46. Timeless dawn

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Alla fine, la stanza con il balcone tanto bramato fu aggiudicata a Camila e Dinah, ma senza alcuno sforzo o interesse da parte della bruna.

A Camila, infatti, bastò lasciare agire Dinah che divenne aggressiva al punto di spingere tutti fuori dalla camera finché non si arresero alla sua imposizione. La cubana, infatti, non aveva alcuna premura di ottenere la stanza migliore, sapeva che sarebbe stato un soggiorno difficile da affrontare in ogni caso, costretta a condividere il suo spazio con Dinah.

La ragazza entrò in stanza e posò la sua valigia con svogliatezza, quasi arrendevolezza, mentre Dinah sistemava già le proprie cose nei cassetti. Quest'ultima rubò qualche occhiata dallo specchio alla nuova compagna di stanza, esaminandola con occhio inevitabilmente critico, cercando quella pecca con cui avrebbe potuto immediatamente attaccarla. Perlustrò invano, tuttavia, poiché la cubana rimase in silenzio tutto il tempo, a sistemare i propri vestiti e riordinare i suoi effetti personali nel cassetto del comodino vicino al letto matrimoniale che era stato fornito loro.

Dinah sbuffò, forse ancora più scontenta adesso che non aveva un pretesto per prendersela con lei. L'idea di vederla innocua la disturbava, non capiva come avesse fatto una ragazza apparentemente così inoffensiva a ferire tanto la sua amica. Le vennero automaticamente le parole di Josh in mente.
Poteva avere un motivo valido? C'era davvero una spiegazione coerente per il suo comportamento, e il fine giustificava i mezzi, in questo caso?

Camila continuò la propria piccola attività in silenzio, senza neanche accorgersi della presenza di Dinah, la quale ad un tratto parve addirittura sul punto di rivolgerle la parola.
Non ne ebbe modo, comunque, poiché Ally spuntò sull'uscio della porta, con un piccolo sorriso stampato sulle labbra.

«Come vi trovate?»

Camila fece spallucce, e Dinah sorrise di rimando a Ally.
«Abbiamo la stanza migliore della casa, quindi direi che siamo messe più che bene»

«Fantastico, menomale» la più bassa fece per andarsene, ma Dinah la chiamò di nuovo.

«Quali sono i programmi per stasera?» domandò, e Ally ammiccò.

«Ballare, naturalmente» e sparì.

-

Quando il sole abbandonò il cielo per lasciar posto ad una notte scura come la pece ma illuminata da milioni di stelle ben visibili, i sette ragazzi lasciarono la casa, agghindati come perfetti turisti in vacanza e respirando a pieni polmoni l'aria salmastra dell'estate.

Sapevano che quella notte sarebbe stata lunga, e volevano viverla appieno per assaporare ogni istante di quella pausa dalla routine tanto bramata e sudata.

La spiaggia li accolse come una terra promessa, ma la musica si poteva sentire già da un centinaio di metri di distanza. Con il tettuccio dell'auto smontato, l'aria sferzava i loro volti e i capelli si muovevano al vento, facendoli sentire liberi.

Come previsto, il lido pullulava di gente, e i ragazzi si affrettarono a scendere dall'auto, impazienti di unirsi alla mischia.
Perfino Lauren, pur votata com'era alla comodità della propria casa e caratterizzata da una persistente difficoltà ad interagire con gli altri, si sentiva elettrizzata fino alla punta delle scarpe, desiderosa di lasciar indietro le inibizioni per svagarsi con gente mai vista prima di allora.

Camila, dal canto suo, ci mise di più per entrare nello spirito della baldoria, ancora condizionata dalla presenza di Lauren a qualche passo di distanza, che però sembrava già essersi dimenticata della sua esistenza.
La vide infatti interagire immediatamente con il barman del lido per farsi preparare un paio di cocktail e squadrare un paio di ragazze in bikini che si avvicinavano al chiosco.

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