Cap.61

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«Cos'è successo?» sento la voce di Mary, ma non mi volto verso di lei, continuo a guardare la porta.
«Emily hai bevuto?» cercando di non farmi notare mi asciugo una lacrima scappata al mio controllo. Metto su un sorriso falso e mi giro verso la mia coinquilina.
«Mi è scivolata.» La preoccupazione non se ne va dal viso di Mary, tuttavia la francese decide di non domandare altro.
«Passami la scopa.» mi ordina con un sospiro stanco alla fine della frase.
Obbedisco, poi mi fiondo verso la porta, prendo il giubbino ed esco. La voce di Mary che mi chiedeva dove stavo andando in sottofondo.
***
Busso insistentemente, sono solo le dieci, è impossibile che sia già a letto.
La porta blindata di legno massiccio con vetrate opache e inserti di ferro nero si apre con un leggero scricchiolio.
Non mi ha fatto aspettare molto.
«Emy, sei completamente bagnata!» faccio scoccare innervosita, perchè Federico deve sempre evidenziare l'ovvio?
Non mi sono certo fatta due isolati sotto la pioggia per sentirmi dire che la pioggia bagna.
«Non nel modo che vorrei.» ribatto maliziosa, facendogli una carezza sul petto. Fede rotea gli occhi al cielo e si sposta per farmi entrare.
«Cosa ci fai qui?.» domanda con preoccupazione crescente. Rimango immobile nel mezzo dell'atrio, davanti alla rampa di scale in marmo che porta di sopra.
L'atrio della casa è un enorme cerchio, con almeno cinque porte diverse che danno ognuna su una stanza.
Mi guardo intorno fingendo di non aver sentito la domanda del cantante.
E' vero Emily perché sei venuta qui?
Federico sbuffa, ha capito da solo che non otterrà risposta.
«Aspettami qui, vado a prendere qualcosa per asciugarti.» Non mi muovo quando il cantante scompare dietro una delle porte alla mia sinistra.
Fede torna con un enorme asciugamano bianco e dei vestiti asciutti.
Mi si para davanti, mi avvolge nell'asciugamano e comincia a strofinarmi le spalle.
Ho davvero bisogno di un po' di contatto umano, ho bisogno di sapere che Cris si sbaglia sul mio conto e che Federico non è arrabbiato per quello che è successo oggi.
Trattengo a stento le lacrime, così per non farmi notare dal cantante appoggio la fronte al suo petto, mentre lui continua ad asciugarmi.
«Scusami.» mormoro col viso schiacciato contro la sua maglia. Federico non dice niente, continua a strofinarmi addosso il suo asciugamano enorme, come mi piacerebbe se potesse asciugare anche la mia insicurezza.
«Vieni a bere qualcosa di caldo, ti sarai presa il raffreddore.» dice con fare paterno allontanandomi con gentilezza per poi scortarmi verso la cucina.
Quando entriamo c'è solo la luce soffusa della lampada all'angolo ad illuminare la stanza. Otis mi viene incontro per salutarmi e dopo aver ricevuto la sua dose si coccole torna a coricarsi nella sua cuccia.
Devo preoccuparmi del fatto che il suo cane si sia già abituato alla mia presenza?
Vado a sedermi al tavolo, al solito posto che occupo quando vengo qui. Fede accende il bollitore, prepara due tazze e si siede capotavola, in attesa di una qualche spiegazione suppongo.
Nessuno dei due dice niente.
Mi guardo i pollici mentre li faccio roteare tra loro.
La spia blu ci informa che l'acqua è pronta. Rico si alza e prepara entrambe le tazze di tè, dopodiché torna a sedersi, mantenendo lo sguardo fisso su di me. Beviamo in silenzio, mi stringo nell'asciugamano. Federico ha ragione credo di essermi presa qualcosa.
«Non mi interessa nemmeno quella stupidissima festa.» lancio un'occhiata di sottecchi a Federico.
«Non dirlo a me.» ribatte senza degnarmi di uno sguardo.
Ridacchio, allora non è davvero arrabbiato. Devo solo fargli passare la scocciatura. Poso la tazza e sposto indietro la sedia.
«Non fare il bambino.» lo prendo in giro, camminandogli intorno fino a che non mi trovo dietro di lui.
Gli metto le mani sulle spalle e le faccio scendere lentamente lungo il suo petto. Federico sospira.
«Non sto facendo il bambino.» puntualizza, ma è chiaro come il sole che è offeso, così decido di fargli passare l'arrabbiatura nell'unico modo a cui so che Fede non è in grado di resistere.
Mi affianco a lui e mi siedo a cavalcioni. Federico posa sul tavolo la tazza, ma sospira scocciato, girando il viso per non dovermi guardare dritta negli occhi.
«Non vorrai giocare a fare il verginello spero.» lo sbeffeggio infilandogli una mano nei pantaloni della tuta, mentre con l'altra gli giro la testa perchè mi guardi.
Non ho mai avuto così tanta voglia di farmi toccare da lui. Ho voglia del suo corpo, della sua pelle, di quel caldo e quell'eccitazione al basso ventre che solo del buon sesso può dare.
Ho bisogno di sentire il dolore e l'estasi fondersi insieme.
Ho bisogno di lui.
Federico sussulta e una sua mano corre a bloccarmi il polso.
«Emy, non puoi tenere i vestiti bagnati, rischi di ammalarti.» Non lo ascolto nemmeno, siccome non mi lascia la mano decido di coglierlo di sorpresa, fiondandomi sulla sua bocca e mordendogli il labbro inferiore. Inizialmente cerca di resistermi, immagino che voglia punirmi per come l'ho trattato oggi, ma purtroppo per lui nemmeno la sua forza di volontà è in grado di tenermi testa.
Apre la bocca e le nostre lingue si ritrovano, sospiro di piacere. La mano del cantante lascia andare la mia, cosicché posso tornare a giocherellare con il cavallo dei suoi pantaloni.
Ci allontaniamo per riprendere fiato. Sposto la mia attenzione sulla sua gola, scendendo fino alla clavicola e mordicchiando il punto dove la spalla si congiunge col collo. Fede è nelle mie mani, letteralmente, sento una strana sensazione di potere. L'essere in grado di fargli perdere il suo solito autocontrollo e renderlo vittima di un turbine di piacere mi fa sentire donna, mi fa sentire forte.
Improvvisamente, senza capire il perchè, sento le sue mani premere contro le mie spalle per allontanarmi. Obbedisco, ma cerco una spiegazione nel suo sguardo.
Spinge indietro la sedia e con la sola forza delle braccia mi solleva per liberare la gambe e alzarsi.
Mi siedo sul tavolo imbarazzata, anzi forse più ferita. Perchè mi ha interrotto? Credevo gli piacesse.
Federico si passa una mano tra i capelli e comincia a camminare per la stanza stropicciandosi gli occhi con una mano.
«Cosa cavolo ti prende?» domando non riuscendo a nascondere la mia irritazione.
Il ragazzo si ferma mettendo le mani sui fianchi "devo calmarmi" bisbiglia a se stesso chiudendo gli occhi.
Mi massaggio il collo, non so bene cosa fare, mi sento rifiutata e questa sensazione fa schifo.
«Mettiti addosso qualcosa di asciutto per favore.» i miei occhi slittano di nuovo sul corpo di Fede, ha il fiato corto e mentre con una mano si massaggia gli occhi con l'altra mi indica una pila di vestiti asciutti abbandonati sul bancone.
Prendo una sua maglia e la stringo tra le mani, mentre sento montare in me l'irritazione. Odio questa sensazione, il rifiuto, fa schifo e di certo Federico Rossi non può permettersi di allontanarmi così. Chi si crede di essere?
Mi tolgo la maglia bagnata, ma non ho la minima intenzione di rivestirmi, dopotutto sono venuta qui per essere spogliata!
Così rimango senza maglia, con solo il mio reggiseno blu a coprirmi il petto. Federico mi guarda contrariato, ma per quanto mi riguarda mi deve ringraziare di non essermi tolta anche i jeans.
« Rico non sono venuta per litigare, tutt'altro..» dico con sguardo eloquente e un cenno alla sua visibile eccitazione.
Il modenese mi guarda con occhi severi, le mani ancora strette ai fianchi. Indugio con lo sguardo sul suo corpo fasciato da una maglia nera. Cosa cavolo gli prende stasera?
«Ben mi ha detto che ci vai con Thomas.» Oh, ecco.
Ecco cosa gli prende stasera.
E' geloso.
Sorrido, la sua gelosia mi lusinga. Anche se in cuor mio so che non dovrebbe provare quel tipo di sentimento nei miei confronti.
«Federico...» comincio con fare materno.
«Non usare quel tono con me! Non ho di certo intenzione di farmi prendere in giro da una ragazzina.» rimango a bocca aperta senza parole. «Se pensi di usarmi per i tuoi giochetti hai sbagliato di grosso. Sono stanco di essere il tuo pupazzo!» Quella che credevo fosse solo un'arrabbiatura superficiale si è rivelata essere qualcosa di più.
Ovviamente le parole di Cris mi si ripresentano nella testa come se ci fossero state marchiate col fuoco.
Il termine 'ragazzina' mi ha infastidito, ma per come stanno le cose decido di non lamentarmi. Non so bene cosa fare, non ho mai litigato con qualcuno perchè era geloso di me. A Roma lo sapevano tutti, se volevano avere a che fare con Emily Alboni dovevano essere disposti a sopportare i miei sbalzi d'umore.
Non sapendo come comportarmi mi avvicino a Federico con titubanza, spaventata all'idea che possa allontanarmi di nuovo.
Gli circondo la vita con le braccia e lo stringo. Mi muovo lentamente, come se avessi a che fare con un leone arrabbiato. Quando capisco che non si sottrarrà dal mio abbraccio, appoggio l'orecchio al suo petto e rimango immobile in attesa, stringendolo.
Non so quanto tempo sia passato, magari un secondo, magari dieci minuti. Non lo so, ma quando ho sentito le dita di Fede passare tra i miei capelli ho tirato un lunghissimo sospiro di sollievo.
Alla fine ha ceduto. Cede sempre. Perchè nonostante non lo voglia ammettere a sé stesso, lui è davvero il mio pupazzo.
Le sue dita continuano il loro percorso e arrivano al mio viso. Con l'indice mi costringe a sollevare il volto.
Mi guarda con un mezzo sorriso, ma i suoi occhi sono chiari e freddi, il desiderio di leggergli nel pensiero non è mai stato così forte.
Molto lentamente, mentre continua a stringermi il mento, Federico posa le sue labbra con le mie.
Mi lascia un paio di baci, sulle labbra chiuse, dopodiché preme con la lingua ed io apro la bocca obbediente.
E' un bacio strano, direi che non è un bacio dei nostri. Non sento la passione travolgente, il desiderio forte e quasi fastidioso che percepisco di solito. Sento solo tenerezza, è dolce, è delicato.
Poi...
A volte il mio corpo fa delle scelte che lasciano perplessa persino me stessa. Non sono rimasta ferma a godermi il bacio, quel bacio era troppo intimo, mi metteva a disagio perchè era qualcosa di nuovo, nessuno mi aveva mai baciato così.
Ecco perchè le mie mani hanno deciso di cominciare a spogliare Federico, per far tornare tutto nella normalità, per farmi ritrovare in una delle situazioni che conosco di modo che io sappia come comportarmi.
Accarezzo la schiena muscolosa e spingo in su la sua maglia. Il cantante capisce le mie intenzioni e si spoglia immediatamente.
Rimasto a petto nudo, Federico riprende possesso della mia bocca. Mi slaccia i pantaloni lasciandomi in intimo. Le sue mani arpionano le mie cosce, sento le unghie premere contro carne. Mi solleva portandomi sul tavolo.
Le tazze di tè cadono a terra, ma siamo troppo presi l'uno dall'altra per preoccuparci.
La nostra passione è così travolgente che non abbiamo bisogno di preliminari, voglio Federico dentro di me e lo voglio ora, non posso più aspettare.
«Fede..» mugugno sulle sue labbra stringendo le gambe attorno al suo bacino. Sentendo il suo nome sembra eccitarsi ancora di più e finalmente ci uniamo.
Mi tengo stretta alle sue spalle per non cadere e non sto urlando solo perchè sono troppo impegnata a baciarlo.
Raggiungo il piacere mentre Fede ha il viso tra i miei seni, le sue spinte si fanno più lente fino a fermarsi dandomi una tregua.
Appoggio la fronte sulla sua spalla e gli circondo il collo con le braccia per impedirgli di lasciarmi andare.
Sto provando così tante emozioni che non sono nemmeno in grado di pensare.
Purtroppo però riesco a sentire. Sento molto bene. E sento anche quello che Federico mi sussurra nell'orecchio.
«Ho già una fidanzata che mi ha rimpiazzato. Non farlo anche tu.»

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