7. "Couple" dynamic

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Trascorsero diverse giornate da quello strano pomeriggio al teatro, ma Lauren non faceva altro che pensarci.

Aveva sentito una connessione innegabile con Camila mentre la ascoltava suonare il piano, come se per un attimo tutte le barriere difensive costruite l'una contro l'altra fossero state abbattute.

Naturalmente, Lauren non aveva avuto modo di parlarne con Camila, né tantomeno avrebbe voluto farlo.
Era tranquilla con l'idea che la più piccola non immaginasse nemmeno del suo piccolo strappo alla regola, altrimenti chissà che convinzione si sarebbe messa in testa.

«Jaguar!»

La voce che dominava i suoi pensieri risuonò dietro di lei, facendola quasi sbattere contro l'anta dell'armadietto.
Si voltò con noncuranza verso la cubana, cercando di mascherare la sorpresa nel vederla avvicinarsi a sé.
Il corridoio era vuoto, gli studenti erano già tutti nelle loro classi, le due invece a quanto pare erano in ritardo.
«Devi smetterla con questo nickname... mi dà fastidio» rispose annoiata.
«Beh? A me piace, quindi non è un problema mio»
Camila si strinse nelle spalle, come fosse la cosa più naturale del mondo.
Lauren roteò gli occhi.

«Dove hai lasciato la tua banda di scimmie?»
«Non mi vengono sempre dietro, non sono mica Elisabetta II»
Lauren alzó un sopracciglio, come a voler dimostrare esattamente il contrario.

«Ad ogni modo... Ho riflettuto su ciò che ci ha detto Donovan la scorsa settimana e penso che stiamo perdendo tempo, fondamentalmente»
«Che intendi?» chiese Lauren, confusa.
«Se vogliamo dimostrare a Donovan che sappiamo lavorare insieme dovremmo rimboccarci le maniche. Quindi oggi pomeriggio vieni a casa mia e proviamo qualche scena, così iniziamo a lavorare sulla nostra dinamica di coppia»

Coppia.

Quella parola pronunciata con tanta sicurezza da Camila fece fare una smorfia di disagio a Lauren.
Certo, si parlava sul piano lavorativo, ma era comunque strano.

«Immagino che non sia un invito» scherzò Lauren.
«No, non lo è. Alle quattro. Sai dove abito» Camila ammiccò, dopodiché si voltò e andò via come nulla fosse.

Lauren sospirò.
Andare a casa di Camila...
Questa si che era bella.

C'era stata solo una volta, per sbaglio, trascinata da Normani in occasione di una festa in perfetto stile Cabello, al secondo anno. Aveva giurato a se stessa che non sarebbe ricapitato.

Appoggiò la testa all'anta dell'armadietto, colpendola lievemente ripetutamente con la fronte.

Poi, una volta ricomposta, raccolse i suoi libri e andò in classe.

-

«Oggi pomeriggio siamo a casa di Dinah, maratona di film di Leo» annunciò Normani, mentre uscivano da scuola.
«Tu ci sei, vero Lauren?» chiese Ally, entusiasta.

Lauren deglutì.

«Uhm... In realtà no»
«Cosa?! Lauren Jauregui che si perde una maratona di film di Leonardo di Caprio? Il mondo sta per finire» disse incredula Ally.

Più o meno, pensò ironicamente.

«Devo accompagnare Taylor a danza e rimanere con lei perché i miei non ci sono» disse, inventando una bugia abbastanza plausibile.
Non avrebbe mai potuto raccontare loro che andava a casa di Camila Cabello...
Già solo l'idea che Lauren le rivolgesse la parola aveva scatenato un quasi putiferio fra le sue amiche.

Dinah e Normani, in particolare, la odiavano. Sarebbe stato un colpo basso da parte di Lauren "fraternizzare col nemico".
Ma la verità era che Lauren non stava fraternizzando affatto.
Era un dovere scolastico, per il bene dello spettacolo di fine anno e di tutta la compagnia.

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