Cap.23

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« Non credi che sarebbe ora di farlo entrare? » azzarda Marco mentre io aiuto Ben a tagliare i pomodorini.
« Ti pare il momento adatto? » lo avviso voltandomi verso di lui e facendogli notare l'enorme coltello che stringo tra le mani.
« Capisco che tu sia una squilibrata, sanguinaria e malvagia. » continua lui allontanandosi con i palmi sollevati rivolti verso di me « Ma se perdiamo il nostro cantante non vinceremo, se non vinceremo lo staff e tuo padre saranno di cattivo umore e se loro saranno di cattivo umore non sarà un bene nemmeno per te. Sbaglio? »
Guardo Marco con cipiglio, in fin dei conti non ha tutti i torti, anche perché giusto ieri ho visto una borsa di Michael Kors che starebbe benissimo con un bracciale d'oro di Versace che mi sono presa tre giorni fa.
Faccio un grugnito e torno ai miei pomodorini, il produttore lo interpreta come un sì.
Sento il rumore della porta vetro che scorre, l'aria fredda di Milano entra insieme alle lamentele di Fede.
« Ho visto la morte in faccia! » esclama entrando in cucina, nel mentre si riveste.
« Ma se sei stato fuori solo cinque minuti. » ribatto lanciandogli la felpa che giaceva inanimata su una sedia.
« I più lunghi della mia vita. » risponde l'emiliano vestendosi ed accettando da Marco una coperta che deve aver trovato sul mio divano.
« Sarebbe stato meglio se fossero stati anche gli ultimi. » sentenzio con una punta di cattiveria nella voce, seppur col sorriso stampato in volto.
« Bruja! » sbraita Fede che ormai quando non sa come rispondermi usa la carta della lingua straniera.
« Fermi tutti! » io, Marco e Fede ci voltiamo a guardare Ben che con un grembiulino giallo a pois fucsia e il mestolo stretto nella mano destra ha richiamato la nostra attenzione.
« Se dovete litigare o fare del casino andate di là! » ci ordina indicando il soggiorno con l'utensile e stracciando del sugo rosso dappertutto « Qui io devo creare e ho bisogno di pace. »
Alla parola "creare" io e gli altri due ci siamo guardati come se fossimo davanti ad un pazzo.
« Ma cosa vuoi creare tu! » lo burla Fede beccandosi il mestolo sulla testa, ragù compreso.
« Cos'avete tutti oggi? » si lamenta massaggiandosi i capelli e così facendo spargendosi il sugo di Ben su tutta la testa.
« Credo sia meglio che tu faccia una doccia. » sentenzio spingendo Fede verso il bagno per evitare di avere della salsa di pomodoro sparsa per tutta la casa.
« Ho dei vestiti da uomo in camera, immagino che ti andranno bene. » affermo allontanandomi da lui per guardarlo meglio e accertarmi che i vestiti che tengo nel guardaroba gli entrino. « Sei asciutto come uno stecco. » commento sovrappensiero.
« Guarda che sono pieno di muscoli! » dichiara il modenese piccato gonfiando il petto.
« Certo. Vatti a lavare per piacere. » lo assecondo chiudendo la porta del bagno.
Io e Marco andiamo in camera mia per prendere qualcosa da portare a Fede, ma mentre sono immersa fino ai capelli dentro ad uno scatolone pieno di felpe e vestiti da uomo mi accorgo che Marco è in piedi, al centro della stanza a disagio.
« Cosa succede? » chiedo guardandolo come se fosse un pazzo.
Lui non dice niente.
« Ti vergogni di essere nella camera di una ragazza? » domando sorridendo maliziosa « Oh, Marcolino perché come te ce ne sono così pochi? » dico avvicinandomi.
« Ma smettila! » risponde insultato. « Mia mamma mi ha insegnato che non si entra nella camera di una ragazza così come se niente fosse. » borbotta incassando la testa tra le spalle.
« Ma quanto sei dolce? » lo abbraccio scoppiando a ridere e lo sento sciogliersi un po'.
« E la fidanzatina dove l'abbiamo lasciata? » continuo con voce da nonnina, dandogli un buffetto sulla guancia.
Marco si fa serio istantaneamente e si china per rovistare nello scatolone.
Rimango in silenzio, capisco di aver toccato un brutto argomento.
« Ci siamo lasciati dopo che sono arrivato in Warner » dice dopo qualche minuto di mutismo assoluto. « Mi tradiva. » conclude con molta amarezza. « Non mi ha nemmeno dato il tempo di disfare le valigie. »
« Che idiota. » dichiaro dato che è l'unica cosa che mi viene in mente.
« Mi piacerebbe pensarla come te. » risponde guardando dritto davanti a sé.
Dopo qualche secondo di silenzio fortunatamente sono abbastanza scema da far ridere Marco, così dimentichiamo presto la piccola parentesi sulla sua ragazza.
« Se posso chiedere. Perché hai tutti questi abiti da uomo? » alla domanda sorrido mentre controllo un maglione nero della Nike che mi sembra adatto al ragazzo nell'altra stanza.
« Ho avuto parecchi ex. » butto lì la risposta, senza darle importanza, ma Marco invece comincia a tossire diventando paonazzo.
« Qui ci sarà abbastanza roba per fornire un negozio! » esclama scandalizzato.
« Esagerato.» mi difendo scartando una canottiera verde « Le felpe e le maglie me le facevo lasciare apposta. » continuo indifferente.
« E i pantaloni? »
« Se li dimenticavano per altri motivi.»
« Emily! » sbraita gettando a terra la tuta che teneva in mano, schifato.
« Santo Marco Mangano da Rho! » lo sbeffeggio lanciandogli addosso tutti i vestiti che erano ancora contenuti nella scatola.
« Cosa state facendo? » la voce di Fede ci coglie alla sprovvista, proprio mentre sto strangolando Marco con una felpa a rombi.
Lascio andare il malcapitato perché sono colta da una visione celestiale.
Federico Rossi, col petto umido, i capelli bagnati e un solo asciugamano annodato intorno alla vita sottile.
Rimango a bocca spalancata, mi viene voglia di avvicinarmi e toccarlo per assicurarmi che non sia una statua scappata da una non so quale fontana.
Passerei volentieri le mani sul quel petto inumidito, morderei quella pelle abbronzata e sfiorerei lo scalino all'altezza dei fianchi.
Oddio, Emily!
Scuoto la testa e cerco di ritrovare un po' di ritegno.
Immagino di non avere una delle espressioni più intelligenti del mio repertorio.
« Cosa cavolo ci fai qui con il mio asciugamano addosso? » urlo contraddicendo i miei pensieri e notando che l'asciugamano che Fede ha in vita è il mio.
A fiori.
Fucsia.
Quando vorrei togliertelo di dosso, penso, ma mi do un pizzicotto sperando di non essere notata.
Pensieri puri Emily, fai funzionare le sinapsi per l'amor del cielo!
« Non me ne avevi dato nessuno! » si difende avanzando verso di noi « C'erano solo quelli normali, ma sono troppo piccoli e io non sono così sfacciato. » conclude guardando dei pantaloncini rosa fluo con una smorfia.
« Sei sicura che qualche tuo ex non fosse dell'altra sponda? » chiede dispiegando quell'obbrobrio per guardarlo meglio.
« Guarda che Gianluca Ginoble ne ha un paio uguali! » ribatto offesa riprendendomi i pantaloncini.
Fede rotea gli occhi al cielo.
« Sposatelo Gianluca Ginoble! » esclama allargando le braccia.
« Ma magari! » dichiaro mettendo via i pantaloni.
Gli do dell'invidioso e sorrido, poi decido di far notare a Fede che il suo outfit è un po' troppo trasgressivo.
« Ti pare il caso di girare nudo in casa di una signora? » insinuo anche se i miei occhi non riescono a staccarsi dal suo corpo.
« Non vedo signore. » ribatte lui, pronto. Sorridendomi. « E poi non dire che non ti piace. » strabuzzo gli occhi fingendomi scandalizzata, ma in realtà sto solo cercando di distrarmi e di non sentire il desiderio carnale che cresce prepotentemente dentro di me.
Fede sceglie dei pantaloni di una tuta grigio topo, una normalissima maglia nera ed il maglione dello stesso colore. Quello che avevo scelto io.
Io e Marco usciamo dalla mia stanza lasciando a Federico il tempo di cambiarsi.
Ci sediamo sul divano in sala, visto che Ben si è barricato in cucina e non lascia passare nessuno.
Nemmeno fosse in trincea.
« Posso farti una domanda? » comincia il produttore guardando distrattamente le figure in televisione.
« Certo.» gli sorrido raggiante, intimandolo a proseguire.
« C'è qualcosa tra te e Federico? » spalanco gli occhi e sento un brivido freddo corrermi giù per la schiena.
« Cosa? » rispondo in fretta per evitare di farlo sospettare, mi scappa una risata nervosa e me ne pento subito.
« Non so. » afferma pensieroso. « Da quando si è fidanzato Fede ha praticamente smesso di parlare con delle donne, cioè parla, ma dice solo lo stretto necessario. » guardo dritto davanti a me.
Non sto facendo niente di male. No?
« Con te è diverso. Si comporta come se non ti sopportasse, ma alla fine siete sempre insieme, l'ho notato sai? » ritorno con la mente sul mio divano, accanto a Marco.
Non so bene cosa rispondergli, ma nonostante tutto gli sorrido conciliante.
« Hai ragione a dire che non mi sopporta. Se ci vedi sempre insieme è perché vuole rendermi la vita un inferno. » cerco di convincerlo, ma io stessa mi rendo conto di non esserci riuscita. Tuttavia il produttore è troppo discreto per insistere su un argomento del genere.
« Non sentite odore di bruciato? » La voce di Fede ci raggiunge insieme a lui. Il cantante annusa l'aria con fare dubbioso.
Io come al solito mi soffermo a guardare il suo corpo che viene messo in risalto dal maglione aderente.
« Ora che mi ci fai pensare. » borbotta Marco alzandosi allarmato ed avvicinandosi alla porta chiusa della cucina.
« Ben hai bruciato qualcosa? » chiede all'uscio chiuso, bussando leggermente con le nocche.
« NO! » l'urlo allarmato di Benji ci fa capire che in realtà in quella cucina sta succedendo di tutto, entriamo e grazie alla tempestività di Fede evitiamo un incendio.
***
La cucina è immersa in una nuvola di fumo.
I piatti incrostati se ne stanno nel lavello a mollo.
Noi quattro siamo seduti, ci guardiamo in faccia stravolti.
« Pizza? » chiede Fede prendendo il cellulare dalla tasca.
Tossicchiando un po' per via del fumo: Io e i due ragazzi annuiamo.

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