29. Another lie

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Il rumore del pennarello che strideva contro la lavagna infastidiva Lauren Jauregui da tempi immemori, ma quel lunedì la ragazza era fin troppo contenta per badare a sciocchezze come quella.
La sua mente era colma di pensieri positivi che traboccavano da qualunque sorriso spontaneo che sporadicamente si disegnava sulle sue labbra, o lo sguardo perso nel vuoto ed immerso a anni luce di distanza dalla realtà che aveva costantemente.

La situazione andò a suo svantaggio, tuttavia, quando fu più volte richiamata da miss Diggory, una rigorosa anziana insegnante di biologia che esigeva la massima attenzione da ogni singolo alunno durante le sue lezioni.

«Devi dirmi qualcosa, Lo?» domandò Ally con un sorrisetto consapevole, mentre uscivano dall'aula di miss Diggory durante il cambio dell'ora.

Lauren aggrottó la fronte, fingendo confusione. Adorava tenere sulle spine la sua migliore amica, era curiosa di sapere quali teorie avesse elaborato nella propria testa per spiegare il suo comportamento.
«Non credo» rispose, in tono frivolo. Si riconosceva a stento.

È l'amore, parlò una voce sciocca nel suo subconscio, ma lei zittì subito quell'assurdità.

«Okay, è successo sicuramente qualcosa. Fino a due giorni fa eri uno zombie. E non mi fraintendere, sono contenta di rivederti in forma, ma adesso voglio sapere il motivo» disse ancora la più bassa, stringendo al petto i libri delle materie delle lezioni seguenti.

Lauren si fermò in un punto del corridoio, davanti ad una delle grandi finestre a scorrimento che illuminavano l'edificio e si sedette sul marmetto sospirando.
«Camila» pronunciò soltanto, ma a quanto pare Ally afferrò al volo e lanciò un gridolino fin troppo entusiasta che fece voltare alcuni studenti che transitavano da lì. Ma la ragazza dagli occhi verdi non ebbe neanche voglia di contestare il suo entusiasmo, perché aveva già iniziato a parlare a ruota libera di tutto quello che era successo fra lei e la famosa bruna.

A dire il vero, Ally non seppe com'era andata la storia fino all'ora di pranzo, poiché la dovette ricostruire pezzo a pezzo dai frammenti raccolti tra il cambio di un'ora e l'altra, e quei fugaci momenti in cui l'insegnante di uno dei pochi corsi che frequentavano insieme era distratto e potevano bisbigliare fra i banchi.

Comunque, alle due del pomeriggio, Lauren ed Ally uscirono trionfanti dal termine delle lezioni mattutine, con come sottofondo il trillo della campana di pausa pranzo.
La ragazza dai capelli dorati sprizzava gioia da tutti i pori, quasi come fosse lei la protagonista di quelle vicende.
Lauren le sorrideva timidamente e rispondeva con discrezione alle sue domande curiose mentre si incamminavano verso la mensa.

Quando furono lì, trovarono le loro amiche ad aspettarle, sedute al solito tavolo poco lontano dal banco del cibo.
Giunte al tavolo, Dinah fu sorpresa di vedere la serenità dipinta sul volto della ragazza dai capelli corvini, che prendeva posto con entusiasmo, quasi come fosse caduta da una nuova dimensione, estranea ai poveri mortali.
Anche Normani parve confusa dal repentino cambiamento d'umore generale, ma in fondo ne fu totalmente sollevata.

Le ragazze non ebbero neanche il tempo di iniziare a mangiare, che due figure insolite apparvero davanti al loro tavolo, i vassoi in mano e due sguardi completamente opposti sul volto.
Uno era illuminato da entusiasmo e curiosità, l'altro era sconsolato e sconfortato.

Lauren alzò gli occhi dal proprio piatto quando sentì la voce di Shawn, e per poco non sputò il purè che aveva in bocca.
Il ragazzo - che adesso si stava sporgendo per dare un timido bacio sulle labbra ad una sorpresa ma sorridente Ally - era affiancato da Camila, la quale teneva stretto il vassoio della mensa quasi a far diventare bianche le nocche, lo sguardo fisso sui commensali accanto a Lauren e un sorriso che appariva tanto forzato quanto terrorizzato.

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