GIUDITTA
«Ne hai ordinato un altro?» chiede Lorenzo non appena il cameriere posa il drink sul tavolo.
«Cosa? No, io non ho ordinato niente...»
Sono ancora in uno stato di massima confusione dopo averlo visto davanti a me, a pochi metri da me. Ora che si è spostato verso il bancone e continua a fissarmi con uno strano sorriso sardonico disegnato in faccia, il mio sesto senso mi impone uno stato di allerta. Due uomini in fase di corteggiamento, nella stessa sera, nello stesso posto e con la stessa donna – me medesima, appunto – sono sinonimo di guai. Grossi guai.
Poi se a questo aggiungiamo la mia conclamata sfortuna, nonché la totale incapacità di prendere decisioni sensate, quando si tratta di sentimenti, i guai possono trasformarsi in tragedie apocalittiche.
Adele, appena tornata dopo una conversazione con la brutta copia di Ryan Gosling, mi fissa, dal modo in cui mi guarda credo si sia fatta una mezza idea di ciò che sta accadendo. E anche io ho le mie teorie in merito. Flavio mi ha offerto il secondo Manhattan, ne sono certa.
Mi sta forse inviando segnali criptati, tipo quelli trasmessi con i feromoni dalla mosca tse tse nel periodo dell'accoppiamento?
Ma soprattutto, Flavio cosa ci fa qui?
Era partito per Milano e nonostante la mia tenacia nell'ignorarlo per l'intera settimana, ha pensato bene di tornare?
Questo gesto potrebbe spedirmi su una soffice nuvoletta di compiacimento e confusione, felicità e struggimento. Insomma, binomi letali quando si parla di Giuditta Piras.
Sto al gioco, anzi, decido di sguazzarci nel suo gioco.
Il mio ex dottor Occhi di ghiaccio ha perfettamente captato le mie intenzioni provocatorie e mi auguro che abbia il buon senso di rispettare le regole della partita.
Questo scambio di sguardi sta avendo su di me effetti paragonabili a una memorabile sbronza. Ho la testa leggera e le mani che tremano un po' al pensiero che le attenzioni di Lorenzo possano trasformare Flavio in un pericoloso predatore. Questa consapevolezza mi compiace al punto che non la smetterei più di attirare la sua attenzione su di me.
Afferro la ciliegia immersa nel mio cocktail, la spezzo in due con i denti e con molta naturalezza giro la testa in direzione del bancone. Flavio tentenna, schiude la bocca mordendo leggermente il labbro. Volgo lo sguardo altrove imbarazzata e certa che, se qualcuno del mio gruppo si accorgesse di tanta sensuale interazione a distanza, sarei letteralmente sommersa dalle domande. E magari etichettata come una specie di meretrice travestita da brava ragazza.
«Devi dirmi qualcosa?» chiede maliziosamente Adele indugiando con lo sguardo in direzione del bancone dove si trova Flavio.
Appunto.
Mando giù un groppo che ha la stessa consistenza di un foratino.
Lorenzo si è alzato, ora è poggiato sulla ringhiera a fumare la sigaretta e a parlare con Salvo.
Mi ricordo della domanda di Adele e le rispondo imbarazzata. «C'è Flavio.»
Lei spalanca gli occhi per la meraviglia e sorride.
Quando sposto lo sguardo su Flavio, l'eccitazione si spegne sul nascere.
Una donna, che potrei aggettivare come "volgarmente sofisticata", gli si è accomodata accanto accavallando le gambe abbronzate. La gonna aderente che indossa crea una piega dopo l'altra diminuendo visibilmente la superficie di pelle coperta. I miei occhi indugiano sull'ampia scollatura della maglietta, enfatizzata dalla collana di pietre bianche che le scende proprio nell'incavo tra i seni. Comincio a tossire, la ciliegia che stavo masticando mi è andata di traverso alla vista di questa patetica scena. Flavio intrattiene l'avvenente mora, e io mi chiedo se lui lo stia facendo apposta oppure no.
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L'attesa
عاطفيةTerzo romanzo della serie -Il paradigma dell'amore- Sono passati quattro anni, Giuditta è una specializzanda nella facoltà di genetica medica ora. Trascorre le sue giornate divisa tra il laboratorio, i turni ospedalieri e la convivenza con F...