21. The so-called "fatal mistake"

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Sarebbe stato un risveglio dolce, Camila ne era sicura, se non fosse stato per quel maledetto allarme metallico e assordante proveniente da qualche parte nelle vicinanze, che la fece scattare a sedere.

Nel fare ciò, però, il suo corpo - già intrecciato alle lenzuola e appesantito da qualcosa di caldo e morbido - sí trovó intrappolato, e il contraccolpo la fece cadere sul pavimento con un tonfo.

«Ahi!» urlò invano, e grugní per la frustrazione arrecata dal persistente trillo di quella che comprese essere una sveglia.

Se la trovo, giuro che la frantumo.

Odiava svegliarsi presto a prescindere, ancora peggio se si trattava di svegliarsi di soprassalto.

Nel frattempo, Lauren, sentendo tutto quel caos, iniziò a stiracchiarsi e contorcersi sotto le lenzuola, posandosi un cuscino in testa per ignorare la situazione circostante.
Ciò non fu sufficiente, tuttavia, per colpa del trillo di qualche maledetta sveglia seppellita nel letto.

Il suo cervello collegò suo malgrado, e Lauren lanciò via il cuscino d'impulso.
Aprendo gli occhi, la prima cosa che notó fu Camila sul tappeto, intenta a strofinarsi la faccia con le mani, i capelli spettinati e nulla che coprisse il suo corpo.

«La mia... Sveglia» disse, in mezzo ad uno sbadiglio, tastando alla cieca nel materasso per cercare il telefono.
Trovarlo fu un miracolo, e l'improvvisa assenza di quel suono fastidioso e martellante fece calmare entrambe.

«Oh, merda» sentì mugolare Camila «penso di essermi rotta la schiena»

Lauren scese dal letto, confusa, e si avvicinò alla ragazza ancora accucciata sul pavimento.
Le tese una mano, e quella la fissó un attimo, esitante, prima di accettare l'aiuto e rialzarsi.

Quando Camila fu in piedi, le ragazze si trovarono ad un paio di centimetri l'una dall'altra.
«Beh» esordì Camila, alzando un sopracciglio e squadrando il corpo esposto di Lauren, che arrossì scioccamente «buongiorno»

«È molto lontano dall'esserlo» ribatté Lauren, distogliendo lo sguardo dalla ragazza di fronte a sé.

«Uhm, sbaglio o quella sveglia era tua?»

«Lo era. Piuttosto, il tuo telefono non ne ha una?» chiese la ragazza dai capelli corvini, con tono di sfida, e Camila arricciò il naso.

«Dev'essere morta la batteria, di nuovo» ammise, con tono colpevole.

«Ti rendi conto del fatto che oggi abbia scuola, vero?»

Camila sgranò gli occhi, come appena precipitata da un mondo tutto suo.
«Oh, cazzo» imprecò, terrorizzata «cazzo, dobbiamo muoverci»

Iniziò a correre per la stanza, afferrando i primi vestiti e oggetti che le capitavano per mano, il tutto sotto lo sguardo quasi divertito di Lauren.
«Io partirei dalle mutande» le suggerì, ironicamente, senza privarsi della vista piacevole delle forme della ragazza senza alcun ostacolo.

«Vero! Ah, che imbarazzo» divagó Camila, e Lauren emise una lieve risata.

«Nulla che non abbia già visto» la rassicuró, e quella le lanciò un'occhiataccia.
«Ti dispiace se prendo in prestito la tua doccia? Vorrei essere quantomeno presentabile prima di andare a scuola, visto che chiaramente non abbiamo tempo di passare da casa mia» aggiunse poi.

Camila si voltò di scatto verso di lei.
«Certo, certo. Uhm, io userò l'altro bagno, a casa» la informò.

«Okay» rispose Lauren, non capacitandosi del motivo di tutto questo nervosismo e disagio da parte della più piccola.

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