SE UN GIORNO TU TORNASSI DA ME parte prima

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La spaccatura arriva, il piccolo e impercettibile momento nel quale si smette di essere in simbiosi, l'istante in cui ci si accorge che nonostante l'amore qualcosa inizia a rompersi. Ecco, la spaccatura è proprio quella. Il point break, il punto di rottura, una lesione del rapporto che divide l'esistenza comune di una coppia. È come un terremoto che, all'improvviso, separa in due la terra sotto i piedi e allontana, disperdendo gli obiettivi di entrambi. Ci sono momenti in una relazione che accomunano, incollano e cementano l'unione, ce ne sono altri che separano. Di quella separazione ho sempre avuto timore, non si può essere felici in eterno, non si può vivere una relazione idilliaca senza scosse e turbolenze, è impossibile. Eppure, io credevo il contrario, e quando giunge il momento nel quale capisci quanto la vita metta alla prova le relazioni d'amore, ecco è proprio in quel momento che ci si deve fermare, allacciare le cinture per evitare lo schianto e incassare il colpo.

Bisogna respirare, bloccare l'incessante corsa dei pensieri e riflettere, perché non farlo rischierebbe di ridurre a un cumulo di cenere ogni progetto comune, e allora la riconciliazione tra uomo e donna, tra marito e moglie, tra fidanzato e fidanzata può trasformarsi in una chimera.

«Dio, Giù, questo posto è incantevole!» Alice alza gli occhi al cielo estasiata, la distesa verde sotto i nostri piedi è interrotta da un mucchietto di foglie ingiallite, gli alberi sono quasi spogli, a eccezione di qualche pino che spunta maestoso tra i fusti rinsecchiti.

«In estate questo giardino è molto più bello, i cespugli che ora vedete spogli si riempiono di buganvillee...» la voce di un uomo sposta la nostra attenzione in direzione dell'entrata principale del ristorante. Un uomo sulla sessantina, esageratamente alto, si avvicina a noi a grandi falcate.

«Solina?» domanda posando su Alice il suo sguardo appesantito da qualche ruga di troppo.

«Sì, ma è lei la sposa» risponde mia sorella indicandomi con un cenno del capo.

«Oh, mi perdoni. Molto piacere signora Solina.»

«Solina è il cognome di mio marito, cioè del mio futuro marito. Io sono Piras, Giuditta Piras» aggiungo incurante dello sguardo di disappunto lanciatomi da Alice.

«Posso offrirvi un caffè mentre attendiamo l'arrivo dello sposo?»

«Lo sposo non verrà» rispondo lapidaria, rimuginare in continuazione sull'assenza di Flavio mi provoca un certo fastidio.

Lo sguardo dell'uomo si acciglia, probabilmente ha colto dal tono delle mie parole una vena di irritazione.

L'attesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora