DOLCETTO O SCHERZETTO? parte seconda

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Cinque minuti si sono trasformati in mezz'ora, giro la testa in ogni dove nella vana speranza che la mia amica torni ma, a parte distese di corpi accaldati e ubriachi, non vedo nulla.

«Fede, mi prepari qualcosa di alcolico?»

Un drink mi sarà d'aiuto nel sopportare la mia solitudine in questo posto.

«Subito, splendore. Ti farò girare la testa e tornare il sorriso.»

La testa mi girerà di certo, il sorriso dubito che riesca a tornare, sono terribilmente irritata. Assetata come un beduino abbandonato senza acqua nel deserto, succhio avidamente dalla cannuccia e non appena gli effetti dell'alcol hanno la meglio sul mio autocontrollo, poso il bicchiere vuoto sul bancone e mi butto nella mischia. Non ho mai amato ballare da sobria, ma quando la testa si alleggerisce diventa tutto più semplice.

La pista del Paz sembra sul punto di esplodere, inizio a muovermi scompostamente cercando di stare al tempo con la musica e convincendomi che, in questo modo, attendere il ritorno di Gaia accorcerà la mia percezione del tempo.

Incrocio il tipo incontrato all'entrata farsi spazio nella mia direzione, il Joker in questione ha un volto inquietante: labbra rosse allungate fin sopra le guance, la pelle bianca come lo stucco, gli occhi cerchiati di nero e i capelli lunghi e spettinati. Si avvicina, invadendo il mio angusto spazio.

«Ancora tu!» blatero infastidita.

«Sei un po' troppo acida, potrei provare ad addolcirti» mormora accostando la sua bocca al mio orecchio.

Mi scosto di scatto, Joker però sembra temerario e non accenna a demordere, appende le mani sopra le mie spalle e avvicina il suo bacino al mio.

«Senti, forse non ci siamo capiti, va' a cercarti qualche ragazzina disponibile da qualche altra parte!» Afferro le sue mani allontanandole dal mio corpo.

«Guarda che voglio solo ballare...» continua cercando di avvicinarsi ancora.

«Io ballo da sola, se non ti è ancora chiaro il concetto.» Faccio qualche passo indietro, Joker non molla e mi segue con gli occhi, poi allunga ancora le sue insopportabili mani su di me. Provo a scrollarmelo di dosso muovendomi verso l'esterno della pista, ma la calca è difficile da spostare e trovare un buco nel quale infilarmi è decisamente impossibile. D'un tratto sento afferrarmi il polso, quando mi volto vedo un'altra faccia inquietante, il tipo mi spinge dietro di lui prendendo il mio posto e impedendo a Joker di continuare a molestarmi. Procedendo a tentoni raggiungo di nuovo il bancone.

«Fede, hai visto Gaia?» urlo. Mi fa cenno di no con la testa, poi si avvicina e mi porge un altro drink. «Ehi, vuoi farmi morire stasera?»

«Bevi, Giù. Almeno ti passa la noia.»

Mentre sorseggio il secondo cocktail della serata intravedo la persona che mi ha permesso di svignarmela dalla pista. Anche lui ha il viso completamente ricoperto da trucco bianco, due macchie nere sfumate agli angoli delle guance, sopra le labbra sono disegnati i denti e ha le palpebre colorate di nero fin sulle sopracciglia.

Mi avvicino. «Ehi, grazie. Non sapevo più come scrollarmi di dosso quel tipo!»

Lui mi guarda, apre un sorriso che scopre i suoi veri denti e avvicina il bicchiere al mio mimando un cin.

«Sei uno scheletro che ha perso la lingua?» dico sarcastica.

L'attesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora