Carissime lettrici,
sto cercando di recuperare tutti i giorni in cui vi ho lasciato in sospeso... questo capitolo dovevo scriverlo di getto subito dopo gli altri due e, fortunatamente, ci sono riuscita.
Un abbraccio e buona lettura.
Il rumore dei piatti proveniente dalla cucina mi fa sobbalzare.
Apro di scatto gli occhi.
La luce che penetra dalle fessure delle serrande mi annuncia l'inizio di una nuova giornata, forse una delle più complicate che dovrò affrontare. Giro su me stessa allungando il braccio verso l'altra metà del letto.
È vuoto.
Lentamente mi alzo, lottando contro il desiderio di tornare a dormire; mi trascino fino in cucina, poso il mio corpo intorpidito contro lo stipite della porta e resto ferma a spiare i movimenti di Flavio che, dall'altra parte della stanza, cerca di riordinare il caos conseguente alla festa a sorpresa di ieri sera. Quando si gira e mi sorprende, allenta uno dei suoi sorrisi confortanti, ma quel conforto non riesce a entrarmi dentro, sembro essere repellente a qualsiasi tentativo di consolazione. Sono fatta di plastica scivolosa, nulla riesce ad attecchire su di me, nulla è più in grado di oltrepassare l'involucro impermeabile che mi ricopre.
Flavio studia la mia figura per qualche istante, poi si avvicina e mi bacia. «Buongiorno, amore.»
Gli sorrido e lo seguo mentre mi prende per mano invitandomi a raggiungere il tavolo apparecchiato per la colazione. Versa del caffè in una tazzina e me lo porge, mi allunga un vassoio ancora pieno di pasticcini esortandomi a mangiare qualcosa. Mentre io cerco di ingurgitare controvoglia uno dei mignon ripieni di crema, Flavio termina di sistemare la cucina e poi viene a sedersi accanto a me.
«Devo parlarti» mi dice.
Per un istante smetto di masticare e mi assale il timore che Flavio abbia captato qualcosa di anomalo tra me e lui.
«Che succede?» riesco soltanto a dire.
«Senti, io non immaginavo che tu stessi soffrendo tanto, ieri però, quando ti ho vista reagire in quel modo, ho avuto paura. Non voglio rischiare di perderti.Se la mia lontananza rappresenta per te un ostacolo così grande, be', posso rinunciare a Londra. Mi sei mancata, Giù, credimi, tutta la mancanza di queste settimane è esplosa non appena ti ho rivista.» Mi sfiora le mani con le dita e io mi sento letteralmente morire dentro.
Corro in bagno, mi piego sul water e vomito quel poco cibo che sono riuscita a mandare nello stomaco. Flavio mi raggiunge e mi tiene la fronte mentre i conati sembrano non finire più.
Mi rialzo non appena la situazione sembra essere migliorata, Flavio infila il suo braccio sotto al mio e mi aiuta a sciacquare il viso e la bocca.
Lui rinuncerebbe al suo lavoro per me.
Lui rinuncerebbe ai suoi sogni per me.
Io non merito tanto amore, io credo di non meritare più nulla da lui.
Tornati in cucina, Flavio afferra il pc portatile e lo accende.
«Che fai?» chiedo attanagliata da un pessimo presentimento.
«Mando una mail al Professor Milligan.»
«Cosa? No!»
Le mani di Flavio si bloccano sulla tastiera, alza lo sguardo e incolla le sue gemme luccicanti nei miei occhi.
«Perché no?»
Mi alzo e inizio a girovagare per la stanza, lo sguardo di Flavio segue i miei movimenti nervosi. Poi si alza anche lui, mi raggiunge e mi blocca posando con fermezza le mani sopra le mie spalle.
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L'attesa
RomanceTerzo romanzo della serie -Il paradigma dell'amore- Sono passati quattro anni, Giuditta è una specializzanda nella facoltà di genetica medica ora. Trascorre le sue giornate divisa tra il laboratorio, i turni ospedalieri e la convivenza con F...