8. Strange hidden desires

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«Questa cosa deve finire» mugolò Margot.

«Dicevi così anche ieri, e il giorno prima e quello prima ancora» rispose Lauren con un sorriso malizioso, staccandosi momentaneamente dal collo della sua insegnante di storia.

Attualmente erano nel corridoio C dell'ala ovest della scuola, uno dei meno frequentati della struttura poiché contenente solo i servizi igienici secondari e alcuni uffici in disuso.
Era il posto in cui quasi ogni giorno, da due settimane, Lauren e Margot si incontravano di nascosto per dare sfogo alla forte attrazione che provavano l'una per l'altra.
Alla ragazza dai capelli corvini pareva di essere in paradiso, le sembrava tutto troppo perfetto per essere vero.

Nel frattempo le prove a teatro continuavano, ma le due protagoniste erano le uniche a non incontrarsi mai sulla scena, troppo impegnate ad evitarsi per agire sulla stessa pagina.
Il loro accordo era andato in malora insieme a tutta la loro buona volontà di collaborare, ma Lauren non si sentiva in colpa.
O almeno, questo era ciò che continuava a ripetersi per stare meglio.

La verità era che almeno una volta al giorno, almeno per una frazione di secondo, la sua mente si rivolgeva alla piccola cubana presuntuosa.
E non poteva impedirsi di chiedersi se avesse fatto la cosa giusta ad aggredirla, quella sera a casa sua.
Ad ogni modo, era troppo tardi.
E non aveva tempo da perdere su congetture inutili su quella ragazza quando aveva un partito molto più valido davanti a sé.

«No, Lauren, dico sul serio... Abbiamo lezione insieme... Adesso!» sobbalzò guardando l'orologio e rendendosi conto di avere due soli minuti per arrivare puntuale in classe.
Lauren brontoló quando Margot si staccò bruscamente da lei.

«Non puoi lasciarmi così» cercò di convincerla sporgendo il labbro inferiore in un'espressione tenera e affranta.
Margot sorrise e scosse la testa, accarezzandole capelli.
«Sistemati e và in classe, subito»

«Okay, miss» Lauren ammiccò quando Margot arrossì. Sapeva di avercela in pugno, ma nemmeno lei voleva arrivare in ritardo e rischiare di farsi beccare con la sua insegnante.
Perciò si sporse solo per darle un bacio a stampo.
«È meglio se aspetti un minuto prima di uscire da questo corridoio. Sai, per precauzione» le consigliò - Margot annuì con un sorrisetto - poi si buttò lo zaino in spalla e andò via.

Lauren arrivò in classe poco prima che suonasse la campanella e si sistemó nel posto riservatole da Dinah.
«Sei super in ritardo...» le disse l'amica, mentre sistemava i libri sul banco.
Lauren la guardò incredula.
«Ma se non era neanche suonata quando sono entrata»
«Beh, per i tuoi canoni... Insomma, sei arrivata dopo di me!» esclamò la bionda, alzando un sopracciglio.
«Ero... In biblioteca» mentì.

Dinah la squadrò silenziosamente dal suo posto, osservando che la ragazza muoveva la gamba nervosamente e si rosicchiava le unghie, com'era solita fare quand'era in tensione. Dinah ormai lo sapeva, si conoscevano da anni.

In quell'istante entrò miss Robbie con la sua valigetta in mano, i capelli un po' spettinati e la camicetta leggermente stropicciata.
Sono dettagli che normalmente sfuggirebbero a chiunque, ma non a Dinah. Lei era un'attenta osservatrice, e all'occorrenza sapeva collegare i tasselli complementari.

Perciò ridusse gli occhi a due fessure, guardando ad intervalli regolari Lauren e la sua insegnante, silenziosamente.

Qui c'è sicuramente qualcosa che non mi quadra, pensò, iniziando a macchinare tutte le possibili conclusioni.
Una, in particolare, dettata dal suo sesto senso acuto, dominava sulle altre, ma Dinah non ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
Prima voleva osservare in disparte e poi trarre le proprie conclusioni.

Nel frattempo, Margot posò la sua valigetta sulla cattedra e alzò brevemente lo sguardo sulla classe per salutare.
Poi andò alla lavagna e vi scrisse gli argomenti della lezione del giorno.
«Oggi ci concentreremo sulla globalizzazione dal punto di vista economico, culturale e sociale e faremo un dibattito sulla questione» annunciò, poi i suoi occhi incrociarono quelli di Lauren, che le sorrise prontamente.

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