Cap.24

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« Io ho bussato alla porta e gli ho chiesto se aveva bruciato qualcosa, lui subito mi ha detto di no, allora ho capito che in realtà stava facendo un casino. Quando siamo entrati Ben aveva tra le mani quello che restava della picanha ed era circondato da del fumo grigio, con della salsa fin sotto i vestiti! » Mio padre e Sara, la responsabile marketing dei ragazzi, scoppiano a ridere, mentre Marco racconta loro delle gesta del chitarrista, il quale se ne sta seduto in un angolo con il broncio.
Siamo sul treno, attendiamo che parta a mio malgrado verso Roma e per far passare il tempo Marco ha deciso di riferire, agli estranei al fatto, il piccolo aneddoto che ha visto protagonista Benji, il mestolo e la prelibatezza sudamericana.
« Per fortuna Fede ha messo il vassoio sotto l'acqua altrimenti dico che avrebbe bruciato mezzo palazzo! »
« Esagerato! »
Un'altra risata è seguita al commento del produttore il quale pensa che il suo collega stia esaltando un po' l'accaduto.
Mi avvicino a Ben e mi siedo sulle sue gambe « Dai Benji sarà per la prossima volta. » lo rincuoro dandogli un bacio sulla guancia, sorridendogli e sperando di essere contagiosa.
Detto fatto il chitarrista si illumina « Mi lascerai cucinare ancora? » chiede speranzoso.
« Certo. » affermo sicura « Ormai ho comprato l'estintore. » lo sbeffeggio beccandomi un pizzicotto.
Gli sorrido e gli scompiglio i capelli.
« Come posso dirti di no? Con questi capelli. » affermo ridendo insieme a lui.
***
« Ma sai che siete carini tutti vestiti così? » affermo con la bocca impastata, facendo una carezza sui capelli di Ben. Nel vagone ci siamo solo io, Ben, Fede e Marco. Mio padre e Sara sono alla carrozza-bar a prendere un caffè.
« Emily, oh Signore. » esclama Benji cercando di tenermi in equilibrio.
« Ma quanto gocce ha preso? » sorrido verso il viso di Marco che mi guarda preoccupato.
« Hai delle orecchie buffe! » mugugno sorridendogli di rimando, ma Marco continua a fissarmi corrucciato.
Perché questi ragazzi non sanno godersi la vita?
« Mark sorridi che la vita è bella! » dichiaro allargando le braccia rischiando di far cadere sia me che Banjamin.
« Emily quante gocce hai preso? » insiste, che noioso.
Sbuffo. « Che ne so, io ho bevuto. » alla mia affermazione sento Fede che scoppia a ridere beccandosi uno sguardo omicida da parte di Ben che sta faticando parecchio per tenermi in piedi.
« Che cosa? Bastavano due gocce per tre ore di viaggio! » urla scandalizzato il riccio riprendendosi il contenitore con quello che rimaneva della medicina.
« Almeno adesso dorme e tace. » sentenzia Fede dandomi un buffetto.
« Penc tu sai come si fa a farlo tacere? Cioè io non lo so. » ribatto innervosita dando uno schiaffo alla mano di Federico.
Il ragazzo ride nonostante stia, in pratica, camminando per due.
« Se ti vede tuo padre crede che ti abbiamo drogata apposta. » pensa ad alta voce Benji.
« Poi ci mette a lavare lo studio! » dice preoccupato il chitarrista mettendosi le mani nei capelli.
« No, adesso questa cosa dello studio me la dovete spiegare.. » comincio, ma i ragazzi non mi ascoltano.
Sono troppo impegnati ad indovinare a quali punizioni li sottoporrà mio padre.
« Ci fa tagliare l'erba del prato con i denti! » esclama terrorizzato Marco.
« No, io dico che ci fa pulire lo spogliatoio e le docce della palestra con la lingua. » dichiara Benji.
« Secondo me invece ci investe con la macchina e la fa finita. » conclude Marco.
Smetto di dare ascolto alle sparate dei ragazzi e cammino per qualche metro, ma poi blocco nel mezzo del corridoio del treno, Benji per poco non inciampa.
«Ragazzi, io ho sonno. Mi fermo qui. » asserisco con decisione, sedendomi per terra e chiudendo gli occhi, pronta per fare un pisolino
« Emy, Emy! » sento delle mani morbide stringermi entrambe le braccia, apro gli occhi ed incontro quelli di Fede che brillano come due pietre preziose. « Eviti di cadere per terra come un salame per favore? »
Apro meglio gli occhi e mi accorgo che la mia testa bionda non ha incontrato il pavimento solo grazie al tempestivo intervento di Federico.
Sento le sue mani morbide come un drappo di lino. Ne prendo una e la stringo nelle mie.
« Scusa che crema usi? » gli domando studiando a fondo la sua epidermide liscia e morbida.
Fede rotea gli occhi al cielo. « Ben aiutami. » esclama, senza lasciarmi.
« Ci penso io! » assicura Marco, partendo alla carica.
Scoppio a ridere.
« Oh mio Dio è impazzita! » sentenzia mentre aiuta Fede a rimettermi in piedi.
Io continuo a ridere di gusto.
« Mi sembra di essere tornata quindicenne, quando mi ubriacavo con i miei amici e dovevamo aspettare per delle ore che mi passasse la sbornia. » spiego vedendo anche Ben sorridere.
« Terribile fin dall'adolescenza. » sostiene con uno sguardo amorevole.
« Per fortuna stavolta non hai bevuto, ma hai preso un sonnifero. Se Dio vuole tra poco ti addormenti. » i miei occhi tornano su Fede, artefice di questo commento poco galante.
« Smettila di trattarla così. » lo sgrida Marco, i due si guardano indecifrabili per qualche secondo, anche se sono mezza drogata capisco che c'è un po' troppa elettricità tra i ragazzi così decido di dimostrare che so difendermi da sola.
« Non sei simpatico nemmeno quando sono imbottita di ansiolitico! » borbotto dando un leggero pugno sulla spalla di Fede rischiando di sbilanciarmi e ricadere in avanti.
« Ferma! » mi ordina tenendomi dritta con la sua presa.
Ho rischiato di cadere a terra, ma almeno ho sventato un litigio.
Sono fiera di me.
Brava Emy.
Le mani di Federico ora passano sotto le mie ascelle e percepisco una pressione nel punto dove mi sta toccando.
Mi mette a sedere vicino a lui.
Passo le braccia intorno al suo collo e appoggio la testa sulla sua spalla. « Mi arrendo. » dico.
« Brava. Dormi. » afferma Fede.
Anche se sono mezza addormentata ribatto: « Dormo perché voglio dormire, non certo perché me l'hai detto tu. » puntualizzo chiudendo gli occhi.
L'ultima cosa che mi ricordo è una frase di Ben: « Da quanto tempo non trovavi una che ti chiudeva la bocca, Rico? »

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