2. Irony of life

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»Non può essere» urló Lauren, senza volerlo, e subito tutte le attenzioni furono su di lei.

«Qual è il problema, Micky?» le domandò preoccupato Donovan.

«Io... È solo che non è giusto far entrare nuovi membri nel club dopo già due settimane di lezioni. Queste sono procedure che si fanno prima dell'inizio della scuola» rispose Lauren, incespicando leggermente sulle sue stesse parole per lo scatto nervoso appena avuto.

«Ho chiesto prima e mi hanno detto che si poteva fare. E poi non spetta a te decidere chi può iscriversi e chi no, o forse hai comprato il club ed io mi sono persa un passaggio?» ribatté aspramente la più piccola.

La ragazza dai capelli corvini le dava sui nervi. Parlava troppo, e si attaccava a dettagli inutili.
«O forse io ho dimenticato che tuo padre finanzia la scuola» affermò a denti stretti Lauren, facendo inarcare un sopracciglio a Camila.

»Che peccato non essere nella mia posizione, vero Jauregui? Ti piacerebbe» ammiccò la bruna, e Lauren strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche.
Se la sua gentilezza fosse proporzionata alla sua bellezza, allora saremmo migliori amiche, rifletté Camila.

«Scommetto che non sai nemmeno recitare! Andiamo, che diamine ci fa qui?! Si è sicuramente iscritta perché è il club più leggero della scuola e sa di poter cazzeggiare quanto vuole» esclamò Lauren, furente.
Non poteva venire qui e credere di rubarle la scena. Il teatro era una cosa di Lauren, ci stava praticamente dal primo anno. E a Camila non era mai interessato farsi anche solo vedere nei paraggi.
Perché tutto questo interesse adesso, perché solo a ridosso dell'ultimo anno?
In tutto questo treno di pensieri non si era accorta che lungo le guance della più piccola erano iniziate a scendere alcune lacrime e le tremava il labbro inferiore.

Lauren sentì un magone allo stomaco, degli improvvisi e inaspettato sensi di colpa si impossessarono di lei.
«N-non è giusto che mi tratti così» balbettò, soffocando un singhiozzo.

«Aspetta... I-io» cercó di dire Lauren, mentre una ragazza si avvicinava per consolare Camila.
Lauren si sentì davvero uno schifo e stava per scusarsi con Camila, ma si fermò quando la vide asciugarsi velocemente le lacrime e ricomporsi in meno di un paio di secondi.

«Allora, Cate Blanchett, questa dimostrazione ti è sufficiente per dare un giudizio alle mie capacità di recitazione?» chiese, riprendendo il suo solito sguardo vittorioso e saccente, che rimpiazzò in un baleno l'espressione affranta di poco prima.

Lauren boccheggiò, inacapace anche di formulare una frase di senso compiuto e si sentì un applauso concitato. Era Donovan.
«Wow, mi hai sorpreso. Complimenti, Cabello. Ci sai fare, ti consegnerei un Emmy sul posto se solo ne avessi uno!» esclamò, prima di scoppiare a ridere, seguito a ruota dai suoi studenti.
Tutti eccetto Lauren, che continuava a fissare Camila con sguardo incredulo e arrabbiato, rifiutandosi di accettare la sua presenza in quel club.

Per tutto il tempo della lezione, Lauren si tenne a distanza di massima sicurezza da Camila, che non la notò nemmeno, troppo presa a godersi le attenzioni da 'nuova arrivata' di tutta la compagnia. Fu la prima volta in cui Lauren pregò con tutta se stessa affinché finisse in fretta. E quando la campanella suonò, Lauren si buttò lo zaino in spalla ed uscì dall'auditorium senza nemmeno salutare.
Ad aspettarla all'uscita trovò le sue amiche, già davanti alla macchina di Ally.

«Andiamocene da qui» affermò Lauren, mentre Ally apriva l'auto per sistemarsi al posto di guida.
Lauren si sedette dietro insieme a Normani, e Dinah accanto a Ally.

«Hey, Laur. Che è successo?» chiese apprensiva quest'ultima.

«La mia vita va già abbastanza a puttane. Come se non bastasse, a tutto lo stress della scuola si aggiunge Camila Cabello»

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