The Drama Club

10. When the Day met the Night

Fuori dalla Miami West High School, il sole splendeva pallido e latteo nel fresco piacevole di un Ottobre che sembrava non voler cedere il posto a Novembre.

Lauren indossava la sua camicia di flanella preferita, quella rossa e nera, e per qualche strano motivo non sapeva definire il proprio umore quella mattina.
Era un misto di noia, ansia immotivata ma anche un pizzico di entusiasmo remoto per la giornata che si prospettava.

Era nervosa, questo sicuramente, d'altronde ciò che la aspettava oltre quella porta a due ante non era una situazione facile da affrontare.
Di solito quando veniamo posti davanti a due strade, cerchiamo sempre di sgattaiolare in quella più semplice.

Vedete, adesso dovete immaginare l'incrocio di Lauren come costituito da due sentieri.
Uno interamente illuminato dalla luce del sole, con file infinite di alberi e vegetazione rigogliosa che lo contorna, e con tanto di cinguettio allegro e confortante degli uccellini.
L'altro, letteralmente cadente, pericolante, fatto di una strada sterrata e per nulla invitante, con un cielo cupo, quasi nero, dalle quali nuvole si può chiaramente sentire il vago rimbombo dei tuoni che sembrerebbero voler spezzare il mondo.

Quale strada scegliereste? La prima, naturalmente.
Ed è qui che vi sbagliate.

Il primo sentiero prosegue per un certo tratto, sicuro e protetto, ma poi si interrompe.
È un vicolo cieco.

E il secondo?
Il secondo si dirama per chilometri e chilometri, passa per tempeste, tornadi, torrenti in piena, bufere e frane.
Ma, alla fine, arriva alla giusta destinazione.

Ed è esattamente così che dovete immaginare il percorso che Lauren andò a imboccare quella mattina, senza sapere che quella scelta si sarebbe ripercorsa sulla sua intera esistenza.
Quella fu la mattina in cui i destini e le vite di Lauren e Camila si intrecciarono per sempre, trascinandole in un caos di vicende e situazioni in proporzione mille volte più grandi di loro, fatte di alti e bassi - soprattutto bassi - e un milione di parole dette e non dette.
Ma come poteva saperlo Lauren, una diciassettenne - quasi diciottenne - che non conosceva nulla della vita, dell'amore, ma al contempo credeva di sapere tutto.

Perciò, ignara di ciò che la aspettava dietro l'angolo, si fece strada fra le file dei posti a sedere del suo auditorium preferito che, in quella mattinata fatidica in cui le lancette dell'orologio nemmeno toccavano le otto, non era vuoto.
Camila stava seduta al piano, ma questa volta Lauren non si fermò in un angolo a osservarla.
Raggiunse il palco, e il rumore delle suole delle sue Vans rimbombò nel teatro, facendo sussultare la piccola musicista concentrata su uno spartito.
Quando vide Lauren, Camila non potè fare a meno di arrossire.
Immagini di qualche giorno prima correvano nella sua mente mentre faceva del suo meglio per non dare a vedere che le sue emozioni contrastanti si stavano prendendo gioco di lei.
Non aveva dimenticato il loro piccolo scambio di battute avvenuto nello spogliatoio.

Dio, come avrebbe potuto.
Non pensava ad altro, ultimamente.
E a questo punto non sapeva neanche più se si trattasse di semplice ripicca, o se fosse genuina confusione e curiosità di scoprire cosa sentisse la ragazza dagli occhi verdi quando le stava attorno.

Se aveste chiesto a Camila di definire con una sola parola il suo rapporto con Lauren, qualche settimana fa vi avrebbe risposto intolleranza.
O antipatia.
Ma non adesso, adesso sarebbe rimasta zitta a rimuginarci sopra finché non vi sareste arresi perfino voi.

Perciò non c'è da stupirsi se Camila si voltò di scatto dallo sgabello, quasi cadendo, e puntò esitante il proprio sguardo su quello di Lauren.

«Ciao» le disse.
«Ciao» rispose Lauren, dondolando sulle suole delle scarpe.
«Stavi suonando?»

La risposta Lauren la conosceva già, ma avrebbe voluto sentirgliela dire perché dentro di lei si era sviluppato uno strano desiderio di ascoltarla parlare, magari di ciò che la appassionava di più, ovvero la musica.
O di qualunque altra cosa, pensò stupidamente.