16. "Deal?" "Deal".

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Nda.
Avvertimento: capitolo esplicito.
Enjoy 🌚

~

Camila non aveva idea di cosa esattamente le fosse passato per la testa quando aveva invitato Lauren a casa propria. Fatto sta che adesso camminava avanti e indietro per il salone della villa, le braccia conserte e lo sguardo corrucciato.
Era tesa e nervosa, ancora non sapeva nemmeno lei stessa perché.

«Signorina Cabello?»
La voce pacata di Rosie, la domestica di famiglia, fece rapidamente alzare lo sguardo alla ragazza.
«La signorina Jauregui è di sotto che l'aspetta, l'ho fatta accomodare in soggiorno come mi aveva chiesto. Ha bisogno di qualcosa, vi preparo un tè?»

«No, grazie Rosie, non ce n'è bisogno. Ti chiedo solo di informare anche il resto del personale di non salire a questo piano d'ora in poi, gentilmente» disse, arrossendo un po'.
La prima cosa che aveva desiderato quando Lauren aveva messo piede in casa sua, era un po' di privacy.
Non perché dovessero fare qualcosa in particolare. Solo perché non le andava di farsi vedere dal suo personale con la ragazza, non dopo quanto era successo fra loro in quel ripostiglio.

«Va bene, signorina. Nessuno salirà al secondo piano per tutta la serata, a meno che non ha bisogno di noi. In tal caso, sa già come chiamarci» le assicuró la domestica e, dopo un saluto educato, uscì dal salone.

Camila corse verso le scale e si sporse dal balconcino del pianerottolo che dava sull'ingresso, dove intravide Lauren attendere ancora in piedi, nonostante le avessero detto di accomodarsi.
Si guardava attorno con aria meravigliata. Nonostante fosse già la terza volta che veniva a casa di Camila, l'eleganza e imponenza di quell'edificio la sorprendeva sempre.

«Jaguar» la chiamò la più piccola, e lei alzò lo sguardo verso la fonte della voce.
«Uh, ciao» le sorrise timidamente, e la tensione provata da Camila fino a quel momento parve dissolversi come una nuvola di fumo.
Perché Lauren la guardava con quegli occhi, come se si aspettasse qualcosa, e Camila non intendeva deluderla.

Perciò le fece cenno di salire e lei si precipitò subito sulle scale.

«Cos'hai portato con te?» domandò Camila, guardando curiosamente la borsa di Lauren.
«Qualche spartito di quelli su cui abbiamo lavorato insieme. Volevo provare a scrivere un po' con te, se ti va» rispose la ragazza dagli occhi smeraldo, facendo spallucce.

Posò la tracolla sul divano e seguì Camila al pianoforte.
«In realtà avevo questa melodia che volevo farti sentire, è intesa come l'ultima canzone. Sai, ho parlato con Donovan e mi ha detto che dovremmo scrivere una canzone da cantare come chiusura dello show. Dovrebbe essere una ballata, molto lenta» spiegò, aprendo il coperchio del pianoforte e Lauren annuì, osservando come la ragazza premeva alcuni tasti per provare.

Si stupì della tranquillità con cui parlavano, nonostante quanto fosse successo. Era come essere andati in rewind, come se non fosse accaduto nulla. Come se non l'avesse sbattuta al muro e baciata come se ne andasse della sia vita.
Lauren scosse via quei pensieri, temendo di rovinare quell'atmosfera di serenità che in fondo faceva piacere a entrambe.

«Dovrebbe andare più o meno così» disse, e incominciò a suonare una melodia, un susseguirsi di accordi molto dolci e trasportanti.
Era una musica molto calma e lenta, quasi emozionante.
Lauren prese a dondolare sul posto, lasciandosi guidare dal ritmo, e Camila se ne compiacque accorgendosene, rivolgendole un piccolo sorriso.

«E niente, devo ancora lavorarci su. Che ne pensi, ti andrebbe bene buttare giù un testo su questa base?» domandò la cubana, quando ebbe terminato.
«Certo che si, la adoro. Sono sicura che verrà fuori una bella canzone... Quanto tempo fa l'hai composta?»

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