20. This is Heaven in hiding

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Dopo aver ascoltato il racconto di come la propria migliore amica e Camila Cabello si erano trovate a fare sesso nella doccia per poi andare tranquillamente a cena con la famiglia Jauregui, con tanto di passeggiata romantica finale sulla spiaggia, Ally Brooke era abbastanza a corto di parole.

Era rimasta per un paio di minuti - o qualcosa in più, forse - con la bocca semiaperta, nel tentativo di fare qualche commento, per fallire puntualmente.
Lauren, d'altra parte, si era sentita in soggezione dal suo giudizio severo, impaurita da quale sarebbe potuto essere il verdetto finale.

«Allora?» chiese, esitante, stringendo gli occhi a fessura in un'espressione intimorita.

Ally si passó una mano sulla fronte, sospirando e lasciando l'amica in suspense, prima di parlare.
«Onestamente? Wow, non posso dire certo che me l'aspettavo»

«Beh, ma non era mica la prima volta»

«Si, ma non credevo che Camila fosse così... Intraprendente» Ally scelse con cura le parole, arricciando il naso nel tentativo di scacciare via alcune immagini sconvenienti delle due ragazze coinvolte in situazioni poco caste.

«Oh, lo è, credimi»

Lo sguardo con cui Lauren rispose, quasi sognante, fece sgranare gli occhi della ragazza dai capelli color miele.
Se l'è presa per bene, pensò Ally, camuffando un sorriso divertito.
La sorte è un fattore molto ironico: può accoppiare due opposti dal nulla, creare coincidenze apparentemente impossibili, concatenare una serie di eventi per costruire determinate situazioni, il tutto sotto lo sguardo impotente dell'uomo.

Questa, pensò Ally, è una di quelle situazioni.

«Ho bisogno di vederla, stasera» l'urgenza del tono di Lauren riscosse Ally dai suoi pensieri.

«E come pensi di fare? Non puoi certo presentarti davanti alla porta di casa sua senza motivo» la più bassa scosse la testa, contrariata all'idea.

«L'ha fatto anche lei, e poi il motivo sarebbe ben chiaro e non credo proprio che si opporrebbe, fidati di me» Lauren alzò un sopracciglio, sicura di sé.
«Ad ogni modo, non c'è bisogno di una scusa. Stasera dà una festa, e la mia presenza sarà impossibile da notare in mezzo a tutte quelle persone»

«È una pessima idea» rispose Ally, con tono apprensivo.
Non poteva fare a meno di dipingere mille diverse possibili risvolti della serata se Lauren si fosse presentata.
«Lei sarà con i suoi amici, non potrà mai avvicinarsi a te coi loro occhi puntati addosso»

«Allora farò in modo di prenderla in disparte. Ally, ho bisogno di parlarle di» Lauren gesticolò nervosamente «questa specie di accordo che abbiamo»

«Ah, perfavore» Ally agitò una mano in segno di stizza «sai cosa vuol dire "parlare" per voi»

«Bene» Lauren scese dal muretto di cinta della scuola sul quale erano entrambe sedute in attesa del suono della campanella «se non vuoi aiutarmi, faccio da sola» disse, pulendosi i jeans dalla calce residua nei mattoni.

Ally roteò lo sguardo all'atteggiamento prettamente infantile dell'amica e, prima ancora che potesse ripensarci in modo più razionale, si trovò ad accordare la sua follia.
«Vengo con te» disse, e per un attimo volle prendersi a schiaffi.
Si trovava sempre tremendamente a disagio alle feste con più di una ventina di invitati, era, di natura, una ragazza piuttosto riservata che preferiva trascorre del tempo solo con la sua cerchia ristretta, piuttosto che con un grande gruppo di persone.

Eppure, per Lauren, questo e altro.

Si conoscevano ed erano amiche da anni, ormai, e Ally l'aveva sempre supportata e - detto senza alcun rimorso - sopportata.
Perché tirarsi indietro ora, allora?

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