38. Glacier

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Il mattino seguente, Camila camminava per i corridoi come fosse invincibile, alle orecchie la sua musica in riproduzione dalla playlist allegra - sì, sul suo Spotify le piaceva dividere le canzoni in base al proprio umore.

Al momento, negli auricolari le era finita accidentalmente, dalla radio dei consigliati, "Strip That Down" di Liam Payne, e per qualche assurdo motivo Camila non l'aveva cambiata.

Da quando Lauren le aveva fatto conoscere la sua musica, lei aveva approfondito la propria cultura trovando nuovi artisti e band ogni giorno, ma quel pop così scarno solitamente non faceva per lei che era stata sempre educata ad ascoltare esclusivamente musica classica.
Eppure, il beat di quella canzone sembrava andare sulla stessa lunghezza d'onda del suo umore, illuminato dal pomeriggio romantico appena trascorso insieme a Lauren - coricate insieme sul divano del suo soggiorno, abbracciate, a guardare film mentre sgranocchiavano pop corn - il quale ricordo influenzava ancora la sua mente, avvolgendola di un'aura positiva come una bolla impossibile da scoppiare.

La ragazza camminò a tempo della musica, e dovette trattenersi perfino dall'ammiccare come una sbruffona a chiunque incontrasse nel tragitto dall'ingresso principale alla propria aula.

Forse era stupido gioire tanto ma, una volta superata la paura di perderla e riacquistata la fiducia in Lauren, niente avrebbe potuto buttarla giù. Infatti, aveva in programma di dedicarsi completamente alla sua ragazza, dandole le attenzioni che meritava senza farsi più oscurare da ostacoli e pensieri negativi.
D'altronde, poco importava se Lauren non era pronta a rispondere alla sua confessione, in fondo non si trattava mica di una proposta di matrimonio...
Erano ancora al liceo, non era scritto da nessuna parte che ogni cosa che avessero fatto sarebbe rimasta impressa come un voto d'amore.

Camila scese i bassi gradini delle rampe di scala con passi sfuggenti, quasi saltellando, per raggiungere la meta in fretta, e fortunatamente riuscì ad entrare in aula prima ancora che suonasse la campanella.
La lezione era di chimica, una delle sue materie preferite - e in cui riusciva meglio, con tutta la modestia possibile.

Miss Williams condusse i propri alunni in laboratorio, dove fece vedere loro come avvenivano in modo pratico le reazioni di sintesi e metatesi, e gli mostrò il prodotto finale, in cui le sostanze cambiavano di colore e consistenza in base alla materia sottoposta all'esperimento.

Fu una lezione interessante, durante la quale Camila prese molti appunti, e lo divenne ancora di più quando toccò proprio a loro preparare dei tipi di reazioni a scelta, con gli scaffali di materiale a disposizione - il tutto comunque sotto la supervisione della docente.

Una volta terminata, miss Williams approfittò della confusione degli studenti che raccoglievano le proprie cose per uscire dall'aula, per richiamare l'attenzione di Camila.
«Cabello, hai un minuto?» domandò la donna, da dietro le spesse lenti degli occhiali da vista.

Camila si affrettò a sistemare la tracolla, prima di avvicinarsi alla cattedra.
«Mi dica»

«Ho esaminato bene i tuoi voti nel mio corso, le ricerche e i progetti che ti ho assegnato durante l'anno, e sono giunta alla conclusione che ti trovi ad un livello superiore rispetto ai tuoi compagni di classe. Per cui, mi piacerebbe che ti iscriversi al corso avanzato di chimica, quello pomeridiano. Sarebbe un notevole traguardo da aggiungere al tuo curriculum, sai» spiegò miss Williams, e Camila la fissò incredula.

«Davvero crede che ne sarei in grado?»

«Ne sono sicura» rispose tranquillamente la donna, e poi le rivolse un raro sorriso fiero.
«Dipende tutto da te e da quanta tenacia avrai nello studio, perché sarà più difficile sostenere il ritmo, ti avverto» aggiunse, sempre in tono benevolo.

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