Cap.28

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Camminare verso l'hotel con tutte queste borse è a dir poco impossibile. Ad ogni modo il vento che mi accarezza i miei nuovissimi capelli castani mi fa stare bene.
Muovo la testa sinuosamente solo per vederli danzare sul filo della brezza di Roma.
Ora gli occhi chiari risaltano ancora di più. Devo proprio ringraziare quel ciuffone.
« Che fatica. » borbotta Mary mentre attraversiamo la strada dopo aver riportato la macchina al noleggio vicino l'hotel. Annuisco, cercando di destreggiarmi tra i miei numerosi acquisti.
Quando scorgo il nostro hotel in lontananza mi sento rinascere, persino la francese al mio fianco si lascia sfuggire un " finalmente".
Siamo ormai vicine all'albergo e devo ammettere che nonostante tutto, la mia uscita con Mary non è stata così malvagia come mi aspettavo.
« Dici che anche i ragazzi possono venire stasera? » in un attimo, la frase apparentemente innocente della mia compagna ha rovinato tutto.
Innanzitutto lei chiama "i ragazzi" Ben e Fede come se li conoscesse da una vita, e questo a me non va bene.
In secondo luogo, ora capisco perché ha così tanto voglia di uscire, vuole provarci in discoteca. E questo a me va molto meno che bene.
« Non credo. » rispondo malamente, sperando che il mio tono la faccia desistere dal ritentare con l'argomento.
Per un secondo ho pensato di esserci riuscita, ma proprio quando entriamo nell'hall dell'albergo ci vengono incontro i ragazzi che sono appena scesi dalle camere dopo essersi cambiati per la cena.
Io e il mio tempismo per i momenti peggiori.
« Santo cielo quanta roba! » esclama Marco venendoci incontro.
Anche Fede si avvicina a noi, ma mi passa davanti senza nemmeno degnarmi di uno sguardo e va ad aiutare Mary con le sue borse, con tanto di sorrisetto angelico, da bravo ragazzo.
Giuro che se in questo momento avessi una pistola non esiterei a sparare in testa a quei due. Prenderei bene la mira, facendo un colpo stile 007, magari prendendo entrambi con una pallottola sola.
Per fortuna Ben e Marco aiutano me, prendendosi in pratica tutte le borse, cercando di guardarne il contenuto.
Mio padre mi guarda sconsolato « Ne avevi davvero bisogno? » domanda massaggiandosi la tasca dove di solito tiene il portafoglio.
Io annuisco altezzosa.
« Stai benissimo, linda. » afferma Ben accarezzandomi i capelli con la mano libera, io gli regalo un sorriso.
« Sai un po' di tempo fa qualcuno mi ha dato della finta. » lo rimbecco.
« Se questo è il risultato quel qualcuno ha fatto bene! » ribatte lui.
Mi incammino verso gli ascensori insieme ai miei cordiali aiutanti, continuo a fissare Fede e Mary con lo sguardo più cattivo che ho nel mio repertorio.
All'improvviso vedo che la francese batte le mani entusiasta e abbraccia Rossi. Ok questo è davvero troppo.
Se io mi azzardassi ad abbracciarlo penso che prenderei una valanga di offese gratuite e magari mi spezzerebbe anche le braccia, questa arriva e in mezza giornata lo conquista?
« Emily! » urla la francese voltandosi verso di me. « Stasera vengono anche i ragazzi! » un brivido mi percorre la schiena quando sento quell'epiteto.
I miei accompagnatori e gli altri, incuriositi dall'affermazione di Mary, le chiedono delle spiegazioni e tutti sono a dir poco elettrizzati all'idea di accompagnarci al Nice questa sera.
Anche io fingo di essere incredibilmente felice.
Poi come per caso, il mio sguardo incontra quello di Fede, il quale sta aspettando l'ascensore insieme a Mary e a papà, e mi sorride compiaciuto. Qualunque sia il suo gioco, mi sta battendo alla grande.
Sbuffo e decido di rivolgere lo sguardo da un'altra parte.
Mi guardo intorno e vedo che siamo rimasti solo io e Ben qui ad aspettare.
Ricordo il discorso che abbiamo fatto io e lui al campo. Così decido di approfittare di questa occasione.
Mi avvicino all'italo-australiano e senza preavviso gli lascio un lunghissimo bacio sulla guancia.
« Questo a cosa lo devo? » chiede un po' stordito.
« Al fatto che ti preoccupi per me meglio di un fratello maggiore. » sussurro con così tanta dolcezza nella voce che mi mancano solo gli occhi a forma di cuore. « E poi mi piace baciarti. » dico un po' più forte, compiaciuta nel vedere Fede stringere la mascella .
« Ah. » commenta Ben rassegnandosi e mi stringendomi la mano. Il tutto sotto lo sguardo vigile di un certo emiliano di mia conoscenza.
Uno a uno, palla al centro, Rossi.
***
Il locale che Gianluca ha consigliato a Mary è veramente bello.
Ci sono luci stetoscopiche ovunque e l'arredamento è quello moderno e minimale che va di moda in questo periodo. I tavoli sono bianchi e neri, circondati da dei divani in pelle. Gli altri colori dominanti sono il blu e il viola.
Le luci si muovono freneticamente dappertutto, generando una sensazione di comune stordimento. La musica alta mi martella nei timpani, io tuttavia procedo ancheggiando fino al nostro tavolo.
Ovviamente visto che siamo dei Vip siamo nel privè. Ci troviamo in alto, sopra la pista da ballo, qualche bottiglia di champagne era già qui pronta, per noi.
Sanno coccolare i loro clienti. Penso, mentre Ben mi passa un bicchiere.
***
Mi appoggio alla ringhiera che si affaccia sulla pista. Saremo qui da almeno due ore, guardo i ragazzi che ballano non proprio a ritmo di musica. Il dj che ho conosciuto poco fa mi dedica la canzone facendomi un cenno. Gli sorrido e saluto con la mano.
Non ho voglia di ballare, non ho voglia di bere, non ho voglia di divertirmi.
Mary e Fede stanno appiccicati, nemmeno fossero davvero una coppia.
Ripenso a quando io e la francese, che dividiamo la camera per questa notte, (non potevo dirle di no, dato che ha fatto gli occhi dolci a mio padre per convincerlo) abbiamo raggiunto i ragazzi nella hall, involontariamente i miei occhi sono stati immediatamente chiamati a cercare quelli di Fede. L'ho visto e ho perso un battito.
Penso sia la prima volta che non lo vedevo vestito con una tuta, oppure da tamarro come suo solito.
Indossa dei semplici pantaloni neri, una maglia bianca e una camicia nera che tiene aperta e con le maniche arrotolate fino ai gomiti.
Lo so che non è niente di particolare, ma accidenti, lui risalta, lui risplende.
Trovarsi nella stessa stanza insieme a Federico non è facile. Il suo carisma, la sua presenza è così prepotente che schiaccia tutto il resto, c'è lui e la gente che gli sta intorno.
Faccio di no con la testa come a dissentire dal mio stesso pensiero e continuo a studiare la sala del Nice.
Sento qualcuno toccarmi una spalla e quando mi volto incontro il sorriso dolce e un po' brillo di Michele, un amico di Federico che ci ha raggiunto per fare una sorpresa all'amico.
Mi porge un bicchiere di champagne che prendo ben volentieri.
« Meno male che ci sei tu. » ammetto sperando che la compagnia del bel moro mi faccia dimenticare il fastidio provocatomi dalla mia "migliore amica."
« Eh lo so. » commenta lui annuendo. « Dimmi cosa ti turba. » enuncia cercando di mettere su una faccia seria. Il tono della sua voce non è proprio quello di una domanda, così decido di spiegarmi, tralasciando qualcosa, ovviamente.
« Non la sopporto. » ammetto facendo un cenno verso Mary che è seduta in braccio a Fede e sta avendo un discorso, a quanto pare, molto impegnativo con Ben.
« Di sicuro se stai qui da sola a rimuginarci su non ti passa. Dovresti divertirti e vedrai che non ti accorgerai nemmeno della sua presenza. » guardo il ragazzo compiaciuta, prendo un sorso dal mio bicchiere e gli sorrido.
« Sei sempre così saggio?. » lo elogio, lui mi sorriso facendo finta di pulirsi le spalle da della polvere immaginaria.
Michele mi prende la mano ed improvvisiamo un balletto strano. Saliamo sul tavolo e Ben ci scatta delle foto.
Faccio le smorfie più buffe che conosco insieme a lui, poi Ben mi fa scendere e per poco non mi ammazzo per colpa delle mie Jimmy Choo di dodici centimetri. Sbatto contro il petto muscoloso del chitarrista che se la ride stringendomi per impedirmi di cadere.
« Per poco non mi spezzo l'osso del collo! » esclamo alzando la testa, ma rimanendo col mento poggiata contro i pettorali del mio salvatore.
Ben in quel momento abbassa il capo e i nostri volti sono vicinissimi. Sorrido e sento che sto arrossendo.
Prende una mia mano e la stringe, sono imbarazzata, ma continuo a guardarlo negli occhi.
« Ti ricordi che ti ho detto che ti avrei aiutato a conquistare Fede? » alla domanda del ciuffo rispondo con uno sguardo allucinato, dopodiché apro la bocca per dare inizio alla mia argomentazione, ma Ben che continua a guardare fisso in un punto davanti a sé mi impedisce di cominciare.
Perché mi bacia.

***

Mi appoggio alla ringhiera del privè. Stranita.
Non capisco bene cosa sia successo e lo champagne che abbiamo bevuto non mi sta di certo dando una mano.
Ritorno a guardare la pista da ballo.
Solo dopo capisco di aver fatto una gran brutta mossa. I miei occhi slittano davanti a me e assisto ad una scena che non avrei mai voluto vedere.
Vedo un guizzo vicino all'uscita del locale, così la mia attenzione viene catturata da quel movimento.
Non capisco bene, perché Mary è con un ragazzo, ma sono per metà nascosti dietro ad una colonna. Vedo che le mani di lui stringono i fianchi della francese e che lei sta sulle punte.
Dopodiché se ne sono andati, tenendosi per mano.
Immagino che vadano a divertirsi in albergo.
Mi giro verso il nostro tavolo e vedo che Fede non c'è più.
Faccio due più due.
Questo mi basta.
Distolgo immediatamente lo sguardo perché non voglio vedere altro.
Devo cambiare aria, voglio andare via.
Ben che mi ha appena raggiunto per convincermi a ballare ancora, mi guarda confuso, lancia un'occhiata nella direzione dove prima stavo guardando io, ma per fortuna i piccioncini se ne sono già andati.
Mi fa un cenno per capire cosa mi è preso.
« Devo andare in bagno. » invento una scusa sul momento e mi dirigo verso le scale, sinceramente non so nemmeno dove sia la toilette, ma ho solo bisogno di andare via di qua.
Non mi riesco a spiegare perché mi dia così fastidio, non credo che sia per Fede in sé. Odio il fatto che lei riesca sempre a mettere le mani sulle mie cose.
Mi blocco, tenendomi al corrimano.
La gelosia, si fa sentire come i morsi della fame. Si fa largo prepotentemente nel mio stomaco che è chiuso a mo di pugno.
Questa non è la tipica gelosia da ragazzina innamorata.
Io sono gelosa di una cosa che non è mia e questa è la sfumatura peggiore per quel tipo di sentimento.
La gelosia per qualcosa che non ti appartiene ti logora dentro, perché l'invidia le da quel retrogusto amaro che ti tortura la testa.
Mi porto una mano sul viso e cerco di ragionare. Io non sono gelosa di Federico, mi ripeto mentalmente.
C'ero prima io. Io sono stata la prima a giocare con lui e Mary mi ha soppiantato.
Ecco perché sono arrabbiata. È tutta una questione di turni.
Appagata per via della spiegazione razionale che sono riuscita a dare alla mia reazione continuo a scendere, vedo i segnali che indicano che il bagno si trova al di là della pista da ballo, così, prendo un respiro profondo e decido di attraversare quell'ammasso di gente.
All'improvviso, non so bene dove sono, ma un ragazzo vestito con un orribile canottiera bianca mi prende per le spalle e comincia a strusciarsi contro di me, sbarrandomi il passaggio.
Cerco di divincolarmi e andare via, ma l'energumeno non mi lascia passare e anzi prova a rubarmi un bacio.
Lotto con tutta me stessa, ma quest'uomo è molto più grande di me e mi stringe le spalle con una gran forza. Al punto da farmi male.
Mi dice qualcosa ma biascica per via del troppo alcol bevuto.
Provo a liberarmi e gli pesto un piede. Purtroppo la sua presa non ha ceduto, ma l'ho fatto arrabbiare.
Mi urla qualcosa in faccia, io sono nel panico. Gli occhi mi si riempiono di lacrime, mentre questa specie di bestione inizia a baciarmi il collo.
« Ti consiglio di lasciarla andare. » giro il capo verso la voce ed è con gioia che vedo la mia ancora di salvezza.
Brnjamin guarda minacciosamente il ragazzo che fino a poco fa mi stava stritolando le braccia.
Quest'ultimo mi lascia andare immediatamente, borbottando delle scuse e allontanandosi.
Ben continua a guardarlo minacciosamente fino a quando non è scomparso in mezzo alla folla.
Liberata, mi volto verso di lui e lo ringrazio abbracciandolo. Sorride affondando la testa tra i miei capelli e mi abbraccia.
« Andiamo in hotel? » mi chiede asciugandomi una lacrima con un tocco leggero delle dita.
Annuisco e mi passo entrambe le mani sotto gli occhi cercando di togliere il mascara che immagino sia colato.

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