A Camila i numeri dispari non erano mai piaciuti.
Le mettevano un certo senso di disagio, come fossero incompleti, sinonimo di imperfezione.
Sin da piccola, quando giocava con i suoi amici a nascondino, si assicurava sempre di contare fino a numeri tondi, sussurrando invece furtivamente un "quattro" nel caso di "un, due, tre, stella". Persino quando mangiava il polpettone, Rosie, che glielo tagliava a pezzetti, doveva stare attenta a non totalizzare un numero dispari di bocconi, in modo tale da non far corrucciare la bambina.«Non capisco» aveva detto un giorno Shawn, «tu fai il compleanno il tre marzo... Come fai a festeggiarlo se odi i numeri dispari?»
Una allora dodicenne Camila aveva aggrottato la fronte, riflettendo e ponderando la risposta con tutta se stessa perché, effettivamente, non ci aveva mai pensato, prima di voltarsi verso l'amico.
«Io sono imperfetta, quindi mi accontento di avere un numero dispari come data di compleanno» aveva affermato, soddisfatta con la propria conclusione.
Infatti, crescendo, quelle parole apparentemente astratte assunsero un significato concreto che divenne quasi legge, e la ragazzina capì col trascorrere degli anni quanto realmente fosse imperfetta e incompleta. Da quel momento le piacque pensare che la sua vita andasse a rotoli e le capitassero cose spiacevoli solo perchè era nata sotto una cattiva stella, e sotto un numero dispari. O forse voleva semplicemente addolcire la pillola perché l'idea di non avere controllo su ciò di che le succedeva di ingiusto non le andava a genio.
Perciò potete immaginare il suo disappunto quando, in una tiepida mattina di maggio, la ragazza entrò a scuola con i propri libri in mano e si trovò davanti alla porta dell'aula in cui avrebbe dovuto affrontare il test finale di biologia, sulla quale superficie era affissa una targhetta con su scritto Laboratorio 7.
La bruna sospirò, arresa, e già supponendo le peggiori disgrazie che le sarebbero potute capitare durante il compito, dal momento che, oltre a darle fastidio, i numeri dispari le portavano anche sfortuna.
Dall'altra parte dell'aula, una Normani completamente immersa nel proprio foglio cosparso di quadratini bianchi affondava le mani nei capelli scuri come il carbone.
Più guardava le caselle, più si chiedeva con cosa si aspettassero che le riempisse.
Era sempre stata una frana con la biologia e fin troppo svogliata per chiedere ripetizioni a qualcuno più bravo di lei, perciò, a furia di rimandare lo studio, si era ritrovata indietro di almeno cinque argomenti rispetto al resto del corso.Non era mai stata una persona necessariamente studiosa, ma le materie che le piacevano le svolgeva con entusiasmo, almeno fin dove arrivavano le sue capacità e la sua volontà.
E i suoi insegnanti non mancavano mai di farle notare che "signorina Kordei, lei ha del potenziale inespresso, ma manca l'impegno e la costanza".
Nei primi tempi, Normani si sentiva punta nell'orgoglio quando sentiva discorsi del genere, e allora dava tutta se stessa col fine di far cambiare opinione al professore prevenuto di turno. Col passare degli anni, però, si abituò a lasciarsi scivolare quelle critiche addosso perché, con l'adolescenza, si sa, subentrano migliaia di pensieri, insicurezze e desideri fino ad allora ben camuffati, e lo studio scivola rovinosamente all'ultimo posto delle priorità.Normani non aveva idea se sarebbe mai uscita da quell'aula soddisfatta del proprio test alla fine di quell'ora, o se sarebbe uscita affatto, l'unica cosa di cui era certa era che non vedeva l'ora di diplomarsi e spiccare il volo via da quella cittadella troppo ordinaria e chiusa comunemente definita Miami.
Accomunata dal suo stesso fervore e impazienza di fuggire dallo Stato del Sole vi era Dinah, gli occhi fissi sul grande quadrante dell'orologio appeso alla parete dietro la cattedra. Erano passati cinque minuti da quando l'insegnante di letteratura inglese aveva appoggiato il foglio sul suo banco, e la penna della ragazza era scivolata soltanto sulla sezione "nome, cognome e data".
Dopodiché si era trasformata in una bacchetta con cui tamburellare ritmicamente sulla superficie di legno su cui aveva appoggiato i gomiti.
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The Drama Club
FanfictionLauren e Camila si odiano. L'unica cosa che hanno in comune è la passione per la recitazione e il Drama Club della Miami West High School. Cosa succederà quando alle due verrà assegnato il ruolo di protagoniste in uno spettacolo in cui i loro pers...