non riesco a rimanere lì.
Scendo le scale velocemente, entro in macchina e mi metto a piangere a braccia conserte sul volante.
A volte mi chiedo cosa io le abbia fatto di male.

heyy! capitolo schifoso ma okay.
mi dispiace molto per non essere riuscita a pubblicare il capitolo prima, ma ho avuto una settimana pienissima per la scuola e da domani, fino a sabato prossimo, sarà ancora peggio, quindi idk, non so se riuscirò ad aggiornare.
voi come state?❤
Miry.

ps. in questo capitolo ci sono riferimenti puramente casuali ai Larry.😏 (solo le directioner riusciranno a capirmi😂)

YOU'RE MY MOONLIGHT 2 [Stydia]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora