Cap.36

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Per pura curiosità femminile, passo davanti alla camera dove dovrebbero stare Marco e Mary, accosto l'orecchio come ho visto fare in molti film di spionaggio, ma non sento nessuno rumore provenire da dietro la porta.
Con un'alzata di spalle mi incammino verso la mia camera.
Cercando di fare meno rumore possibile entro nella stanza. Un filo di luce trapassa attraverso le tende rendendo possibile vedere quel tanto che serve per camminare senza finire a sbattere contro un mobile (la mia anca ringrazia, dopo la botta di prima). Tuttavia mi sembra strano, io non ricordo di aver accostato le tapparelle, non dovrebbe esserci luce qui dentro.
Nonostante non senta alcun rumore provenire dall'interno della camera dove Fede stava dormendo prima che io scendessi, immagino che il cantante si sia svegliato e adesso si stia semplicemente godendo quei magnifici dieci minuti, quando si è appena svegli e ci si crogiola nel caldo delle coperte.
Accelero il passo per superare il corridoio e il bagno, voglio vedere com'è Fede appena sveglio, se riesce ad essere terribilmente sexy anche di prima mattina, bè allora è davvero l'uomo perfetto.
Entro nella stanza da letto con un sorriso involontario sul volto.
Un sorriso che scompare subito.
Avete presente quando scrivete qualcosa sulla sabbia? Fate un passo indietro per ammirare il vostro lavoro e poi dopo pochi secondi, un'onda arriva e porta via tutto.
Dallo stipite della porta vedo Fede nella stessa posizione in cui l'ho lasciato, purtroppo però avvinghiata a lui, c'è la mia nemica.
Mary con gli occhi chiusi e un braccio attorno al petto di Fede che dorme beata nel posto dove dovrei essere io.
Un momento, un momento.
Cancellate l'ultimo pezzo di frase.
Mary con gli occhi chiusi e un braccio attorno al petto di Fede che dorme beata. Ecco così va meglio.
Sento un gran fastidio montarmi nel petto. Cosa cavolo crede di fare quella gallina sfascia famiglie avvinghiata a lui?
Mi avvicino lentamente guardandola dall'alto con uno sguardo così minaccioso che potrei essere la protagonista di un film dell'orrore, peccato che la francese non possa ammirarlo.
Con un dito le sfioro la spalla cercando di svegliarla, ma lei non si muove di un millimetro.
Ci riprovo, ancora, ancora.
Sbuffo e mi sposto nervosamente i capelli all'indietro.
Sono sicura che stia facendo apposta!
Stanca e anche molto irritata, decido di tappare il naso e chiudere la bocca alla ragazza, in modo che la mancanza di ossigeno la faccia svegliare.
O morire.
Dopotutto le vie del signore sono infinite e misteriose. Chi sono io per decidere?
Il mio stratagemma funziona immediatamente, la gallina sfascia famiglie, spalanca gli occhi e cerca aria, io, con la dovuta calma, si intende, le permetto di respirare.
« Cosa cavolo fai Emily? » bisbiglia in modo isterico, allontanandosi da Fede per andare in bagno.
La seguo gesticolando, invitandola a fare silenzio perché non voglio svegliare il modenese.
« Oh cielo, siamo già allo stadio dove ti preoccupi che dorma almeno otto ore a notte? » mi rimbecca la francese, cercando di sistemarsi i capelli davanti allo specchio.
« Ma smettila. » la zittisco « Piuttosto, a te uno non bastava? » la sfido alludendo alla sua notte di fuoco con Marco. Mary sorride con fare trasognato « Mi è bastato eccome, fidati. »
« Risparmiami. » commento immediatamente alzando una mano con tanto di espressione schifata. « Però non mi spiego perché tu fossi nel letto di Federico. » insisto cercando di cavarle una spiegazione di bocca.
« Io non mi spiego perché tu non ci sia invece! » commenta Mary allargando le braccia
« Quello non aspetta altro! Ma dico l'hai visto? Come fai a non averci ancora combinato nulla? Più lo guardo e più me lo farei. » guardo la francese un po' imbarazzata, spero solo di non arrossire.
« Non hai visto come mi tratta? » affermo evitando il suo contatto visivo. « Preferisce passare il suo tempo con te. » continuo infastidita.
« Certo, peccato che mi abbia sempre e solo fatto domande su di te » asserisce con stizza la francese, tornando a concentrarsi sui suoi capelli. La guardo scioccata e lei capisce che deve continuare.
« Abbiamo sempre parlato di te e quando ho provato a baciarlo mi ha guardato come se mi fossi appena vomitata addosso. »
Sorrido, quanto avrei voluto vedere la scena.
« Comunque questo non ti da il diritto di approfittare di lui mentre dorme! È fidanzato! » dico tornando seria.
La francese si ferma con le mani ancora a mezz'aria e le dita immerse nei suoi stessi capelli. Mi guarda con uno sguardo duro, uno di quelli che non ti aspetti da una persona come lei.
« Smettila di fare la brava ragazza. Non è della sua ragazza che si parla, ma di te. » l'autorevolezza con la quale ha parlato mi lascia per un momento senza parole. « Comunque non preoccuparti, quando mi sono coricata vicino a lui ha chiamato il tuo nome. »
Sento un'esplosione nello stomaco.
Davvero?
Niente Desiré?
Ha davvero detto Emily?
Istintivamente vorrei sorridere, ma mi trattengo solo perché altrimenti la darei vinta a Mary.
« In che senso? » domando cercando di fare l'indifferente, incrocio persino le braccia al petto.
Lei rotea gli occhi al cielo « Mi sono coricata, l'ho toccato e lui ha detto: "Emy?" »
Stavolta il sorriso compare sul mio volto senza che io possa nemmeno pensare di fermarlo e per un micro secondo, ho visto lo sguardo della mia amica addolcirsi, come una mamma che scopre la prima cotta della figlia.
« Perché quando sono arrivata non eri in camera? » mi scuoto dai miei pensieri e la mia attenzione torna su Mary, non capisco perché abbia cambiato argomento così all'improvviso, tuttavia fingo disinteresse.
« Non sono riuscita a dormire stanotte. » dico la frase con leggerezza, come se fossimo due amiche al bar davanti ad un caffè.
« Come mai? Hai fatto un brutto sogno? » il repentino scatto verso di me ed il suo tono allarmato mi disorientano, mi guardo intorno come per controllare se Mary non stesse parlando con qualcun altro.
La guardo malamente e la sposto spingendola via « Si. » dico senza pensarci troppo prima di girarmi per tornare nella stanza, poi però mi immobilizzo. « Come fai a saperlo? » domando girandomi nuovamente verso di lei accigliata.
La francese sembra colta alla sprovvista, si allontana da me e ritorna a prestare la sua totale attenzione solo alla coda di cavallo che non le viene. Mi sembra quasi che si sia pentita di avermelo chiesto.
« Cos'hai sognato? » chiede credendo di sembrare indifferente.
« Che ti frega? » ribatto acida girandomi di nuovo per lasciarla da sola in bagno. Tuttavia stavolta qualcosa mi trattiene e quando capisco che è la mano di Mary che stringe il mio polso impedendomi di uscire capisco che non mi lascerà andare fino a quando non avrà una risposta.
« Un ragazzo. Diceva di chiamarsi Cris. » ammetto con poca voglia di ricordare.
In questo preciso momento, sul bel viso della mia amica, si sono affollate così tante emozioni contrastanti che sembrava invecchiata di dieci anni.
La guardo fissa negli occhi in cerca di spiegazioni « Devo andare a parlare con tuo padre. » afferma con tono lapidario, prima di sparire a passo svelto.
***
Rimango ancora per qualche minuto ferma ad osservare l'esatta posizione dove prima c'era la mia amica. Non capisco cosa diavolo le sia preso. Perché dovrebbe parlare con mio padre?
Lancio un'occhiata allo specchio e vedo il mio volto pallido con tanto di occhiaie. Ho bisogno di dormire, sono stanca e sento le braccia pesanti. Con una scrollata di spalle spero di liberarmi almeno per il momento dal pensiero di Mary, così mi dirigo verso la camera dove Frde dorme ancora beato.
Quando arrivo davanti al letto i miei occhi incontrano quelli ghiaccio del cantante, che mi guarda mezzo assonnato. « È già ora di andare? » mi domanda con la voce ancora impastata dal sonno ed il petto nudo che si vede da sotto il lenzuolo.
« Abbiamo ancora tre ore. » rispondo guardandolo dolcemente.
Dopo aver fatto un lungo sospiro di sollievo, quello che si fa solo quando si scopre che si può dormire ancora, Fede ha guardato nella mia direzione e non ha più detto una parola.
Ha fatto solo un gesto: ha spostato le lenzuola del suo letto, guardandomi negli occhi.
Ho subito accettato l'invito.

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