13. Looking at you with different eyes

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Camila era di nuovo seduta nel soggiorno di casa Jauregui, ad attendere la ragazza dopo che sua madre, Clara, le aveva detto che era ancora sotto la doccia.

Dopo la festa, nessuna delle due aveva accennato alla cosa in modo sconveniente o imbarazzante.
Avevano semplicemente deciso entrambe di ignorare l'accaduto, forse sperando che così sarebbe caduto nel dimenticatoio.
Era una tattica che le due ragazze usavano fin troppo spesso, ma la realtà era che Camila non riusciva a smettere di pensarci, anche se sarebbe morta piuttosto che ammetterlo.

Aveva ricevuto pure alcuni messaggi da Perrie, la ragazza del teatro, ma, per qualche motivo ancora a lei stessa incomprensibile, aveva declinato educatamente i suoi continui inviti a "uscire e passare un po' di tempo insieme".

Camila non sapeva se Perrie fosse bisessuale o cose del genere, fatto sta che non poteva rischiare.
Uscire con lei e eventualmente finire nel suo letto avrebbe comportato mettere a repentaglio la propria reputazione nella scuola.
Chi le assicurava che, una volta ottenuto ciò che voleva, Perrie non sarebbe andata a spifferare in giro per la scuola i suoi segreti?

Per cui, qualunque malsana e per niente prudente intenzione di spassarsela con lei era scemata insieme alla sua voglia di riunirsi a fare altri party con quella gente.
Che lei lo volesse o meno, da un paio di settimane a questa parte, Lauren Jauregui sembrava l'unica ragazza a cui potesse pensare.

E il problema era che non sapeva nemmeno se pensasse a lei in quel modo oppure se rivedesse nella ragazza dai capelli corvini una possibile amica e alleata di cui fidarsi nella critica situazione in cui si trovava.

I suoi pensieri furono interrotti da alcuni passi provenienti dalla stanza adiacente al soggiorno, ovvero il bagno del piano terra del cottage.

Camila si alzò automaticamente dal divano e guardò alle proprie spalle per trovare niente meno che Lauren, con un asciugamano ancora sulle spalle, una t-shirt larga addosso con stampato il logo di qualche band - Camila dedusse si trattasse degli All Time Low - e un paio di infradito ai piedi.

«Hey» la salutò, con un sorriso un po' impacciato, passandosi una mano fra i capelli leggermente ancora umidi.
«Jaguar» le sorrise di rimando Camila, usando il suo solito tono giocoso.

«Scusami se ho fatto un po' tardi, ero sotto la doccia... A che ora sei arrivata?»
«Alle cinque e mezza, quindi è poco più di dieci minuti, non preoccuparti» Camila fece un gesto di noncuranza con la mano.

«Oh, Dio... Sono già le sei meno un quarto? Dovremmo muoverci» rifletté Lauren, impanicata.
Ormai erano a più di metà del lavoro, ma ancora non si erano esibite davanti a Donovan nemmeno con una scena.
Il professore, dal canto suo, aspettava pazientemente, fiducioso nel talento delle sue allieve, nonostante non mancasse di indirizzare loro qualche battutina sarcastica sulla mancanza di impegno mostrato.

«Oggi pensavo di riprendere l'ultima parte, quella in cui Charlotte scopre che a Violet è stato tolto l'affidamento della bambina» spiegò Camila, mentre transitavano dal secondo salotto per andare in cucina.
La bruna si fermò un attimo.
«Aspetta, perché stiamo andando in cucina?»

«Ho fame, tu non vuoi qualcosa da mangiare?» rispose Lauren, stringendosi nelle spalle.
«Oh, uhm, no in realtà. Ma tu fa pure, io ti aspetto qui» disse Camila, rimanendo in soggiorno.
Lauren aggrottò la fronte, ma poi la lasciò fare e si concentró a prepararsi un sandwich.

Camila passeggiò per il salone, nel quale non era stata la prima volta che aveva messo piede in quella casa.
La stanza era arredata in stile antico, tutti i mobili di legno, probabilmente mogano o abete, e il pavimento fatto essenzialmente di parquet.
Nella parete opposta alla porta che dava sulla cucina vi era un caminetto di marmo bianco, che ovviamente al momento era spento.

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