The Drama Club

14. Could this be our "kiss that mattered"?

Era il fatidico giorno.
Lauren e Camila avevano deciso finalmente, dopo un mese di duro allenamento, di provare di fronte al professor Donovan una scena insieme, una delle più significative dello spettacolo.

Camila si era impegnata ad arrivare in anticipo apposta per accertarsi che fosse tutto al proprio posto e incontrarsi con Lauren prima degli altri compagni di teatro.

Quando la ragazza dai capelli corvini arrivó, infatti, trovò solo Camila ad aspettarla sul palco, le mani intrecciate e lo sguardo su di lei, paziente.

«Hey» la salutò, spalancando le braccia in modo impacciato.
Dopo il loro piccolo saluto a casa sua non sapeva come comportarsi nei confronti della più piccola, questo era poco ma sicuro.
La sua urgenza nel cercare di etichettare il loro rapporto la stava facendo ammattire.

Cos'erano? Compagne di scuola? Conoscenti? Amiche?

«Ciao» ripose Camila «ciao anche a te, giacca» aggiunse poi, osservando l'indumento in mano a Lauren che ridacchiò al commento.
La ragazza dagli occhi smeraldo le porse la giacca, con un breve "grazie" da parte dell'altra, poi si schiarì la voce.
«Dunque, dipende tutto da oggi»

Camila annuì, determinata.
«Sì, da oggi ci organizzeremo in base a quello che ci dirà Donovan. Se la nostra performance andrà come sperato allora presumo che potremo allentare la frequenza delle nostre prove pomeridiane. In caso contrario, dovremo impegnarci ancora di più»

«Ho paura di deluderlo» confessò Lauren «e poi, non so perché, ma provare davanti agli altri mi mette a disagio»
Camila rise lievemente.
«E allora come farai quando ci sarà tutta la scuola più i giudici?»

«Non lo so... Non voglio mandare tutto a puttane. Love is not a choice non è solo uno spettacolo per me, è qualcosa di più...» si trovò in difficoltà a spiegare a parole i propri pensieri.
«Lo so, anche per me. Significa un'opportunità per il nostro futuro» concordò Camila.

«Anche... Ma, ugh... È difficile da spiegare. Per me è importante anche per altri motivi che non credo potresti mai capire»
«E cioè?» chiese Camila, perplessa e anche un po' incuriosita dal perché Lauren fosse convinta che lei non potesse comprendere.
«Il fatto è che Violet è il primo personaggio, beh, che mi rispecchia per ragioni ben precise, e non so... Da un lato ho paura, ma dall'altro sento che interpretare un personaggio del genere potrebbe farmi sentire libera di esprimere il mio orientamento sessuale senza sentirmi giudicata»

«Oh» prinunció Camila, intuendo finalmente la radice del suo discorso.
La capiva perfettamente, in verità.
Solo che non c'era stato un momento nella sua vita in cui si era sentita libera. Lei era costantemente intrappolata in una gabbia di insicurezze, pregiudizi e superficialità.
Era imbevuta fino al midollo di una società in cui, se non rientravi negli stereotipi, eri da accantonare.
E purtroppo, per quanto ci provasse, Camila non riusciva ad avere il coraggio di Lauren.

La ammirava tantissimo per ciò, e aveva seriamente pensato di trarre un esempio da quella ragazza, ma poi si era ricordata di tutti i fattori che le distinguevano.
Lauren aveva una famiglia presente, che la amava incondizionatamente e non la faceva mai sentire fuori posto.
Lauren aveva degli amici veri, tanti amici di cui potersi fidare, e le bastavano.
Lauren non doveva vivere nell'ombra lasciata dalla fama dei propri genitori i quali avevano aspettative senza nemmeno essersi mai effettivamente comportati da tali.

Ecco cosa cambiava fra loro: tutto.
E forse Camila non sarebbe mai stata pronta a compiere quel passo così importante, forse sarebbe vissuta per sempre nelle bugie perché sono la soluzione più comoda.

«Vedi? Ti sembrerà stupido, posso capirlo, forse tu non sei quel tipo di persona che-» Lauren inizió a divagare come al suo solito, ma Camila fu rapida a interromperla.
«Cosa avevamo detto sui pregiudizi?» domandò, il suo tono comunque morbido e gentile.