28. Blissful late night moments

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«Sst, fai piano!» qualcuno sussurrò, seguito da risatine soffocate, nel buio di un corridoio di una modesta abitazione al centro di Miami.

Due ragazze sgattaiolavano senza scarpe nel parquet dell'ingresso, rimproverandosi a vicenda per il rumore prodotto di tanto in tanto, ma poi trattenendo a stento le risate.

«Dai, Camz, i miei stanno dormendo» supplicó Lauren, mentre a tentoni cercava il telefono.
Quando finalmente lo trovò, accese la torcia e illuminò il volto della bruna, che la guardava con un sorriso divertito.

La prese per mano con urgenza e la condusse al piano di sopra dove, una volta dentro camera sua, si richiuse la porta alle spalle e rilasciò il fiato che a quanto pare aveva trattenuto fino ad allora.
Camila la osservava ancora, uno sguardo curioso su quel viso angelico, e le mani ai fianchi in attesa.

«Guardati» disse Lauren, gesticolando verso la sua figura minuta «sei bagnata fradicia» ma non riuscì a nascondere una punta di divertimento.

«Oh, fidati, ne è valsa la pena» rispose Camila, passandosi una mano fra i capelli umidi.
«Comunque forse non è stata un'idea grandiosa venire qui... Avresti dovuto lasciarmi a casa mia» rifletté, adesso più seria.

Lauren le si avvicinò e prese le sue mani fra le proprie.
«Volevo stare ancora un po' con te»

Camila abbassò lo sguardo, improvvisamente sentendosi timida sotto bersaglio di quegli occhi cristallini.
«Ma non vorrei farti rischiare coi tuoi... Se ci scoprissero non oso neanche immaginare cosa direbbero» sospirò, ma la ragazza dai capelli corvini le accarezzò una guancia.

«Non devi preoccuparti, loro dormono. L'importante è non fare rumore, tutto qui. Adesso, su, và a cambiarti con dei vestiti asciutti e dammi quelli che hai addosso» le disse con tono premuroso, e Camila non potè evitare di sorridere, beata dalla sua dolcezza.

Lauren le porse una sua maglietta e un paio di pantaloni comodi e le indicò la porta del bagno dove la cubana si chiuse per cambiarsi.
Una volta infilati i vestiti puliti, annusó la fragranza che emanavano e chiuse gli occhi, sentendosi immediatamente al sicuro.
Era il suo profumo preferito, quello di Lauren. La ragazza non usava un'essenza particolare, si trattava solo di un misto del suo bagnoschiuma, del detersivo con cui venivano lavati i suoi vestiti e la sua pelle, semplicemente quella.
Si strinse in quei vestiti che le infondevano conforto, e poi raccolse quelli bagnati che si era appena tolta.
Quindi uscì dal bagno e tornò in camera, sempre cercando di fare meno rumore possibile.

D'altronde, casa Jauregui era pur sempre una villetta media, le stanze da letto erano tutte su uno stesso piano, quindi sarebbe stato meglio fare ben attenzione.

Quando entró in camera di Lauren, lei si stava ancora cambiando.
Camila rimase vicino allo stipite per un po', osservandola mentre si sfilava la maglietta.
Dalla posizione in cui era, poteva ammirare la sua bellissima schiena. Quella pelle diafana e liscia, i suoi fianchi morbidi, i capelli che le ricadevano disordinati sulle spalle.
Camila sospiró, e dovette farsi notare, poiché Lauren si voltò di scatto.
Aveva solo la maglietta e le mutande addosso, e sorrise quando notò la ragazza più piccola avanzare verso di lei.

«Niente pantaloni?» le domandò, alzando un sopracciglio e curvando le rosee labbra in un sorrisetto.

Camila fece spallucce.
«Sto più comoda così... E poi qui dentro fa già abbastanza caldo» rispose, guardandosi attorno.

Lauren la ammirò per qualche secondo. Camila era semplicemente stupenda, senza un filo di trucco, i capelli ancora un po' umidi ma evidentemente tamponati con un asciugamano, una maglietta che le arrivava fino a metà coscia con sotto probabilmente solo la biancheria intima. Era così naturale e bella da togliere il fiato, nella sua autenticità.
Lauren giurò che non si sarebbe mai annoiata a ubriacarsi di quella vista.

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